The Chronicles of Riddick: Assault on Dark Athena

di Giuseppe Schirru
Spostando la nostra attenzione limitatamente alle console next-gen di casa Microsoft e Sony, é doveroso ammettere che il deciso passo in avanti compiuto dal punto di vista grafico non sia stato di sovente accompagnato da un altrettanto deciso passo avanti fatto in termini di gameplay. Se negli ultimi tempi si é assistito a un affinamento di meccaniche ludiche che nella scorsa generazione hanno levato i primi vagiti, e che ora vengono solitamente rimpolpate grazie ai soliti artifizi, lazzi, frizzi e sollazzi (multiplayer, co-op et similia), il termine originalità viene utilizzato da noi recensori sempre più di rado, con grande rammarico.



The Chronicles of Riddick: Assault on Dark Athena riassume perfettamente questa tesi. Il suo non troppo lontano cugino Escape from Butcher Bay, uscito cinque anni addietro su Xbox, é stato un pioniere per due ordini di motivi. Dal punto di vista prettamente grafico ha offerto alcune soluzioni che l'hanno avvicinato, più di altri suoi illustri colleghi, alla next-gen; dal punto di vista prettamente ludico ha sapientemente amalgamato generi: action-adventure, stealth game, first person shooter, venature da rpg e forse qualcos'altro celato nei magazzini della memoria. Quel che ora può apparire scontato, qualche anno addietro non lo era.

É però singolare che un titolo che nella passata stagione é stato in grado di stupire sia dal punto di vista grafico che da quello del gameplay, nel passaggio alle nuove piattaforme possa deludere in parte sotto entrambi gli aspetti. Benché sia troppo presto per tirare le somme, é opportuno ammettere che quando si sentono le campane vuol dire che la Chiesa é vicina. Assault on Dark Athena riparte da dove eravamo rimasti, riprendendo gli avvenimenti di Butcher Bay (trattasi di sequel), eppure pare che ben poco sia cambiato. Certo, i programmatori hanno dato una lucidata al motore grafico, hanno gettato nella mischia le sezioni coi mech (come nella versione PC) e aggiunto una modalità multiplayer che nel precedente capitolo era assente (non sia mai presentarsi ai giorni nostri senza una componente multiplayer). Eppure la sensazione di essere di fronte a un'imitazione é forte, e arduo é togliersela di dosso.



L'incipit del gioco stordisce il giocatore: si ha la sensazione netta di trovarsi dinnanzi a un fps di razza, quando poi dopo qualche tentativo andato a monte si realizzerà che Riddick é sostanzialmente uno stealth game, più vicino a un Splinter Cell che non a un qualsiasi sparatutto in prima persona (scegliete voi a caso). Se tale sensazione é la medesima provata in occasione di EfBB, bisogna purtroppo ammettere che questo Dark Athena é un'imitazione dell'originale, che poco aggiunge alla portata e che anzi si porta dietro alcuni difetti di non poco conto. Impossibile non citare la stupidità dei nemici, primi tra tutti un manipolo di mercenari che si scaglieranno contro di noi (o abuseranno delle coperture) senza il benché minimo criterio logico. Tale difetto assume proporzioni vaste perché, man mano che si va avanti nell'avventura, l'orientamento di Dark Athena vira prepotentemente verso l'azione.

A conti fatti, il trittico Atari-Starbreeze-Tigon Studios prende la base di REFBB, ci aggiunge un'impepata di cozze e arselle, e dà alle stampe un gioco meno ragionato e più viscerale. Il che potrebbe essere un pregio o un difetto che comunque valuteremo solo in sede di recensione. Benché le prime ore in compagnia di Assault on Dark Athena ci abbiano fatto storcere il naso, alternando momenti memorabili ad altri da dimenticare, é troppo presto per disquisire sul risultato finale, e per asserire se i pregi del predecessore abbiano trovato consacrazione o meno in questo seguito. anche perché, la sezione multiplayer, potrebbe dire più di quanto non ci si aspetti. Oltre infatti ai classici Deathmatch e Team Deathmatch, trovano posto alcune modalità inedite e un totale di 15 mappe.