Star Ocean: Till the End of Time
di
Antonio 'Treasure Hunter' Norfo
Swim trough an ocean of stars
Una perla unica è in arrivo e gli appassionati del genere preparino calendario e pennarello, pronti a cerchiare in rosso la data d'uscita. Sofferto ed a lungo atteso, Star Ocean Till the end of time si appresta a raggiungere l'occidente dopo aver graziato il Giappone da un ormai discreto numero di mesi. La versione definitiva sarà in realtà la seconda uscita in terra nipponica (ovvero la Directory's Cut, arricchita e di personaggi e di dungeon segreti) e con gioia dell'utenza europea l'ultima fatica Tri-Ace raggiungerà anche i nostri patri lidi, sotto distribuzione Ubisoft.
Dalle vicissitudini narrate in Star Ocean: The Second Story sono ormai passati ben quattro millenni e le gesta di Claude C. Kenni e Rena Lanford riecheggiano ormai in un'eternità remota, tanto distante quanto quelle galassie infinite che intuiscono i nostri occhi e che ruolo centrale hanno ovviamente nella serie di casa Enix (i cui natali risalgono al 1996 su Super Famicom).
Una federazione interstellare dona tranquillità al genere umano sempre desideroso ed avido di nuove conquiste e sempre alla ricerca di mondi vergini da aggiogare al proprio dominio.
Fate Linegod e Sophia Esteed (diciannovenne l'uno e diciassettenne l'altra) sono i primi attori del nuovo J-Rpg plasmato Tri-Ace, gruppo interno a Square Enix e già responsabile peraltro del passato della saga in questione (che giunge con Till the end of time al suo terzo tassello, o al quarto se considerassimo l'episodio portatile Blue Spere, sequel diretto di The second story apparso su Game Boy Color).
I nostri alter-ego, ritrovatisi in una sorta di gita astrale, soccombono agli scherzi del destino, il quale (guarda caso) ha deciso di far loro vivere un'avventura degna d'esser detta tale.
Basta un piccolo attacco improvviso ed i due giovani si ritroveranno improvvisamente separati l'uno dall'altro, catapultati ciascuno in un angolo dell'universo a loro sconosciuto e desiderosi come prima cosa di ricongiungersi.
Da questo evento tutto prenderà moto con incontri vari, intrecci di turno e con un cast di personaggi destinato ben presto a crescere (ognuno di essi sarà inoltre delineato da particolari talenti e gusti che torneranno utili in fase di creazione degli item). A loro saranno dedicate le note Private Actions, ma mentre nel prequel occorreva premere il tasto quadrato prima di entrare nei borghi adesso i vari dialoghi (che consolidano le affinità tra compagni di viaggio e determinano i vari finali multipli) sono completamente implementati nelle fasi esplorative.
Uno dei punti di forza di Star Ocean è stato in passato il suo frenetico e divertente sistema di combattimenti. Till the end of time non vuole essere da meno e permetterà noi di ingaggiare battaglie in real time con la consolidata celerità d'azione.
Questa volta tuttavia si dà l'addio agli scontri random, giacché i nemici sono tutti visibili su schermo e, con la dovuta maestria, potranno essere evitati in pieno stile stealth (usanza che sembra andare di voga, considerando anche il fatto che il futuro master piece Final Fantasy XII se ne servirà).
I membri combattenti raggiungono al massimo il numero di tre e soltanto uno di essi (selezionabile a nostra preferenza) verrà direttamente controllato dal joypad (i rimanenti due invece verranno gestiti da una soddisfacente intelligenza artificiale, limata da scelte tattiche del giocatore).
Premendo triangolo si accederà al menu della sempre utile Heraldry (l'arte esoterica dell'universo di Star Ocean) e chiaramente non mancheranno al novero delle abilità le varie skill legate agli attacchi fisici.
Fin qui nulla di nuovo, ma ad entrare in gioco è una speciale barra che terrà conto delle azioni svolte dai belligeranti del party e vedrà di dar loro adeguate ricompense (ad esempio monetarie o a livello di punti esperienza e di bonus acquisiti).
L'esplorazione verrà accompagnata da una telecamera ruotabile a 360°, da 60 FPS costanti e da una funzionale mappa su schermo che permetterà meglio lo studio della morfologia degli ambienti, stilisticamente ineccepibili (talvolta letteralmente mozzafiato) e dalla grandissima estensione.
Indubbiamente è qui che rispetto al passato si acquista maggior fasto e meraviglia, donando forza all'intero background artistico ed incitando a lunghe passeggiate virtuali.
Tecnicamente e a livello di scelte artistiche il parto Square Enix si dimostra sopra la media e di sicuro impatto e parimenti la colonna sonora vanta gli stessi piacevoli risultati, onorata com'è dal nome di un Motoi Sakuraba in stato grazia (già dietro ai pentagrammi del secondo episodio e, ad esempio, di Valkyrie Profile, rispettivamente datati 1998 e 1999).
