The Chronicles of Riddick: Assault on Dark Athena

di
RITORNA RIDDICK (QUASI)
Un set di renne con incluso Santa Claus? 2499,99 euro al catalogo Ikea. Telefonino con Jingle Bells in dolby surround come suoneria fissa? 899,99 euro al mercatino dell'usato di Cuneo. Paura di rimanere senza regali sotto all'albero di Natale? Per tutto il resto c'é Atari e Paola Menzaghi, PR di Atari Italia, che ha seguito con pazienza una turbolenta comitiva di undici dei più scalmanati giornalisti italiani da Milano alla Svezia. Basta salire su un aereo diretto a Stoccolma, fare una corsa fino a Uppsala e citofonare Starbreeze Studios, Dragarbrunnsgatan(non é una bestemmia in dialetto svedese) numero 78B. Se la fortuna vi sorride può rispondere Vin Diesel. Altrimenti se la fortuna é momentaneamente occupata ci sono i ragazzi di Starbreeze Studios per illustrare in anteprima il nuovo episodio delle cronache di Riddick. Sottotitolo: Assault on Dark Athena.

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RIPASSO DI STORIA CONTEMPORANEA
“Chronicles of Riddick: Escape from Butcher Bay” era il titolo chilometrico che riassume una parola sola: successo. Correva l'anno 2004 e Starbreeze Studios scalava le classifiche dei grandi successi per Xbox “numero uno” con un cavallo di battaglia che correva veloce grazie a grandi novità nella grafica e una giocabilità più ampia rispetto ai canoni dell'fps. Per gli amanti della precisione, il primo Riddick introdusse l'uso delle soft shadows e del normal mapping che contribuirono a creare una dimensione visiva a fortissimo impatto, tenuto conto che era il 2004. Riddick era un fps non convenzionale, perché integrava attacchi stealth, esplorazione in terza persona con arrampicate e altri movimenti non lineari e infine una narrazione più densa. Ma non era questa l'unica chiave del successo. Riddick era già una piccola icona del grande schermo grazie a Vin Diesel, che era il protagonista di un film parallelo a Escape from Butcher Bay. Non c'é bisogno di fare il quiz. Sì, la risposta é giusta, era proprio lui: “Pitch Black”. Il videogioco costituiva il suo prequel, cioé spiegava gli antefatti al film. Altro che senso unico dal cinema al videogioco usando solo la fotocopiatrice. Dunque il primo Riddick divenne l'embrione di una nuova razza di videogioco. E poi?

IL NUOVO E' RITORNATO
E poi passarono quattro anni di silenzio. Potevano essere scambiati per una sonora dormita sugli allori. Invece no. Nella primavera dell'anno prossimo gli scaffali dei negozi avranno il piacere di ospitare “The Chronicles of Riddick: Assault on Dark Athena” e le tasche dei videogiocatori avranno il piacere di dare l'addio ad un po' di euro in cambio della promessa di un altro successo. Dobbiamo crederci? Affermativo. Intanto l'offerta: Escape from Butcher Bay completamente rifatto per Xbox360. La nuova campagna di Assault on Dark Athena e un'area multiplayer che abbina tradizione e rivoluzione. Prima di analizzare questi punti é imperativo precisare che il nucleo del gioco si é potenziato.



Non cambia niente rispetto alla struttura originaria: fps in soggettiva con parti stealth in terza persona. Ma rispetto a Riddick 1, la novità più pesante sono i “droni fantasma”, cioé esseri umani catturati su cui é impiantata un'attrezzatura di controllo che li trasforma in droni. Con la luce rossa sulle loro armature sono in modalità automatica, quindi sono robot a tutti gli effetti. Ma con la luce bianca sono comandati a distanza da un umano; quindi sono molto più pericolosi da eliminare e consentono di scoprire la posizione di Riddick e comunicarla ad altri droni. Il bello é che anche Riddick può infiltrarsi in una stanza di controllo e prendere possesso dei droni, pilotandoli contro altri droni. Quando uno pilotato da Riddick viene ucciso, automaticamente ne entra in azione un altro, e così via.

