Summoner

Dopo la mezza delusione di Orphen, a più di un anno dalla sua uscita il monolite nero di Sony si trova, ahimé, ancora privo di un GdR degno di questo nome, degno cioé di una certa rilevanza. Con estrema prepotenza, tuttavia, si presenta l'entrata in scena dell'ultimo nato in casa Volition
Ignorando tutte le teorie su una ipotetica "specializzazione" di un team di programmazione circa un determinato genere, i creatori di Descent: Freespace si immergono nel più tipico dei Giochi di Ruolo, quello con ambientazione fantasy medioevale. Immediatamente evidente é il distacco di Summoner dalla tradizione dei GdR tipicamente proposti su console, i così detti GdR "alla giapponese"

Al contrario, i caratteri principi di questa realizzazione si rifanno chiaramente ai titoli che costellano la produzione su piattaforma Windows. Benché la trama, innanzitutto, non si presenti effettivamente articolata, il gameplay risulta assai poco lineare, donando al giocatore ampi margini di scelta in accordo con quanto osservato nelle produzioni di questo tipo, contrariamente alla tradizione dei GdR per console, che offrono a volte ben poco al giocatore in termini di libertà, presentando dei veri e propri binari e costruendo sulla trama stessa il successo di un titolo
Final Fantasy VII é, evidentemente, l'esempio più famoso di questa filosofia. Tornando a Summoner, l'avventura avrà come protagonista centrale il giovane Joseph, eroe in grado di evocare e controllare potenti creature grazie all'utilizzo di cinque antichi anelli. Di qui, si dipanerà l'eterna lotta contro il male, incarnato stavolta dall'imperatore Murod. Nonostante sia chiaro fin dall'inizio il ruolo di primo piano di Joseph, nel corso del gioco il party sarà arricchito da altri tre personaggi, ognuno dei quali avrà una propria storia finemente caratterizzata e proprie caratteristiche peculiari. Resta da sperare che il tutto non sia appiattito nella solita pletora di cliché che contraddistinguono solitamente i personaggi dei Giochi di Ruolo