Soul Calibur III
Non c'è due senza tre: così come Soul Calibur II, alla sua uscita, si è presentato come uno dei migliori picchiaduro di sempre, così il pubblico spera ardentemente che il suo successore, che la Namco ha deciso di sviluppare in esclusiva per Sony Playstation2, riesca a rappresentare il culmine massimo di giocabilità nel genere in questa generazione di console. L'idea alla base naturalmente non cambia: tanti lottatori, tante arene, gameplaying adrenalinico con molteplici combinazioni di mosse diverse per ogni personaggio, modalità in sfida a due giocatori, e giù mazzate sui denti. Cosa cambierà, pertanto, nel quarto capitolo della saga della Soul Edge (ricordiamo infatti che il primo Soul Calibur nacque a suo tempo come sequel di Soul Edge, o Soul Blade come è stato importato in Europa)?
Parliamo in questo verso soprattutto di ritorni e di novità. I ritorni possono far scendere la lacrimuccia a chi ha combattuto a suo tempo di fronte ad un tempio Scintoista tappezzato di pergamene di arginamento demoniaco (il cosiddetto scenario di Taki) o in equilibrio su un'instabile chiatta che naviga su un fiume infinito (lo scenario dello scomparso Li-Long): questi scenari vengono finalmente riproposti nello splendore dell'utlimo motore grafico Namco, insieme a molti altri nuovi, l'uno più shockante dell'altro. Validi esempi sono quello all'interno di una torre dell'orologio con ingranaggi annessi, o quello a bordo di una nave da guerra giapponese del sedicesimo secolo.
Ma come già detto questo Soul Calibur III non sarà solamente un festival dei buoni ricordi in chiave tecnica "ultimo respiro della PS2": le novità non mancano, e alcune di queste sono veramente sostanziose. Cominciamo subito con tre nomi: Tira, Setsuka e Zasalamel. Questi tre lottatori andranno ad unirsi alla già nutrita schiera ereditata dai capitoli precedenti (anche se per questo episodio non è prevista nessuna "guest star" proveniente da Tekken o da qualsiasi altra fonte più o meno videoludica), e sembra che non abbiano nessuna intenzione di sfigurare nel confronto diretto con gli avversari più scafati. Tira è una ragazza piuttosto giovane di cui si sanno solo due cose: la prima è che in qualche maniera non meglio definita è rimasta sedotta dal potere oscuro della Soul Edge, la seconda che combatte con un'arma che è una via di mezzo tra un hula-hop ed un Chakram, arma che fa volteggiare con la grazia di una ginnasta acrobatica professionista.
Di Setsuka si sa poco di più: è una donna non più giovanissima (ma ancora nel fiore degli anni) addestrata alle nobili arti della Geisha e del Ninjitsu; combatte con una corta spada nascosta nel manico di un ombrello (che sfrutta come scudo o come seconda arma quando è chiuso) ed ha come obiettivo finale la vendetta del suo maestro e amante, ucciso da Mitsurigi. Zasalamel è un altro individuo abbondantemente avvolto nel mistero, in quanto si tratta di uno stregone che con un ciclo continuo di reincarnazioni ha ottenuto la vita eterna, ed insegue incessantemente la spada maledetta, non si sa esattamente con quali scopi; la sua arma: un'enorme falce decorata con disegni orientaleggianti, costruita sul modello di un leggendario artefatto egiziano.
Ma la novità più peculiare di questo Soul Calibur III, l'innovazione che veramente segnerà una differenza sostanziale coi predecessori, sarà la possibilità nell'onnipresente modalità storia (la ricerca della Soul Edge, appunto) di creare il proprio alter ego digitale da zero, scegliendo un modello umanoide di base, modificando particolari come aspetto fisico ed abbigliamento, ed assegnandogli un'arma ed uno stile di combattimento "preso in prestito" da un altro personaggio. Se quindi avete sempre desiderato una combattente che si contorca come Voldo o viceversa un maschione assatanato che brandisse l'alabarda di Seung Mina, almeno sulla carta i vostri desideri saranno esauditi.
