Tactics Ogre PSP

di Fabio Fundoni
Come riscoprire una saga nascosta
Il nome di Tactics Ogre non dirà forse molto alla massa dei videogiocatori italiani, ma é sicuramente in grado di far vibrare il cuore degli appassionati di strategia a turni. Il primo episodio del brand risale all'epoca d'oro del Super NES (con il nome di Ogre Battle), ma i vari capitoli usciti hanno reso felici generazioni di possessori di PlayStation, Game Boy Advance e persino SEGA Saturn. Se vi siete persi tutto questo non siete affetti da particolari amnesie selettive, semplicemente siete europei poco avvezzi al mercato import. Esatto, perché il mondo di Tactics Ogre é sempre rimasto confinato in Giappone e Nord America, lasciando godere delle sue gioie solo un ristretto numero di nostri conterranei.



Con l'ondata di remake che ha segnato gli ultimi anni di PSP, arriva anche quello di Tactics Ogre: Let Us Cling Together, rilasciato per la prima volta nel lontano 1995 e oggi pronto per sbarcare anche nei nostri negozi. Lo stile é quello che molti di voi conoscono grazie al nome di Final Fantasy Tactics, filone non per nulla nato da una costola di Tactics Ogre per raggiunger una fetta di pubblico più ampia, grazie anche ad un livellamento della difficoltà verso il basso. Infatti sequele di sconfitte e imprecazioni del giocatore sono marchio di fabbrica della serie originale creata da Yasumi Matsuno (già visto in titoli come Final Fantasy XII, Vagrant Story e, appunto, vari “Tactics”), adesso in mano al buon Hiroshi Minagawa, da sempre suo strettissimo collega.

“Strategia a turni”, insomma sarà il caso di aguzzare l'ingegno e sfruttare a nostra utilità ogni possibile elemento del gioco, in ambientazioni suddivise in quadrati a mo' di scacchiera, con rigidi turni a decidere chi sarà a compiere la prossima mossa. Dopo le primissime partite, da vedere come un tutorial sul campo, la necessità di decidere per bene ogni movimento sarà più che evidente, a patto di non voler vedere compromesso il futuro della nostra squadra. Tra le scelte da compiere anche un po' di “destino”, vista la presenza degli immancabili tarocchi. All'inizio del gioco dovremo rispondere ad alcune domande sibilline(inserendo anche la data di nascita) che segneranno alcune qualità del nostro eroe che dovrà essere, forse a suo malgrado, protagonista di una lunga e tortuosa trama, in compagnia della sorella Catiua e altri compagni. A fare da sfondo la classica guerra civile che sta devastando il mondo di Valeria. A combattere tre etnie: i Gargastan, i Walstanian e i Bacrumese.

Mondo fantasy a quadretti
La struttura del gioco é tanto semplice nella sua formula quanto complicata nel mix di possibilità e opzioni che saranno offerte al giocatore. Partiamo da quel che potremo fare sul campo di battaglia, dove avremo la classica dicotomia tra fase di movimento e fase di azione. Potremo compiere una delle due cose nella sequenza da noi preferita, così da poterci avvicinare ad un nemico e attaccarlo oppure colpire un avversario già vicino e poi fuggire per cercare una migliore postazione di difesa. Naturalmente non si tratterà solo di usare le armi, ma avremo accesso (con un po' di pazienza) a diverse abilità, skill e magie. Occhi bene aperti per scandagliare le opportunità delle ambientazioni, dove la conformazione del territorio potrebbe rappresentare un valido alleato per portare a casa la vittoria in una delle tante battaglie che affronteremo durante la trama. Attaccare il nemico da dietro le spalle sarà utilissimo, come cercare una posizione sopraelevata per scagliare le nostre frecce.



Come in tutte le battaglie strategiche che si rispettino, anche qui l'importanza della pianificazione, prima che il sangue inizi a scorrere, sarà semplicemente fondamentale. Prima di tutto, tramite un sistema di reclutamento a pagamento (maledetti mercenari), rimpingueremo le file del nostro gruppo, avendo un occhio di riguardo per l'eterogeneità dei soldati. Insomma, meglio prepararsi a qualsiasi evenienza. Indubbiamente il discorso non può esulare dagli equipaggiamenti, reperibili in battaglia e nei vari negozi. Ogni personaggio può indossare un buon numero di armi e armature, senza contare oggetti di varia natura. Servirà impegnare qualche minuto per rendere ottimale la vestizione di ogni elemento, ma ne varrà decisamente la pena.

