Splinter Cell: Double Agent
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La serie di Splinter Cell, l'unica davvero in grado di rivaleggiare con quella di Metal Gear Solid, ha raggiunto livelli di qualità decisamente elevati. Ogni episodio ha infatti saputo introdurre di volta in volta interessanti novità al livello di gameplay che, pur in una coerente continuità di fondo, hanno di fatto consentito alla serie di presentare fattori di diversificazione tali da offrire un'esperienza di gioco sempre più profonda ed appagante.
Nonostante ciò e dopo tre capitoli di indubbio successo, anche alla Ubisoft si sono accorti che una scossa, seppur di proporzioni non certo epocali, poteva essere necessaria per evitare pericolose fossilizzazioni della serie intorno a meccaniche che alla lunga sarebbero potute risultate decisamente ripetitive. Il risultato prende il nome di Splinter Cell: Double Agent, titolo atteso su PC e console per il mese di Settembre.
La prima novità parte dalla trama e dalla caratterizzazione del protagonista, apparso fino a questo momento privo di un qualsivoglia stralcio di "profondità" e limitato da un'impostazione ridotta al solo uso di battute tipiche di un film d'azione.
Con Double Agent avremo modo di sapere qualcosa di più sul passato di Sam Fisher e su quanto questo ultimo abbia inciso sul suo futuro. La morte di una figlia è un evento che ti sconvolge la vita; Fisher poteva finire nel baratro della depressione, invece richiamato dalla National Security Agency è pronto per una nuova e difficile missione. Sam si ritrova in carcere, condannato per omicidi plurimi. Possibile che da fedele servitore dello stato si sia potuto trasformare in uno spietato killer? Certo che no. La sua, infatti, è solo l'ennesima missione sotto copertura, un metodo non convenzionale per avvicinare un pericoloso terrorista e conquistarne la fiducia tramite l'evasione dal carcere, in modo da ottenere l'arruolamento nell'organizzazione criminale impegnata nella pianificazione di un attacco terroristico di proporzioni epiche.
Ecco il perché del sottotitolo "Double agent"; bisognerà infatti far convivere in maniera verosimile la propria doppia identità. Da una parte il nostro Sam dovrà assumere comportamenti coerenti a quelli di un terrorista per non destare troppi sospetti, mentre dall'altra dovrà altresì intervenire al fine di limitare, per quanto possibili, inutili spargimenti di sangue fra i civili. Ed è proprio questa possibilità di scelta, che introduce per la prima volta nella serie un fattore morale, la principale novità nel gameplay del gioco, ovvero la ricerca del giusto equilibrio tra il bene ed il male, purché necessario. Come da tradizione, non mancheranno comunque tutte quelle fasi puramente stealth, dove bisognerà avanzare in una sorta di nascondino elevato al quadrato, senza farsi scoprire dall'occhio vigile di guardie telecamere. Gli ambienti non saranno però solamente uffici caratterizzati da stanze e corridoi claustrofobici, ma questa nuova avventura ci porterà a visitare locazioni decisamente più aperte e soggette a condizioni atmosferiche variabili.
Tra le altre novità ormai confermate ecco il debutto dei quick time event, che similmente a quanto accadeva in Resident Evil 4, renderanno ancor più varia e soprattutto dinamica l'azione, anche in quei frangenti apparentemente più tranquilli. Pare ulteriormente ampliata anche la possibilità d'interazione con i personaggi non giocanti; per esempio, già a partire dai primi istanti di gioco dovremo collaborare con il nostro compagno di cella per evadere, aiutandoci a vicenda per superare ostacoli strutturali ed impedimenti di ogni tipo.
Tecnicamente il gioco sembra rappresentare già in questa fase preliminare, un passo in avanti rispetto al già ottimo Chaos Teory, con miglioramenti particolarmente accentuati soprattutto per quel concerne le illuminazioni in tempo reale, e le ambientazioni, particolarmente vaste e diversificate.
Pur ancora lontano dalla sua versione definitiva, "Double Agent" pare comunque già avere tutte le carte in regola per donare un po' di freschezza alla serie di Splinter Cell.
Nonostante ciò e dopo tre capitoli di indubbio successo, anche alla Ubisoft si sono accorti che una scossa, seppur di proporzioni non certo epocali, poteva essere necessaria per evitare pericolose fossilizzazioni della serie intorno a meccaniche che alla lunga sarebbero potute risultate decisamente ripetitive. Il risultato prende il nome di Splinter Cell: Double Agent, titolo atteso su PC e console per il mese di Settembre.
La prima novità parte dalla trama e dalla caratterizzazione del protagonista, apparso fino a questo momento privo di un qualsivoglia stralcio di "profondità" e limitato da un'impostazione ridotta al solo uso di battute tipiche di un film d'azione.
Con Double Agent avremo modo di sapere qualcosa di più sul passato di Sam Fisher e su quanto questo ultimo abbia inciso sul suo futuro. La morte di una figlia è un evento che ti sconvolge la vita; Fisher poteva finire nel baratro della depressione, invece richiamato dalla National Security Agency è pronto per una nuova e difficile missione. Sam si ritrova in carcere, condannato per omicidi plurimi. Possibile che da fedele servitore dello stato si sia potuto trasformare in uno spietato killer? Certo che no. La sua, infatti, è solo l'ennesima missione sotto copertura, un metodo non convenzionale per avvicinare un pericoloso terrorista e conquistarne la fiducia tramite l'evasione dal carcere, in modo da ottenere l'arruolamento nell'organizzazione criminale impegnata nella pianificazione di un attacco terroristico di proporzioni epiche.
Ecco il perché del sottotitolo "Double agent"; bisognerà infatti far convivere in maniera verosimile la propria doppia identità. Da una parte il nostro Sam dovrà assumere comportamenti coerenti a quelli di un terrorista per non destare troppi sospetti, mentre dall'altra dovrà altresì intervenire al fine di limitare, per quanto possibili, inutili spargimenti di sangue fra i civili. Ed è proprio questa possibilità di scelta, che introduce per la prima volta nella serie un fattore morale, la principale novità nel gameplay del gioco, ovvero la ricerca del giusto equilibrio tra il bene ed il male, purché necessario. Come da tradizione, non mancheranno comunque tutte quelle fasi puramente stealth, dove bisognerà avanzare in una sorta di nascondino elevato al quadrato, senza farsi scoprire dall'occhio vigile di guardie telecamere. Gli ambienti non saranno però solamente uffici caratterizzati da stanze e corridoi claustrofobici, ma questa nuova avventura ci porterà a visitare locazioni decisamente più aperte e soggette a condizioni atmosferiche variabili.
Tra le altre novità ormai confermate ecco il debutto dei quick time event, che similmente a quanto accadeva in Resident Evil 4, renderanno ancor più varia e soprattutto dinamica l'azione, anche in quei frangenti apparentemente più tranquilli. Pare ulteriormente ampliata anche la possibilità d'interazione con i personaggi non giocanti; per esempio, già a partire dai primi istanti di gioco dovremo collaborare con il nostro compagno di cella per evadere, aiutandoci a vicenda per superare ostacoli strutturali ed impedimenti di ogni tipo.
Tecnicamente il gioco sembra rappresentare già in questa fase preliminare, un passo in avanti rispetto al già ottimo Chaos Teory, con miglioramenti particolarmente accentuati soprattutto per quel concerne le illuminazioni in tempo reale, e le ambientazioni, particolarmente vaste e diversificate.
Pur ancora lontano dalla sua versione definitiva, "Double Agent" pare comunque già avere tutte le carte in regola per donare un po' di freschezza alla serie di Splinter Cell.