That's all, for now. Il motto è sempre quello di "Transcending history and a word a tale of souls and swords eternally retold" che ci accompagna dal primo Soul Edge: l'uscita è prevista per l'autunno prossimo (siamo sui sei mesi circa, quindi) nel mercato giapponese, nella speranza che nel vecchio continente non lo si debba attendere troppo a lungo, rimandiamo tutti i commenti per allora.
Parliamo in questo verso soprattutto di ritorni e di novità. I ritorni possono far scendere la lacrimuccia a chi ha combattuto a suo tempo di fronte ad un tempio Scintoista tappezzato di pergamene di arginamento demoniaco (il cosiddetto scenario di Taki) o in equilibrio su un'instabile chiatta che naviga su un fiume infinito (lo scenario dello scomparso Li-Long): questi scenari vengono finalmente riproposti nello splendore dell'utlimo motore grafico Namco, insieme a molti altri nuovi, l'uno più shockante dell'altro. Validi esempi sono quello all'interno di una torre dell'orologio con ingranaggi annessi, o quello a bordo di una nave da guerra giapponese del sedicesimo secolo.
Ma come già detto questo Soul Calibur III non sarà solamente un festival dei buoni ricordi in chiave tecnica "ultimo respiro della PS2": le novità non mancano, e alcune di queste sono veramente sostanziose. Cominciamo subito con tre nomi: Tira, Setsuka e Zasalamel. Questi tre lottatori andranno ad unirsi alla già nutrita schiera ereditata dai capitoli precedenti (anche se per questo episodio non è prevista nessuna "guest star" proveniente da Tekken o da qualsiasi altra fonte più o meno videoludica), e sembra che non abbiano nessuna intenzione di sfigurare nel confronto diretto con gli avversari più scafati. Tira è una ragazza piuttosto giovane di cui si sanno solo due cose: la prima è che in qualche maniera non meglio definita è rimasta sedotta dal potere oscuro della Soul Edge, la seconda che combatte con un'arma che è una via di mezzo tra un hula-hop ed un Chakram, arma che fa volteggiare con la grazia di una ginnasta acrobatica professionista.
Di Setsuka si sa poco di più: è una donna non più giovanissima (ma ancora nel fiore degli anni) addestrata alle nobili arti della Geisha e del Ninjitsu; combatte con una corta spada nascosta nel manico di un ombrello (che sfrutta come scudo o come seconda arma quando è chiuso) ed ha come obiettivo finale la vendetta del suo maestro e amante, ucciso da Mitsurigi. Zasalamel è un altro individuo abbondantemente avvolto nel mistero, in quanto si tratta di uno stregone che con un ciclo continuo di reincarnazioni ha ottenuto la vita eterna, ed insegue incessantemente la spada maledetta, non si sa esattamente con quali scopi; la sua arma: un'enorme falce decorata con disegni orientaleggianti, costruita sul modello di un leggendario artefatto egiziano.
Ma la novità più peculiare di questo Soul Calibur III, l'innovazione che veramente segnerà una differenza sostanziale coi predecessori, sarà la possibilità nell'onnipresente modalità storia (la ricerca della Soul Edge, appunto) di creare il proprio alter ego digitale da zero, scegliendo un modello umanoide di base, modificando particolari come aspetto fisico ed abbigliamento, ed assegnandogli un'arma ed uno stile di combattimento "preso in prestito" da un altro personaggio. Se quindi avete sempre desiderato una combattente che si contorca come Voldo o viceversa un maschione assatanato che brandisse l'alabarda di Seung Mina, almeno sulla carta i vostri desideri saranno esauditi.
That's all, for now. Il motto è sempre quello di "Transcending history and a word a tale of souls and swords eternally retold" che ci accompagna dal primo Soul Edge: l'uscita è prevista per l'autunno prossimo (siamo sui sei mesi circa, quindi) nel mercato giapponese, nella speranza che nel vecchio continente non lo si debba attendere troppo a lungo, rimandiamo tutti i commenti per allora.
Soul Calibur III
Soul Calibur III
Soul Calibur III potrebbe essere il canto del cigno per quanto concerne i picchiaduro su Playstation2, ma anche un ottimo punto di partenza per lo sviluppo futuro della Namco, specie se la nuova modalità storia con personaggio custom dovesse rivelarsi valida come lo è sulla carta. Aspettiamo fiduciosi il prossimo autunno.