The Cave

di Roberto Vicario
Abbastanza in penombra e lontano dalle luci della ribalta che animano lo showfloor, nell'area dedicata ai titoli SEGA, era presente uno stanzino in cui Ron Gilbert ( tornato a collaborare con Tim Shafer ) presentava a gruppi di piccoli giornalisti, uno degli arcade title più interessanti del prossimo inverno. Stiamo parlando di The Cave. Noi siamo stati tra i pochi fortunati.

La speranza in una grotta


Entrando nello stanzino adibito alla presentazione, tantissimi pensieri si sono accavallati nella mia mente. Vedere Ron Gilbert entrare a far parte dello studio fondato da Tim Shafer ( la double fine production ) e lavorare attivamente ad un progetto di questo software house é sicuramente un evento che tantissimi giocatori di vecchia data come me aspettavano da tantissimo tempo.



Gilbert seguendo la filosofia di questo nuovo studio di sviluppo ha deciso di realizzare un progetto che si non può definire del tutto originale, é quanto meno interessante per quel che concerne le meccaniche di gioco.

Gia il titolo, The Cave, é significativo su quale sarà la vera protagonista di questo gioco: una grotta. Grotta che sarà dotata di voce e che accompagnerà per tutta la durata dell'avventura il giocatore spesso con commenti irriverenti e scherzosi. Elemento quello comico, sempre presente nei titoli di questo sviluppatore.

La grotta é un luogo, magico, ricco di segreti e tutti quelli che ci si avventurano sono alla ricerca di qualcosa o di qualcuno. Partendo da questo presupposto nelle prime battute di gioco ci troveremo obbligati a selezionare tre personaggi da un roster di sette, che può annoverare diverse figure: un cavaliere, un viaggiatore del tempo, una coppia di gemelli, un contadino, uno scienziato, un monaco e un cercatore di tesori.

Ognuno di questi avrà uno scopo ben preciso, e si troverà a dover collaborare con gli altri due componenti del party per poter raggiungere l'agognato obiettivo.

Una volta all'interno della grotta, abbiamo scoperto il gameplay del titolo: un action platform 2D con diversi elementi puzzle che vanno a sfruttare la collaborazione tra i diversi personaggi di gioco.

Elementi puzzle, che saranno composti da una serie di oggetti e situazioni che incontreremo all'interno delle cavità della conformazione rocciosa. Una grotta che a detta degli sviluppatori si adatterà in base ai tipi di personaggi che avremo selezionato all'inizio della nostra avventura.

Per quel poco che abbiamo potuto vedere, l'ambiente di gioco si dimostra un vero e proprio trattato di game e level design. Mostri, distributori automatici, draghi, castelli, fanciulle da salvare, tesori e oggetti magici sono solo alcuni degli oggetti con cui dovremo interagire per portare a termine i diversi compiti e le diverse sfide che la grotta ci metterà di fronte per far raggiungere l'agognato obiettivo ai nostri protagonisti.




Oltre alle diverse combinazioni tra oggetti, potremo fare anche affidamento su alcune peculiari abilità che ogni personaggio potrà sfoggiare. Il cavaliere, ad esempio, potrà sfruttare il suo “scudo divino” per proteggersi dal getto di fuoco di un drago in protezione di una chiave, così da poterlo distrarre mentre un altro personaggio si appresta a rubarlo di nascosto.

Anche nelle animazioni dei diversi personaggi, trasparirà ancora una volta, ed in maniera decisamente più prepotente una vera e propria comicità che non saprà far trattenere le risate neanche ai giocatori più seriosi.

Un tecnica semplice ma efficace!


Se quindi sotto l'aspetto ludico - pur non avendo avuto modo di provarlo - emergono abbastanza prepotentemente caratteristiche quali la collaborazione tra personaggi o l'uso di oggetti particolari ed insoliti per risolvere le diverse situazioni di gioco, sotto l'aspetto puramente tecnico il titolo di Double Fine risulta decisamente più semplice, ma non per questo meno efficace.

La grafica in finto bidimensionale regala una serie di livelli e personaggi estremamente dettagliati sia per quanto riguarda la mole poligonale, ma sopratutto per le animazioni di gioco che, come abbiamo già ripetuto a più riprese in questo articolo, servono principalmente a regalare quel tocco di ironia al contesto di gioco.

Non manca nemmeno un uso più che buono delle telecamere che seguiranno principalmente il personaggio selezionato e si sposterà sul resto dei componenti del gruppo solo dopo aver deciso di cambiare noi manualmente l'attenzione da un avventuriero all'altro.

Sotto l'aspetto sonoro ci troviamo di fronte ad una campionatura di suoni particolare ma estremamente efficace per il contesto di gioco. A questo si aggiunge un doppiaggio vocale, della roccia in particolare, azzeccato e coinvolgente.

Tirando le somme possiamo quindi affermare che questo primo contatto con The Cave, ha tolto ogni dubbio sull'effettiva bontà del titolo. Un gioco per tutti, ma sopratutto aperto ad un tipologia di gioco che può modificarsi sensibilmente in base a chi lo giocherà e come deciderà di giocarlo.

A questo si aggiunge la firma di gente come Ron Gilbert e Tim Shafer che dovrebbero rassicurare anche i giocatori più scettici. Appuntamento a questo inverno quindi con l'uscita del titolo sugli store digitali.