Starship Troopers: Extermination, ognuno faccia la sua parte – Anteprima PC

Non sarà uno dei migliori adattamenti di sempre, ma come film d’intrattenimento puro Starship Troopers resta una perla del genere action sci-fi, come ormai non ne fanno più. Rincresce quindi che nel mondo videoludico non sia mai riuscito a decollare, visto il successo di numerosi “horde shooter” nel corso degli anni. 

Di giochi che propongono esperienze simili ce ne sono diversi, e alcuni ci vanno molto vicini, come un Earth Defense Force o un Deep Rock Galactic a caso, ma non è la stessa cosa. Ecco perché quando Offworld Industries annunciò il debutto in early access su Steam di Starship Troopers: Extermination ho fatto carte false per provarlo il prima possibile, ed è stato subito amore. Volete saperne di più?

Vorrei togliermi subito il dente elogiando il lavoro svolto dal team di sviluppo: in termini di presentazione, atmosfera, effetti e colonna sonora, persino il “vibe” che si respira durante le sessioni, tutto è stato ricreato alla perfezione usando come riferimento la pellicola del ‘97. Il breve filmato di propaganda prima di ogni match, il design di soldati, aracnidi e strutture militari, le movenze e le esplosioni colorate degli insetti, c’è una cura maniacale per il dettaglio che permette di immergersi subito nei panni del cittadino modello, pronto a fare la sua parte per la patria; la community poi è piena di fan del film e regolarmente vengono urlate citazioni a caso durante gli scontri a fuoco. Ora come ora è un piacere avviare il gioco. 

Non solo, Starship Troopers: Extermination è uscito in early access da neanche due settimane e già vanta un livello di pulizia e ottimizzazione che gran parte dei tripla A moderni si sognano: prestazioni solide, tranne quando sullo schermo ci sono dozzine di alieni che esplodono all’unisono, bug quasi non pervenuti (a noi ne è capitato letteralmente uno solo durante la prova, ed era più esilarante che problematico), latenza minima con 4 server dedicati tra cui scegliere in base alla provenienza, stabilissimi tra l’altro, mai una disconnessione, caricamenti brevi e consistenti, matchmaking a tratti istantaneo... Funziona tutto e senza intoppi.

L'unico insetto buono è un insetto morto

Mouse e tastiera alla mano, il titolo Offworld Industries si presenta un FPS cooperativo PVE studiato per il solo multiplayer online. Come membro della Deep Space Vanguard, in un plotone di 16 giocatori suddivisi in 4 squadre, l’obiettivo di ogni missione è riconquistare le regioni del pianeta Valaka, stabilire un accampamento e difenderlo dagli assalti della minaccia insetto.  

Al momento sono disponibili due modalità: in Assault and Secure si procede in gruppo, avanzando in territorio ostile fino a catturare l’avamposto; quindi, si fortifica il perimetro e si cerca di resistere all’assalto degli aracnidi fino allo scadere del tempo, dopodiché si fugge verso il punto d'estrazione per abbandonare l’area. In ARC Slam invece le basi sono più o meno le stesse, ma prima di accendere il generatore è necessario alimentarlo, e non si hanno risorse per costruire strutture; pertanto, è necessario collaborare per portare a termine gli obiettivi sparpagliati ai quattro angoli della mappa per recuperare carburante e minerali da raffinare, oppure mettere al sicuro aree a rischio o eliminare bersagli strategici per ridurre temporaneamente l’attività nemica.  

I match possono durare tra i 20 e i 30 minuti, al cui termine si ottiene esperienza per ogni insetto abbattuto, azioni di supporto e numero di marine superstiti (il respawn viene disabilitato durante la ritirata), che vanno ad accrescere l’arsenale della classe selezionata tra le 3 disponibili. Il campionario per ora è limitato, e al di là delle abilità primarie non c’è molto a delineare l’identità delle varie specializzazioni. 

L’Hunter è in grado di volare, correre a grandi velocità e posizionare casse di munizioni, l’ideale quindi per azioni mordi e fuggi e supporto tattico; il Bastion può incassare più colpi e monta un fucile d’assalto pesante; l’Operatore può curare e rianimare gli alleati, utilizzare un lanciagranate e trasportare le taniche con i materiali senza penalità di movimento. Per il resto abbiamo una discreta selezione di varianti dell'iconico fucile Morita, un paio di pistole, granate, esplosivi, strumentazione assortita e abilità passive, di cui buona parte condivisa tra le classi, solo sbloccata a livelli differenti.

Allo stato attuale i contenuti non sono molti. Vero, portare al massimo le classi richiede un sacco di tempo, ma per vedere tutto quello che Extermination ha da offrire bastano 4-5 ore; quello che segue è un “more of the same”, ragion per cui interesse nei confronti del titolo è destinato a variare sensibilmente in base al vostro rapporto con la formula di gioco, e alla compagnia che riuscite a portarvi dietro. Fortuna che l’esperienza in sé è davvero divertente. 

Il gunplay regala grandi soddisfazioni ma ha qualche limite: il rinculo dell’arma e il clangore dei proiettili sono stati realizzati magistralmente, si sente tutto il peso di ogni colpo esploso, e aprire il fuoco nello sciame di aracnidi non ha prezzo. Gli manca un po' di feedback però: salvo sporadici tentennamenti o critici che li stordisce sul posto, gli enormi caricatori del Morita non sembrano intimidire le creature; compaiono buchi e chiazze di sangue qua e là, ma prima di cascare a terra esanimi non arretrano di un millimetro e non danno segno di accusare gli attacchi subiti. Ci vorrebbero reazioni più dinamiche, e un qualche sistema di smembramento, a quel punto rasenteremmo la perfezione; uno degli aggiornamenti annunciati prevede “più gore”, il che fa ben sperare.

Cosa offre Starship Troopers: Extermination

Interessante le meccaniche di creazione dell’avamposto, anche qui con margini di miglioramento: costruire strutture difensive, come mura, cancelli, recinti elettrificati, torri di guardia e torrette automatiche, e collaborare al progetto in chat vocale con altri giocatori è uno spasso, specie con la giusta compagine, i controlli sono intuitivi e i pezzi s’incastrano bene fra loro. Nel complesso è un editor ben fatto, ma la superficie edificabile è circoscritta a pochi spiazzi e non c’è varietà nelle planimetrie realizzabili al momento, se non barriere su barriere che gli artropodi giganti cercheranno di sfondare a testate. Creare percorsi in stile tower defense mi sembra fuori luogo, ma almeno mine o postazioni fisse? Non è giusto che solo gli insetti abbiano accesso all’artiglieria pesante. 

Detto questo, trincerarsi sulle balconate e crivellare di piombo qualunque cosa si muova senza neanche prendere la mira, talmente sono numerosi i bersagli, oppure coprire la ritirata degli alleati dal trasporto pronto al decollo, incitandoli mentre hanno l’orda alle calcagna, è una delle esperienze più coinvolgenti e infervoranti che io ricordi negli ultimi anni. Il tutto enfatizzato ulteriormente dagli epicheggianti brani che risuonano in sottofondo, ispirati al film. Nuove armi, classi, mappe, aracnidi, meccaniche e funzionalità sono in arrivo, e non vedo l’ora che ciò avvenga.