Una perla unica è in arrivo e gli appassionati del genere preparino calendario e pennarello, pronti a cerchiare in rosso la data d'uscita. Sofferto ed a lungo atteso, Star Ocean Till the end of time si appresta a raggiungere l'occidente dopo aver graziato il Giappone da un ormai discreto numero di mesi. La versione definitiva sarà in realtà la seconda uscita in terra nipponica (ovvero la Directory's Cut, arricchita e di personaggi e di dungeon segreti) e con gioia dell'utenza europea l'ultima fatica Tri-Ace raggiungerà anche i nostri patri lidi, sotto distribuzione Ubisoft.
Dalle vicissitudini narrate in Star Ocean: The Second Story sono ormai passati ben quattro millenni e le gesta di Claude C. Kenni e Rena Lanford riecheggiano ormai in un'eternità remota, tanto distante quanto quelle galassie infinite che intuiscono i nostri occhi e che ruolo centrale hanno ovviamente nella serie di casa Enix (i cui natali risalgono al 1996 su Super Famicom).
Una federazione interstellare dona tranquillità al genere umano sempre desideroso ed avido di nuove conquiste e sempre alla ricerca di mondi vergini da aggiogare al proprio dominio.
Fate Linegod e Sophia Esteed (diciannovenne l'uno e diciassettenne l'altra) sono i primi attori del nuovo J-Rpg plasmato Tri-Ace, gruppo interno a Square Enix e già responsabile peraltro del passato della saga in questione (che giunge con Till the end of time al suo terzo tassello, o al quarto se considerassimo l'episodio portatile Blue Spere, sequel diretto di The second story apparso su Game Boy Color).
I nostri alter-ego, ritrovatisi in una sorta di gita astrale, soccombono agli scherzi del destino, il quale (guarda caso) ha deciso di far loro vivere un'avventura degna d'esser detta tale.
Basta un piccolo attacco improvviso ed i due giovani si ritroveranno improvvisamente separati l'uno dall'altro, catapultati ciascuno in un angolo dell'universo a loro sconosciuto e desiderosi come prima cosa di ricongiungersi.
Da questo evento tutto prenderà moto con incontri vari, intrecci di turno e con un cast di personaggi destinato ben presto a crescere (ognuno di essi sarà inoltre delineato da particolari talenti e gusti che torneranno utili in fase di creazione degli item). A loro saranno dedicate le note Private Actions, ma mentre nel prequel occorreva premere il tasto quadrato prima di entrare nei borghi adesso i vari dialoghi (che consolidano le affinità tra compagni di viaggio e determinano i vari finali multipli) sono completamente implementati nelle fasi esplorative.
Uno dei punti di forza di Star Ocean è stato in passato il suo frenetico e divertente sistema di combattimenti. Till the end of time non vuole essere da meno e permetterà noi di ingaggiare battaglie in real time con la consolidata celerità d'azione.
Questa volta tuttavia si dà l'addio agli scontri random, giacché i nemici sono tutti visibili su schermo e, con la dovuta maestria, potranno essere evitati in pieno stile stealth (usanza che sembra andare di voga, considerando anche il fatto che il futuro master piece Final Fantasy XII se ne servirà).
I membri combattenti raggiungono al massimo il numero di tre e soltanto uno di essi (selezionabile a nostra preferenza) verrà direttamente controllato dal joypad (i rimanenti due invece verranno gestiti da una soddisfacente intelligenza artificiale, limata da scelte tattiche del giocatore).
Premendo triangolo si accederà al menu della sempre utile Heraldry (l'arte esoterica dell'universo di Star Ocean) e chiaramente non mancheranno al novero delle abilità le varie skill legate agli attacchi fisici.
Fin qui nulla di nuovo, ma ad entrare in gioco è una speciale barra che terrà conto delle azioni svolte dai belligeranti del party e vedrà di dar loro adeguate ricompense (ad esempio monetarie o a livello di punti esperienza e di bonus acquisiti).
L'esplorazione verrà accompagnata da una telecamera ruotabile a 360°, da 60 FPS costanti e da una funzionale mappa su schermo che permetterà meglio lo studio della morfologia degli ambienti, stilisticamente ineccepibili (talvolta letteralmente mozzafiato) e dalla grandissima estensione.
Indubbiamente è qui che rispetto al passato si acquista maggior fasto e meraviglia, donando forza all'intero background artistico ed incitando a lunghe passeggiate virtuali.
Tecnicamente e a livello di scelte artistiche il parto Square Enix si dimostra sopra la media e di sicuro impatto e parimenti la colonna sonora vanta gli stessi piacevoli risultati, onorata com'è dal nome di un Motoi Sakuraba in stato grazia (già dietro ai pentagrammi del secondo episodio e, ad esempio, di Valkyrie Profile, rispettivamente datati 1998 e 1999).
Star Ocean: Till the End of Time
Star Ocean: Till the End of Time
Una perla unica del genere è in arrivo. Sofferto ed a lungo atteso, Star Ocean Till the end of time si appresta a raggiungere l'occidente dopo aver graziato il Giappone da un discreto numero di mesi. Forte del suo reparto tecnico-stilistico (sia a livello visivo che sonoro) il titolo preserva l'immediatezza e la fulmineità dei combattimenti del suo predecessore, apportando rispetto al passato notevoli evoluzioni (soprattutto per quanto concerne la maestosità e l'esplorazione degli ambienti). Che gli appassionati segnino tre volte in rosso la data d'uscita: l'ultima fatica Tri-Ace non è certo da lasciare sugli scafali dei negozi.