Soulmask – Sopravvivere nel Cuore della Giungla – Anteprima PC
Scopri l'affascinante mondo mesoamericano di Soulmask, l'ultimo capolavoro di CampFire Studio che ridefinisce il genere sandbox.
Nella pletora praticamente infinita di giochi sul mercato digitale, risulta abbastanza facile perdersi tra i meandri delle offerte legate allo stesso settore. Uno dei generi più inflazionati è sicuramente quello dei sandbox, prodotti pensati con lo scopo di voler praticamente simulare una seconda vita virtuale, composta da esperienze davvero complesse e articolate, che possono partire dalla semplice “emulazione” della vita fino ad arrivare a qualcosa di più in termini di tempo, impegno, fantasia e ingegno.
Facendo parte del ramo della famiglia sbagliato, quello che si dedica ad altri generi per la maggioranza del tempo, ogni tanto però non mi faccio mancare qualche salto aldiquà della barricata. Una flessione di muscoli pari soltanto al salto dello steccato nella pubblicità dell’Olio Cuore, necessaria pertanto non soltanto per sentirsi in forma, ma anche e soprattutto per uscire dalla propria routine cercando di provare cose nuove.
Mi basta ricordare la parentesi di Conan Exiles, fortunata poiché ricordava il mondo creato da Robert E. Howard, ma se vogliamo arrivare a situazioni più recenti, anche l’esperienza con Albion Online ha fatto il suo ricordandomi che certi videogiochi hanno bisogno di maggiore tempo per essere goduti appieno. Ed è quello che è accaduto in questi giorni con Soulmask, sandbox sviluppato da CampFire Studio che vuole trasportarci in un mondo liberamente ispirato dalla cultura mesoamericana.
Soulmask – L’Importanza della Sopravvivenza
Quello che ormai sanno tutti riguardo i videogiochi sandbox, è che la parte più difficile da superare è certamente l’inizio. Dopo la creazione del personaggio, qui articolata grazie a un tool di creazione piuttosto intrigante, soprattutto per la possibilità di personalizzare abbastanza bene il proprio avatar, ci si ritrova persi all’interno di una fitta giungla.
Nel client di anteprima da noi utilizzato per fortuna c’erano una serie di consigli in sovraimpressione, il classico modo necessario e sufficiente per farti capire cosa raccogliere e come sfruttarlo, soprattutto perché la natura stessa di questi titoli punta a farti scoprire quasi tutto da solo. Ma torniamo un momento al principio. Creato il nostro alter ego, dovremo scegliere una maschera da indossare per tutto il corso della nostra avventura: si tratta essenzialmente di un modificatore interessante di alcuni parametri passivi, seguito in particolare da effetti attivi che vediamo tradotti nello stile di gioco.
La maschera di Conquista si adatta bene allo stile di gioco furtivo, quella della Ricchezza permette una migliore esperienza qualora utilizziate arco e frecce, mentre quella della Civilizzazione garantisce ottimi bonus per la sopravvivenza, soprattutto perché rigenera la vita e migliora le difese.
Chiaramente queste scelte si scoprono sulla lunga durata, soprattutto perché all’inizio il gioco è praticamente un bacino senza fondo di prime esperienze, il classico procedimento dove si raccoglie tutto senza pensare e poi si comincia a leggere ogni elemento cercando di affinare, magari costruendo dei tool di raccolta migliori, o strumenti necessari per difendersi dai pericoli del luogo (spesso rappresentati da animali o tribù piuttosto belligeranti).
In titoli come questi, la maggior parte almeno, non è presente una vera e propria storia da seguire, perciò non vi aspettate delle missioni o un racconto che funga da filo conduttore per farvi capire cosa succede in questo modo. L’unico elemento interessante del gioco è rappresentato dalle maschere, se non altro perché fungono da tramite e permettono di trasferire il nostro controllo da un elemento all’altro della nostra tribù, anche se dovremmo morire in circostanze non proprio piacevoli.
Soulmask – Imparare dai Propri Errori
Come detto poc’anzi, la maggior parte dell’esperienza in compagnia del gioco, almeno per le prime ore, può essere riassunta con un semplice dispiego di energie dedicate a raccolta, apprendimento e costruzione.
Si parte con del semplice legname, seguito da pietre e cibo, e poi si passa alla costruzione di oggetti piuttosto banali, come gli strumenti pensati per raccogliere risorse più elaborate. Poi si passa all’inventario, che all’inizio può sembrare spaesante ma va solo capito dopo qualche utilizzo, e si comincia a costruire altri oggetti, inseguendo la classica routine di creazione e miglioramento per arrivare a prodotti sempre più complessi.
