StarCraft II: Heart of the Swarm

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E gli Zerg? Apparentemente per lo Sciame (su cui, ricordiamo, sarà incentrata la campagna principale) le cose non si mettono benissimo, con la concorrenza apparentemente messasi ai ripari contro gli attacchi fulminei di Zergling e compagnia brutta, ma non pensate che la razza insettoide preferita da ogni PCista sia rimasta a corto di idee o di trucchetti evolutivi, tutt'altro.
Magari non avranno fatto un granché per darsi un aspetto più presentabile, ma gli orfani dell'Unica Mente hanno lavorato bene in ciò che meglio gli riesce: infestare, colpire a tradimento, essere, insomma dei subdoli ed efficaci predatori. La novità sicuramente più interessante é sicuramente rappresentata dai Viper, che rimpolpano la comunque scarna aviazione Zerg con un paio di insolite abilità di supporto, atte a cancellare lo svantaggio dei suoi dovuto alla penuria di attaccanti a distanza.

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Spietato e preciso, il Viper può catturare unità nemiche ed attirarle a sé, possibilmente esponendole alla mercé di alleati da mischia strategicamente piazzati, o in alternativa, ridurre temporaneamente al minimo la portata delle armi di chiunque si trovi nel raggio d'azione del suo attacco ad area. Dal cielo passiamo invece direttamente al sottosuolo con lo Swarm Host, l'arma d'assedio definitiva dell'esercito Zerg. Incapaci di attaccare direttamente, questi allegri bacherozzi sono virtualmente inoffensivi finché si trovano sopra il livello del suolo; ma una volta interrati la musica cambia: l'Host infatti da quel momento può spawnare a gettito continuo orde di piccoli Locust, che, tenendo fede al nome, sono sì piccoli, ma dannosi come la grandine (ammesso che la grandine sia in grado di radere completamente al suolo una base spaziale in breve tempo, naturalmente). Rapidi, numerosi, discretamente potenti nel colpire ma soprattutto virtualmente interminabili, questi parassiti saranno capaci di mettere in crisi qualunque "padrone di casa" non abbastanza accorto da dotarsi di rivelatori, necessari per stanare e rispedire al creatore il
responsabile dell'infestazione.

Per il resto, registriamo come siano state riviste alcune abilità e alcuni dettagli minori, mentre a livello di strutture e di gestione tutto é come l'abbiamo lasciato da Wings of Liberty, anche se é
impossibile escludere a priori qualche sorpresa da qui al rilascio ufficiale: per questa fase della beta precedentemente abbiamo utilizzato il termine "cantiere aperto", e ne vogliamo ribadire il concetto,
considerato come tra numerose modifiche e ritocchi in corso d'opera, unità introdotte/rimosse (nel momento in cui questo articolo viene pubblicato, ad esempio, i già citati Warhound sono stati tolti dal roster e la possibile reintroduzione verrà discussa prossimamente) e idee già ipotizzate dal team di sviluppo; quella che ci si presenta ogni volta che apriamo il client é una realtà ancora molto mutevole, coi ragazzi di Blizzard che con ogni evidenza stanno prestando estrema attenzione ai feedback e sono al lavoro a pieno regime perché il prodotto finale risulti il più curato possibile. Giusto per mantenere gli standard della casa, insomma.


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Standard che dal punto di vista della realizzazione tecnica erano già stati ampiamente rispettati, peraltro. L'engine che ha debuttato in Wings of Liberty fa sempre una grandissima figura anche a distanza di un paio di annetti, con una resa visiva di prim'ordine combinata a pretese hardware tutt'altro che vessatorie, e la stessa cosa si può dire per la colonna sonora, su cui c'é massima fiducia nei nuovi brani che sicuramente accompagneranno la release definitiva.

Vale la pena spendere anche un paio di parole sulla raggiunta maturità di Battle.Net, su cui Blizzard ha puntato molto fin dal lancio di Starcraft 2, e che anche in questa prova sul campo di Heart of the
Swarm si sta provando un buon servizio, pienamente all'altezza di sostenere un gioco così pesantemente sbilanciato verso il multigiocatore; il matchmaking s'é dimostrato il più delle volte veloce ed efficiente, e un netcode non ha sembrato registrare passi indietro, mantenendo una fluidità totale e una piena godibilità del gioco.

In conclusione, cosa possiamo aspettarci da Heart of the Swarm? Beh, in attesa di un assetto finalmente definitivo di unità e features, possiamo sicuramente dire che si tratta di Starcraft al 100%, e questo é indubbiamente cosa buona & giusta: probabilmente nessuno avrebbe veramente voluto una radicale rivoluzione in qualcosa che funziona benissimo e quanto abbiamo visto non tradisce nessuna aspettativa, pure con licenza di creare ulteriore approvazione con qualche elemento nuovo ben studiato e inserito con mestiere. Magari a danno dei neofiti, che si troveranno con qualcosa in più da imparare a padroneggiare. Ma d'altronde, stiamo pur sempre parlando di un "capitlo 2", per cui ci sono poche scuse per non rimboccarsi bene le maniche e farsi una bella lezione accelerata da comandanti intergalattici. E possiamo scommetterci, ne varrà la pena.

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StarCraft II: Heart of the Swarm

StarCraft II: Heart of the Swarm

Heart of the Swarm si preannuncia un investimento a colpo sicuro per tutti gli amanti di Starcraft: stessa (magnifica) formula con qualche "puntello" per arricchire un piatto già ricco e gustoso.
Sebbene non siamo ancora a una versione definitiva del gioco, Blizzard ancora una volta sembra indirizzata sulla strada giusta, speriamo solo che questa volta l'attesa per la release ufficiale sia un pò meno sfiancante...

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