Super Monkey Ball

C'era una volta un mondo in cui, parlando della grande "S", non si pensava a Sony, ma a Sega. Questo mondo strampalato altro non é che lo stesso in cui viviamo tutti noi... circa un lustro fa. Al giorno d'oggi non solo la "S" più splendente nel mondo console é quella di Sony, ma addirittura Sega si é ridimensionata in "semplice" software house, rinunciando così alla produzione di hardware. Conseguenza diretta di questa sterilizzazione della mamma del Dreamcast é l'apparizione sulle console della (ex) concorrenza dei titoli di punta di Sega, una volta esclusivi delle sue piattaforme, come nel caso di Super Monkey Ball, titolo prodotto da Sega per sala giochi, ma ora pronto a essere trasposto sul GameCube Nintendo

SEGA, UNA GARANZIA
Tutti gli aficionados di Sega sanno perfettamente che negli ultimi anni, soprattutto con il Dreamcast, i titoli più originali e divertenti sono stati proprio partoriti dall'ex grande "S" (Jet Set Radio e Crazy Taxi, giusto per fare due esempi), e questo Super Monkey Ball non fa decisamente eccezione. Innanzitutto é già curioso che il coin op del gioco avesse al posto della normale manopola una banana (ebbene sì), ma é tutto il gameplay a portare una ventata di novità nel genere dei rompicapo
A ogni modo, già dando un'occhiata ai protagonisti del gioco, si percepisce immediatamente la bizzarria del titolo: il giocatore potrà scegliere il proprio personaggio tra i tre membri di una famiglia di scimmie (mamma, papà e figliolo) intrappolata in una sfera. Questi strampalati personaggi si adattano perfettamente alla struttura di gioco, che consiste nel condurre queste scimmie-palla attraverso cento livelli con il compito di raccogliere il più alto numero di banane sparse nei livelli
A dire il vero l'obiettivo del gioco non é la raccolta delle banane, ma ciò nonostante bisogna considerare che condurre la sfera fino alla fine del livello non é impresa affatto facile. Infatti, se fino a questo punto della descrizione della dinamica di gioco può sembrare di trovarsi di fronte a una copia del vecchio Marble Madness, é importante sottolineare che i livelli non subiscono passivamente il passaggio del giocatore sopra di loro, ma hanno anche una componente attiva. Questa fonte di vita si traduce in superfici che da piane diventano ondulate, in terreni che si spaccano improvvisamente in due per poi tornare ad essere un pezzo unico, e così via. Date queste incontrollabili deformazioni del terreno, é veramente difficile arrivare al termine di un livello al primo tentativo ed é qui che entrano in gioco le banane: una volta raccolti cento di questi frutti si avrà in ricompensa una preziosa vita aggiuntiva, indispensabile per arrivare alla fine dei cento livelli. Risulta chiaro dunque perché, anche se non é imposto di raccogliere un numero minimo di banane, sia sempre opportuno raccattare la più grande quantità possibile di questo frutto tropicale. Da notare infine la presenza di un tempo determinato per terminare un livello, scaduto il quale si é costretti a ricominciare da capo