Tales of Zestiria
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C'é una serie di JRPG che in Italia sta creando una fanbase sempre più importante ed affezionata. Parliamo di Tales of, che un'uscita dopo l'altra sa farsi apprezzare dagli amanti del genere, grazie ad un sistema di combattimento avvincente e personaggi affascinanti, protagonisti di avventure spesso indimenticabili. Ormai Bandai Namco ci regala un nuovo capitolo all'anno e ad ottobre sarà il turno di Tales of Zestiria, che abbiamo avuto l'opportunità di provare in anteprima presso gli studi italiani del publisher
La storia ci racconta di Sorey, un umano cresciuto in mezzo a creature spirituali chiamate Serafini. Proprio per questo é unico nel suo genere, in grado di fare da ponte tra il mondo dei suoi simili e di questi esseri magici. L'altro suo pregio é la capacità di combattere e sconfigere gli Avernali, mostri creati dalla rabbia ed emozioni negative degli umani. Per questo si identifica con la mitologica figura dei Pastori, destinati a vagare per il mondo e salvare le persone in difficoltà. Suo compagno inseparabile é il serafino dell'acqua Mikleo e subito all'inizio del gioco i due incontreranno l'umana Alisha. Sappiamo che nel corso del gioco il cast si arricchirà di altri comprimari, ma nella prima manciata di ore che abbiamo potuto vedere e giocare non siamo riusciti ad avanzare più di tanto nella trama. La storia viene portata avanti attraverso scene di intermezzo e lunghi dialoghi, anche in stile anime in particolari siparietti stile Tales of. Inoltre nelle fasi iniziali non sono mancati lunghi video animati.
Come spesso capita nel genere, Tales of Zestiria inizia lento, cerca di illustrarci il suo mondo e di assorbirci nell'atmosfera. Ad ogni modo siamo rimasti incuriositi da una particolarità della trama. I serafini, in quanto essere spirituali, non sono visibili agli umani, cosa che rende alcune situazioni davvero particolari. Lo stesso vale per gli Avernali, che agli occhi degli esseri umani appaiono come normali persone. Vedremo come questo elemento verrà sfruttato nel titolo a livello narrativo.
Se la componente narrativa ci ha incuriositi, possiamo dire altrettanto anche del sistema di combattimento. Questo riprende le ormai consolidate basi della serie rimescolando però alcune regole, per rinfrescarlo. Il primo importante cambiamento lo troviamo nella gestione dei PT, che si ricaricano in automatico in pochi secondi rimanendo fermi o in difesa. Ciò permette un approccio radicalmente più dinamico al combattimento, sfruttando a fondo attacchi speciali e mosse potenti senza paura di dover consumare oggetti per ricaricare i punti azione.
Interessante anche la gestione del party, visto che con la semplice pressione di un tasto potremo passare da un personaggio ad un altro e persino fonderli in un'entità unica.
Purtroppo le fusioni non erano ancora attive nelle prime fasi di gioco, quindi non abbiamo potuto testarle con mano.
Abbiamo in compenso esplorato un po' i menu per notare come la gestione dell'equipaggiamento ricopra un ruolo molto importante, visto che le varie skill vengono attivate in base agli oggetti indossati. Inoltre la sommatoria delle abilità può generare ulteriori potenziamenti o poteri completamente nuovi.
Per quanto riguarda l'esplorazione invece non abbiamo particolarità da segnalare, i livelli sono lineari e costringono il giocatore all'interno della mappa, a volte in modo fin troppo artificiale, visto che cespugli e persino corsi d'acqua rappresentano barriere invalicabili.
Gli sviluppatori dovrebbero lavorare per svecchiare il motore grafico, questi dettagli rovinano un po' l'immersione in un mondo altrimenti coloratissimo ed affascinante. Sotto il profilo tecnico, Tales of Zestiria ha mostrato alti e bassi. I personaggi sono splendidi, quasi indistinguibili da un anime di qualità. Lo stesso non possiamo dire dei fondali, poveri di poligoni e coperti da texture poco accattivanti, creando uno stacco che a volte stona. In linea di massima, comunque, il tutto é abbastanza piacevole da guardare, anche grazie ad un'azzeccata direzione artistica, fedele allo stile della saga. Diciamo che passando a Playstation 4 avremmo sperato in un balzo tecnico più convinto, ma quanto meno la fluidità ci é parsa sempre ottima.