Guardando la mappa del gioco si capisce che la porzione di giungla che si sta esplorando è niente in confronto alla vastità di ciò che viene proposto da CampFire Studio. Esplorandola infatti capita spesso di imbattersi nella fauna locale, non sempre amorevole nei nostri confronti, mentre alcuni indicatori su schermo identificano la presenza di alcune rovine in cui è possibile incontrare tribù belligeranti da sconfiggere per ottenere una buona dose di materiali da utilizzare presso il proprio accampamento.
Il sistema di combattimento è semplice quanto efficace. Soulmask offre un discreto numero di armi comprensive di moveset dedicato da poter utilizzare, come spada a due mani, martello, spada e scudo o due spade, tanto per fare degli esempi, ma devo ammettere che la migliore soluzione per me si è rivelata la combinazione delle doppie spade, questo perché mi hanno offerto una discreta mobilità sul campo di battaglia, unita anche a un danno piuttosto ingente nel momento in cui venivano completate le combo.
È possibile effettuare delle parate, oppure utilizzare arco e frecce, ma onestamente la parte migliore si è rivelata quella di colpire e fuggire, soprattutto cercando di separare i nemici per colpirli uno per volta. In campi più grossi ci siamo trovati a combattere contro un numero di avversari più ingente, motivo che ci ha condotto più di una volta alla sconfitta, soprattutto per il danno a distanza degli avversari (che, a quanto pare, sono dei cecchini incredibili, quindi occhio).
Quando ho creato un nuovo personaggio ho cambiato maschera e sono passato alle sezioni stealth, certo niente di paragonabile a Splinter Cell, ma comunque un buon risultato durante le prime fasi, poiché hanno semplificato di molto quello che prima sembrava praticamente insuperabile. Oltre alle rovine, sulla mappa sono presenti altri indicatori tutti da esplorare, che vi permetteranno di ottenere non solo valuta per potenziare la maschera, ma anche e soprattutto veri e propri santuari in cui ottenere attività uniche per quest’ultima.
Ogni azione all’interno di Soulmask comporta l’apprendimento di un’abilità, motivo che vi garantisce un certo livello di immersività unito soprattutto alla capacità di poter migliorare le attività a seconda del nostro stile di gioco. Alcune sono imprescindibili, come raccogliere materiali, lavorarli e costruire, mentre altre cambiano come la capacità nell’utilizzo delle armi, che dopo un certo livello di uso garantisce lo sblocco anche di abilità attive da equipaggiare. Per dirvi, un’abilità ottima che abbiamo all’inizio è quella della visione, che alla semplice pressione di un tasto offre la possibilità di rivelare qualsiasi forma di vita entro un raggio di azione contenuto (migliorabile con l’upgrade della maschera).
Ultimo ma non ultimo, la costruzione del campo, importantissima soprattutto perché garantisce prima di ogni cosa un respawn point fisso, unito chiaramente alla possibilità di creare banchi da lavoro dedicati al miglioramento del personaggio. La cosa più interessante che ho notato è la possibilità di salvare dei personaggi che poi possono unirsi alla mia tribù: una volta fatto, quest’ultimi diventano vera e propria forza lavoro che può essere spesa per ogni attività, dal semplice recupero di materiali all’essere la nostra guardia del corpo nelle situazioni più disperate.
Certo, almeno per il momento, si rivela difficile fare paragoni particolari (sebbene in questi giorni il titolo è uscito ufficialmente in Early Access) soprattutto pensando a prodotti come ARK, ma il progetto sembra particolarmente solido e offre davvero tantissime cose da fare.
Soulmask – Tecnicamente Davvero Impressionante
La versione testata in questi giorni si è rivelata particolarmente solida dal punto di vista tecnico, garantendo un’esperienza appassionante su entrambe le nostre configurazioni di gioco. Tuttavia, su laptop abbiamo riscontrato alcune limitazioni che non ci hanno permesso di impostare tutti gli elementi visivi al massimo.
L'influenza degli agenti atmosferici, combinata con la risoluzione dinamica dell'acqua, ha messo a dura prova il calcolo del framerate, costringendoci talvolta a fare qualche compromesso, come abbassare alcuni valori grafici. Nonostante ciò, la resa delle texture è rimasta impeccabile. L'unica critica potrebbe riguardare la realizzazione dei personaggi, che mostra qualche carenza, soprattutto per quanto riguarda la rappresentazione delle corporature. Su desktop al contrario, grazie alla 4060ti, siamo riusciti a giocare senza nessun particolare intoppo.
Per quanto riguarda il comparto audio, il gioco non presenta musiche particolarmente memorabili o coinvolgenti (cosa che forse verrà implementata in seguito). Gli effetti sonori sono funzionali e ben implementati, ma la colonna sonora manca di impatto emotivo e non contribuisce significativamente all'immersione nel gioco.