Tekken 4
I picchiaduro rappresentano da sempre uno dei generi più amati dai videogiocatori. La frenesia d'azione, la sua immediatezza e il gusto per il combattimento sono sicuramente le armi vincenti che hanno saputo far presa sul pubblico degli "smanettoni" da sala e non; in particolar modo negli ultimi anni si sono viste succedersi numerose serie, diverse sia per successo sia per qualità, e ben poche hanno saputo ritagliarsi uno spazio degno di nota in un marasma di proposte di tale dimensione. Una di queste, però, é sicuramente la saga di Tekken..
STORIA DI UN SUCCESSO INASPETTATO
Dal lontanissimo Karate Master ai giorni d'oggi ne é passata di acqua sotto i ponti. I beat'em up si sono evoluti a ondate, seguendo il più delle volte i passi di chi era riuscito a sfondare sul mercato. Street Fighter II rappresentò nei primi anni novanta IL gioco per antonomasia, facendo la fortuna della propria software house (Capcom) e di chi poteva fregiarsi sulla propria console di un titolo di tale calibro. Migliaia e migliaia furono i cloni dell'epoca ma poi, com'é lecito aspettarsi, l'evoluzione tecnologica e i nuovi mezzi a disposizione hanno alla lunga avuto il meglio sul "mito"
Primo fortissimo scossone fu dato da Virtua Fighter di Sega, il quale fregiandosi di un motore grafico poligonale (rivoluzionario per l'epoca) destò clamore e divenne capostipite di una nuova forma di picchiaduro, che andava perdendo la sua originale forma 2D a favore di un 3D che avrebbe a posteriori rappresentato la strada da seguire. Fu allora che Namco, conscia degli stravolgimenti in atto e dei successi della casa avversaria, decise di dare alla luce Tekken. Mai però ci si sarebbe attesi un risultato così incredibile. Laddove Virtua Fighter muoveva personaggi sullo stile "legolandia" Tekken invece vantava una serie di personaggi definiti, ricchi di texture, gourad-shading e altri effetti grafici di inimitabile livello
Ma non solo, le differenza riguardavano anche il gameplay, dimostrando che il titolo Namco non voleva solamente limitarsi a fare il verso al concorrente, ma soprattutto creare un nuovo filone a sé, basato non più sull'immediatezza di gioco bensì su una esasperata "tecnicità". Sia ben chiaro, anche il titolo Sega e il "decadente" Street Fighter II risultavano molto tecnici, ma la differenza era insita nell'approccio di gioco. Senza conoscere una mossa era quasi impossibile godere del titolo Namco, "pecca" che alla lunga rappresentò proprio il suo punto di forza
STORIA DI UN SUCCESSO INASPETTATO
Dal lontanissimo Karate Master ai giorni d'oggi ne é passata di acqua sotto i ponti. I beat'em up si sono evoluti a ondate, seguendo il più delle volte i passi di chi era riuscito a sfondare sul mercato. Street Fighter II rappresentò nei primi anni novanta IL gioco per antonomasia, facendo la fortuna della propria software house (Capcom) e di chi poteva fregiarsi sulla propria console di un titolo di tale calibro. Migliaia e migliaia furono i cloni dell'epoca ma poi, com'é lecito aspettarsi, l'evoluzione tecnologica e i nuovi mezzi a disposizione hanno alla lunga avuto il meglio sul "mito"
Primo fortissimo scossone fu dato da Virtua Fighter di Sega, il quale fregiandosi di un motore grafico poligonale (rivoluzionario per l'epoca) destò clamore e divenne capostipite di una nuova forma di picchiaduro, che andava perdendo la sua originale forma 2D a favore di un 3D che avrebbe a posteriori rappresentato la strada da seguire. Fu allora che Namco, conscia degli stravolgimenti in atto e dei successi della casa avversaria, decise di dare alla luce Tekken. Mai però ci si sarebbe attesi un risultato così incredibile. Laddove Virtua Fighter muoveva personaggi sullo stile "legolandia" Tekken invece vantava una serie di personaggi definiti, ricchi di texture, gourad-shading e altri effetti grafici di inimitabile livello
Ma non solo, le differenza riguardavano anche il gameplay, dimostrando che il titolo Namco non voleva solamente limitarsi a fare il verso al concorrente, ma soprattutto creare un nuovo filone a sé, basato non più sull'immediatezza di gioco bensì su una esasperata "tecnicità". Sia ben chiaro, anche il titolo Sega e il "decadente" Street Fighter II risultavano molto tecnici, ma la differenza era insita nell'approccio di gioco. Senza conoscere una mossa era quasi impossibile godere del titolo Namco, "pecca" che alla lunga rappresentò proprio il suo punto di forza