Infine vale la pena aggiungere una nota sull'adattamento, che vanta un'ottima traduzione in italiano di tutta la parte scritta, menu e sottotitoli per intenderci. Il doppiaggio é disponibile invece sia in inglese che in giapponese.
Protagonisti eterei
La storia ci racconta di Sorey, un umano cresciuto in mezzo a creature spirituali chiamate Serafini. Proprio per questo é unico nel suo genere, in grado di fare da ponte tra il mondo dei suoi simili e di questi esseri magici. L'altro suo pregio é la capacità di combattere e sconfigere gli Avernali, mostri creati dalla rabbia ed emozioni negative degli umani. Per questo si identifica con la mitologica figura dei Pastori, destinati a vagare per il mondo e salvare le persone in difficoltà. Suo compagno inseparabile é il serafino dell'acqua Mikleo e subito all'inizio del gioco i due incontreranno l'umana Alisha. Sappiamo che nel corso del gioco il cast si arricchirà di altri comprimari, ma nella prima manciata di ore che abbiamo potuto vedere e giocare non siamo riusciti ad avanzare più di tanto nella trama. La storia viene portata avanti attraverso scene di intermezzo e lunghi dialoghi, anche in stile anime in particolari siparietti stile Tales of. Inoltre nelle fasi iniziali non sono mancati lunghi video animati.
Come spesso capita nel genere, Tales of Zestiria inizia lento, cerca di illustrarci il suo mondo e di assorbirci nell'atmosfera. Ad ogni modo siamo rimasti incuriositi da una particolarità della trama. I serafini, in quanto essere spirituali, non sono visibili agli umani, cosa che rende alcune situazioni davvero particolari. Lo stesso vale per gli Avernali, che agli occhi degli esseri umani appaiono come normali persone. Vedremo come questo elemento verrà sfruttato nel titolo a livello narrativo.
Un Tales of tutto nuovo
Se la componente narrativa ci ha incuriositi, possiamo dire altrettanto anche del sistema di combattimento. Questo riprende le ormai consolidate basi della serie rimescolando però alcune regole, per rinfrescarlo. Il primo importante cambiamento lo troviamo nella gestione dei PT, che si ricaricano in automatico in pochi secondi rimanendo fermi o in difesa. Ciò permette un approccio radicalmente più dinamico al combattimento, sfruttando a fondo attacchi speciali e mosse potenti senza paura di dover consumare oggetti per ricaricare i punti azione.
Interessante anche la gestione del party, visto che con la semplice pressione di un tasto potremo passare da un personaggio ad un altro e persino fonderli in un'entità unica.
Le novità del sistema di combattimento ci sono piaciute
Purtroppo le fusioni non erano ancora attive nelle prime fasi di gioco, quindi non abbiamo potuto testarle con mano.
Abbiamo in compenso esplorato un po' i menu per notare come la gestione dell'equipaggiamento ricopra un ruolo molto importante, visto che le varie skill vengono attivate in base agli oggetti indossati. Inoltre la sommatoria delle abilità può generare ulteriori potenziamenti o poteri completamente nuovi.
Per quanto riguarda l'esplorazione invece non abbiamo particolarità da segnalare, i livelli sono lineari e costringono il giocatore all'interno della mappa, a volte in modo fin troppo artificiale, visto che cespugli e persino corsi d'acqua rappresentano barriere invalicabili.
Gli sviluppatori dovrebbero lavorare per svecchiare il motore grafico, questi dettagli rovinano un po' l'immersione in un mondo altrimenti coloratissimo ed affascinante. Sotto il profilo tecnico, Tales of Zestiria ha mostrato alti e bassi. I personaggi sono splendidi, quasi indistinguibili da un anime di qualità. Lo stesso non possiamo dire dei fondali, poveri di poligoni e coperti da texture poco accattivanti, creando uno stacco che a volte stona. In linea di massima, comunque, il tutto é abbastanza piacevole da guardare, anche grazie ad un'azzeccata direzione artistica, fedele allo stile della saga. Diciamo che passando a Playstation 4 avremmo sperato in un balzo tecnico più convinto, ma quanto meno la fluidità ci é parsa sempre ottima.
Infine vale la pena aggiungere una nota sull'adattamento, che vanta un'ottima traduzione in italiano di tutta la parte scritta, menu e sottotitoli per intenderci. Il doppiaggio é disponibile invece sia in inglese che in giapponese.