MUSCOLI CALDI
I pilastri di questo secondo capitolo di Riddick sono tre. Numero uno: se Riddick incantò gli occhi nel 2004 con l'Xbox, nel 2008, anzi 2009, Riddick illuminerà le pupille con un ottimo lavoro su Xbox360 e Ps3, oltre alla Pc version. Questa volta però sarà più dura vista la maggior facilità di stupire con effetti speciali. Quanto visto negli studi di Starbreeze suggerisce un lodevole impegno nella pulizia grafica, nell'equilibrio tra luci e ombre, nel design dei caratteri che é davvero ficcante soprattutto per il realismo e l'espressività dei caratteri - fuori dai soliti schemi dove c'é il buono, il bello e il cattivo e mettiamoci pure la belloccia siliconata. Numero due: un audio da scintille nei timpani. La voce di Vin Diesel é intensa e profonda, come fosse sussurrata nell'orecchio. I rumori ambientali sono coinvolgenti e capaci di trasmettere la sensazione di uno spazio complesso, con fonti ravvicinate e altre disperse.

Mettiamo nell'elenco l'alta qualità delle voci e la somma finale fa esaltare. Numero tre: non é un nuovo capitolo. E' qualcosa di più: c'é il remake intero di Riddick 1, giustificato dai problemi di retro compatibilità dell'Xbox360. Per non privare le nuove leve di questo “must” video ludico, Starbreeze si é rimboccata le maniche per rifare Riddick 1 sulla nuova console Microsoft. Altro che fannulloni! Poi c'é Dark Assault che rappresenta una campagna in single player 100% nuova. Ma non finisce qui: c'é un multiplayer con modalità di gioco rivoluzionarie: “Butcher Bay Riot” con tre squadre (prigionieri, guardie e mercenari) di quattro giocatori con l'obiettivo di raggiungere per primi la centrale di comando e “Pitch Black” con una strepitosa arena avvolta dall'oscurità con Riddick da solo contro una massa di avversari, che ovviamente solo lui può individuare grazie alla sua vista che penetra nel buio. Insomma un multiplayer impacchettato e infiocchettato - peccato arriverà più come sorpresa nell'uovo di Pasqua che non come regalo sotto all'albero natalizio.

RETROSCENA IN CHIAROSCURO
Ho parlato di tre pilastri. Ma non ho detto che sono pilastri d'acciaio. Un genovese in terra svedese, senza pesto e circondato da alci, non poteva certo lasciarsi sfuggire qualche magagna. Quindi ecco arrivare il mugugno. Per quanto riguarda la grafica, l'impressione di gioco é che a differenza del primo Riddick questa volta manchi un sapore forte, intenso, deciso. Manca qualche mese, quindi la versione definitiva é ancora lontana. Ma non si sente quel non so che di “magico” che blocca il battito della palpebra perché é un peccato chiudere gli occhi davanti a tanta bellezza. Mi sono accorto di essermi concentrato moltissimo sul gioco in sé, destreggiandomi tra porte chiuse e passaggi nascosti. Ma l'ho fatto senza badare troppo alle architetture, al design dei livelli.

Davo tutto per scontato, cercando di “andare avanti”. Però un franchise con Vin Diesel e Starbreeze Studios deve darmi di più; voglio sballarmi gli occhi e ripetere il livello perché era troppo bello da vedere. Non é una condanna. E' solo una critica da parte di un videogiocatore che é stato deliziato dal primo Riddick e nutre aspettative legittime per avere nuove delizie. Non voglio infierire sui poveri possessori-trattino-estimatori di Ps3, ma la versione provata conferma quel senso di inferiorità qualitativa rispetto alla versione Xbox360, più lucida, più nitida, più compatta rispetto ad una visuale su Ps3 che si porta dietro quella lieve sfocatura degli angoli e quell'appiattimento del 3d che l'hardware Sony non merita e neppure i suoi utenti. Poi la lunghezza. Riddick 1 e Riddick 2 non superano insieme le venti ore. Quindi dieci ore ciascuno. A questo punto il multiplayer deve essere davvero eccellente per non arrivare in fondo ai due Riddick solo per esclamare: “ho ancora fame!”.

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The Chronicles of Riddick: Assault on Dark Athena

The Chronicles of Riddick: Assault on Dark Athena

Per apprezzare questo triplice Riddick bisogna installare nella testa la logica di Orange Box. Va benissimo per chi non ha mai giocato a Riddick su Xbox; é l'occasione perfetta per proseguire quel discorso interrotto nel 2004 e trasportare le emozioni in un multiplayer convincente. Ma tre parti diverse non compongono un nuovo videogioco. Sono tre parti sviluppate con molto impegno da veri professionisti. Visitando gli studi e senza parlare una parola di svedese, é chiaro che lavorano ad alti livelli. Starbreeze fece un'ottima figura nel 2002 con Enclave, un rpg di grande qualità su Xbox. Ora Riddick flette i suoi luccicanti muscoli per superare la logica dell'orange box con un titolo assolutamente nuovo, fresco e dannatamente bello.

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