Inoltre, tra un passaggio di livello e l'altro, dovremo anche gestire la classe dei nostri protagonisti. I cambiamenti saranno fattibili grazie ad apposite pergamene acquistabili nei negozi o, talvolta, recuperabili sui campi di battaglia. Inutile dire che, anche in questo caso, prendere una decisione sarà molto importante per l'economia delle partite e necessiterà di un minimo di studio, basti pensare che i “job” sono sull'ordine della quarantina, tra berserk, valchirie, arcieri e maghi vari. La caratterizzazione é dunque ai massimi livelli, oggi come ieri, e permette una immedesimazione pressoché ottima per tutti coloro che adorano avere sotto controllo ogni aspetto delle proprie truppe, lasciando magari interdetti gli utenti alla ricerca di un gioco un pelo più leggero.

Le mille difficoltà del campo di battaglia
Chi ha potuto mettere le mani su uno qualsiasi dei capitoli di questa saga, sa perfettamente che il livello di sfida é sempre stato uno dei punti focali del gioco. Per alcuni davvero troppo elevato per non frustrate il giocatore, per altri un vero motivo per cercare di migliorarsi sempre e superare l'ottima intelligenza artificiale gestita dalla CPU. La difficoltà non é cambiata nemmeno in questa nuova incarnazione sulla console portatile Sony, ma il team di Square Enix ha deciso di inserire un nuovo elemento che possa essere punto d'incontro tra giocatori più hardcore e utenti poco inclini a imprecare di continuo nei confronti del videogame. Arriva così il “Chariot”, una opzione che permetterà al giocatore di tornare in dietro per ben 50 mosse, creando una specie di “rewind” simile a quelli visti negli ultimi giochi di guida. Ancora di salvezza per non buttare all'aria partite su cui si é sputato sangue e tempo o scelta poco fedele alla filosofia del gioco originale, per compiacere un pubblico sempre meno abituato a giochi realmente difficili? Il giudizio a riguardo dipenderà principalmente dal tipo di giocatore che ritenete di essere...

Tecnicamente, portare su PSP un titolo nato circa sedici anni fa, era una discreta sfida, ma gli sviluppatori sono riusciti sa rendere il tutto estremamente piacevole come in passato, senza tradirne lo stile e sfruttando a dovere le possibilità date dalla console Sony, piccola ma sempre adeguatamente performante. Non dovete certo attendervi una grafica da mille e una notte, ma la realizzazione é decisamente piacevole, con una discreta attenzione per i particolari. Menzione d'onore per i ritratti dei personaggi, una vera chicca! L'hardware ha poi permesso di inserire uno “scroll” dei livelli mediante la levetta analogica, molto comodo per osservare tutto il campo di battaglia, senza contare la possibilità di utilizzare la classica telecamera con visuale isometrica o spostare il tutto ad una modalità a volo d'uccello. Aggiungete che adesso potrete schierare più unità rispetto al passato e avrete una resa più che gradevole.

Non tradisce nemmeno il sonoro, adeguato alle situazioni e capace di portare la mente del giocatore a situazioni epiche che, vista l'elevatissima longevità che potrebbe accompagnarvi per circa cento ore. Presente anche la possibilità del multiplayer, ma allo stato attuale, con il gioco ancora in attesa di uscire nei negozi, é impossibile azzardare qualsiasi giudizio a riguardo.

Ad ogni modo, le speranze per avere un ottimo remake di uno dei giochi più riusciti nell'ambito delle console, dal punto di vista strategico a turni, sono davvero alte, grazie ad un lavoro certosino e fedele alle idee originale made in “Square Enix”. Speriamo solo che le concessioni per raggiungere un pubblico più vasto non vadano ad intaccare la bellezza di un titolo senza tempo!