Spartan Total War
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Lo scorso anno Sega-Sammy annunciava l'ottenimento del brand di Matrix al fine di sfruttarne le tematiche per un gioco online. Il più recente Game Developer Conference tenutosi a San Francisco ha invece segnato un'acquisizione magari mondialmente più tacita, ma invero non meno apprezzabile. Con "The Creative Assembly" nelle proprie scuderie, la mamma di Sonic non solo si infiltra con successo in una delle più apprezzate case occidentali, ma propone al mercato console uno sviluppatore reso celebre dal settore pc. Insomma: le aspettative sono alte e le sfide (tanto creative quanto finanziarie) si propongono per entrambe le parti in causa.
Come facilmente lascia presagire il titolo del progetto, ad essere protagonista sarà un guerriero spartano, pronto ad affrontare quattordici livelli di gioco ed altrettanto impegnato in una guerra fra la città lacedemone, unica capace di fronteggiare il nemico, e l'impero romano (costantemente affamato di conquista). In termini di crude cifre, ciononostante, non è il numero di locazioni esplorabili a richiamare attenzione, quanto semmai quello inerente i soldati visualizzabili contemporaneamente su schermo: centocinquanta. Certo, il dettaglio non potrà raggiungere vette estetiche ragguardevoli (benché a breve, al pari di accorgimenti sonori, le animazioni dovrebbero subire notevoli ritocchi); eppure lo scontro e l'incontro di tante unità lascia presagire una frenesia che nella mischia virtuale non fa che giovare, potenzialmente, all'intrattenimento. Una frenesia, ben inteso, mai caotica o fine a sé stessa, se si considera la varietà e l'aggiramento della ripetitività delle missioni. Non conteranno del resto solo gli obbiettivi (i quali spaziano fra protezione, infiltrazioni, sabotaggi ed eliminazione di capi-schiera), ma le possibilità offerte dall'armamentario e dall'indole stessa del giocatore giocheranno un ruolo tutt'altro che secondario.
A quanto pare, infatti, la preferenza di archi e frecce, o lame da mischia e protezioni (a loro volta utilizzabili per farsi largo offensivamente) e via di questo passo muterà in maniera non accessoria l'esperienza di gioco (andando così ad incrementare il grado di rigiocabilità del titolo). Né finisce qua: i Numi dell'Olimpo saranno propensi a premiare gli esiti dei combattimento a loro più affini (verosimilmente un approccio diretto si tradurrà in una simpatia di e per Ares, mentre un'interpretazione della battaglia più calcolata potrebbe richiamare le attenzioni della dea Atena).
Da una parte si perde senz'altro la meticolosità e particolarità di un sistema di gioco quale potrebbe essere uno basato su computer, però dall'altra si abbracciano e la fruibilità e l'immediatezza dell'ambito console, scelta finale quantomeno encomiabile viste le rinunce e la complementare volontà di rinnovarsi (o meglio, di immedesimarsi) dei creativi anglosassoni (senza per questo cadere in luoghi comuni e senza tradurre quanto detto in un inesatto dualismo fra raffinatezza e semplicismo). In uscita per il trio di console generazionali, Spartan Total War è da mettere seriamente in lista fra i prodotti degni di nota, a maggior ragione se al blasone dei nomi si aggiunge l'interesse per una struttura di gioco apparentemente ben architettata e dimostrante la versatilità dei suoi creatori nel passare dalla strategia all'azione.
Come facilmente lascia presagire il titolo del progetto, ad essere protagonista sarà un guerriero spartano, pronto ad affrontare quattordici livelli di gioco ed altrettanto impegnato in una guerra fra la città lacedemone, unica capace di fronteggiare il nemico, e l'impero romano (costantemente affamato di conquista). In termini di crude cifre, ciononostante, non è il numero di locazioni esplorabili a richiamare attenzione, quanto semmai quello inerente i soldati visualizzabili contemporaneamente su schermo: centocinquanta. Certo, il dettaglio non potrà raggiungere vette estetiche ragguardevoli (benché a breve, al pari di accorgimenti sonori, le animazioni dovrebbero subire notevoli ritocchi); eppure lo scontro e l'incontro di tante unità lascia presagire una frenesia che nella mischia virtuale non fa che giovare, potenzialmente, all'intrattenimento. Una frenesia, ben inteso, mai caotica o fine a sé stessa, se si considera la varietà e l'aggiramento della ripetitività delle missioni. Non conteranno del resto solo gli obbiettivi (i quali spaziano fra protezione, infiltrazioni, sabotaggi ed eliminazione di capi-schiera), ma le possibilità offerte dall'armamentario e dall'indole stessa del giocatore giocheranno un ruolo tutt'altro che secondario.
A quanto pare, infatti, la preferenza di archi e frecce, o lame da mischia e protezioni (a loro volta utilizzabili per farsi largo offensivamente) e via di questo passo muterà in maniera non accessoria l'esperienza di gioco (andando così ad incrementare il grado di rigiocabilità del titolo). Né finisce qua: i Numi dell'Olimpo saranno propensi a premiare gli esiti dei combattimento a loro più affini (verosimilmente un approccio diretto si tradurrà in una simpatia di e per Ares, mentre un'interpretazione della battaglia più calcolata potrebbe richiamare le attenzioni della dea Atena).
Da una parte si perde senz'altro la meticolosità e particolarità di un sistema di gioco quale potrebbe essere uno basato su computer, però dall'altra si abbracciano e la fruibilità e l'immediatezza dell'ambito console, scelta finale quantomeno encomiabile viste le rinunce e la complementare volontà di rinnovarsi (o meglio, di immedesimarsi) dei creativi anglosassoni (senza per questo cadere in luoghi comuni e senza tradurre quanto detto in un inesatto dualismo fra raffinatezza e semplicismo). In uscita per il trio di console generazionali, Spartan Total War è da mettere seriamente in lista fra i prodotti degni di nota, a maggior ragione se al blasone dei nomi si aggiunge l'interesse per una struttura di gioco apparentemente ben architettata e dimostrante la versatilità dei suoi creatori nel passare dalla strategia all'azione.