Stubb The Zombie

Punchbowl è una ridente cittadina americana, che sembra partorita del mix delle ambientazioni dei primi due Ritorno al Futuro: l'atmosfera, la cultura, il design delle auto e i personaggi sono quelli tipici degli anni '50 americani, in cui però la tecnologia è quella di un futuro non troppo prossimo, evidente nello stile di alcuni palazzi, negli automi che assistono gli uomini e nei contenuti tecnologici delle auto, capaci di volare esattamente come la DeLorean guidata da M.J. Fox.
Tanta serenità e tranquillità, tuttavia, deve in qualche modo essere perturbata, a meno di non dover parlare di un simulatore di città gioiosa. E così è: il gioco narra, infatti, le vicende di Edward Stubblefield (per gli amici zombi, Stubb) che, dopo esser stato ucciso e sepolto in un parco della città, vive una seconda giovinezza (se così si può dire) nei panni di uno zombi.


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Siamo tutti zombi
Per la prima volta, infatti, siamo qui a parlare di un gioco in cui assumerete i panni di un non-morto, il cui unico obiettivo, in poche parole, consiste nello "zombificare" tutti gli abitanti della (non più) ridente città. Per fare ciò dovrete attaccare passanti, contadini e poliziotti, fino a stordirli e a renderli facili prede per l'attacco finale, che consiste nell'azzannare il loro cranio e mangiargli il cervello, in un tripudio di schizzi di sangue e di frammenti di cranio che rimbalzano qua e là.
Tutto ciò potrebbe sembrare una sorta di Resident Evil al contrario, ma ciò che lo mantiene a distanza dai titoli Capcom (avvicinandolo così al buon Destroy All Humans) è l'umorismo che pervade in ogni angolino del titolo, evidente nelle numerose parodie che riconoscerete lungo l'evolvere dei fatti. Giusto per fare un esempio, ridicolo è il filmato che mostra un robot-pompa di benzina che fa rifornimento a un'auto della polizia, in cui sembra proprio che stia facendo i suoi bisognini nel serbatoio della benzina.


Armata di non-morti
Una volta abbattuto un umano, egli giacerà per qualche secondo al suolo, quindi si rialzerà e combatterà al vostro fianco, diventando così un valido alleato. A scapito di una resistenza e di un'AI piuttosto scarse, infatti, essi rappresentano un ottimo metodo per richiamare l'attenzione degli uomini armati, per poi attaccarli personalmente in modo tempestivo ed efficace. Tuttavia non c'è da aspettarsi un sistema di impartizione dei comandi elaborato: in fin dei conti il cervello gli è stato sottratto da voi stessi poco fa... L'unico modo per interagire con loro, quindi, sarà richiamarli al vostro fianco mediante un fischio, oppure mandarli in una certa direzione con uno spintone. Nulla di più.
I nemici, come detto, assumono l'aspetto di comuni umani armati di mazza da baseball, di poliziotti con pistola, unità di assalto con tanto di manganelli e scudi in plexiglas, contadini equipaggiati con fucili o doppiette, oppure bestioni che armeggiano una temibile motosega. Per affrontarli avrete tutta una serie di poteri, nonché uno scudo capace di rigenerarsi allo stesso modo di quello di Halo.

Zombi danzante
Il gameplay sa essere anche vario, alternando ai combattimenti (che si terranno in centri commerciali, immensi commissariati, vie della città...) fasi di guida a bordo di veicoli e pazze gare di ballo, che in qualche modo ricordano il minigame visto in GTA.
Anche tecnicamente questo Stubb sa essere molto convincente, forte di una grafica davvero riuscita coronata da effetti di illuminazione molto belli a vedersi e da animazioni che sembrano quanto meno realistiche (per quanto possa essere realistico uno zombi). Un elogio se lo merita, per esempio, il sobbalzo che qualche poliziotto compie per lo spavento subito nel vedervi sbucare all'improvviso.
Lascia perplessi solamente una certa ripetitività dei dialoghi pronunciati dalle vittime, una linearità delle ambientazioni talvolta evidente, una fase iniziale-tutorial piuttosto noiosa (che per fortuna cessa velocemente) e una certa lunghezza dei caricamenti, che però non riescono a scalfire quanto di buono mostrato dal resto del titolo. Aspetteremo fiduciosi fino all'uscita sugli scaffali.

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