The Crew 2
The Crew è stato, ed è tutt’ora, uno dei massimi esponenti della nuova filosofia di Ubisoft riguardante gran parte dei titoli della sua line-up. Uscito nel 2014, il titolo sviluppato da Ivory Tower si configurava come un larghissimo racing arcade open world, che dava la possibilità di visitare l’intero territorio statunitense in forma (ovviamente) ridotta.
Un’idea partita con qualche difficoltà ma che grazie alla caparbietà di Ivory Tower, all’ascolto costante della community e una serie di DLC mirati, ha vissuto una vera e propria seconda giovinezza a distanza di qualche tempo dalla release ufficiale.
Alla conquista di tutte le dimensioni
A certificare il successo del primo The Crew è nientemeno che il seguito che abbiamo potuto provare in anteprima, grazie ad un invito di Ubisoft all’interno dei suoi uffici.
A presentare il titolo c’erano, ancora una volta, i ragazzi di Ivory Tower che - come sempre accade in queste occasioni - erano estremamente entusiasti di far vedere finalmente la loro creatura dopo tanti anni di sviluppo.
The Crew 2 riprende ancora una volta il concetto di open world, restando all’interno del suolo statunitense. La grande novità (ma già lo saprete!) sono i mezzi di cielo (aerei acrobatici) e i mezzi d’acqua. Una scelta coraggiosa e ambiziosa, che mette nelle mani dei giocatori la possibilità di muoversi liberamente e con qualsiasi tipo di mezzo e su qualsiasi superficie.
Ovviamente una struttura ludica così libera deve essere supportata da una componete narrativa e di crescita che regali al giocatore quel senso di progressione necessario in giochi così dispersivi; il team, grazie al know-how acquisito dal precedente gioco, ha quindi deciso di rendere innanzitutto il giocatore stesso il vero protagonista. Grazie ad un editor interno il giocatore potrà creare il proprio avatar scegliendo sesso, tratti, colore della pelle ecc.
Una volta entrato in gioco, sin dalle prime battute faremo la conoscenza di “Live Event”: una sorta di programma televisivo che organizza eventi estremi in cui si passa da auto, ad aerei e persino a barche nella stessa gara. Nel corso del gioco ci imbatteremo in molti eventi “live” e vincerli ci darà la possibilità di conquistare nuovi follower e salire di fama per sbloccare nuove competizioni.
La responsabilità delle star
Follower e fama sono ovviamente il cuore del sistema di progressione. Come ci ha tenuto a precisare lo sviluppatore, tutto quello che faremo all’interno del gioco - anche in un momento di relax free ride - ci darà la possibilità di acquistare follower; una scelta fatta per permettere ai giocatori di affrontare il gioco come meglio credono, senza l’assillo costante di dover partecipare a gare, eventi, competizioni o tornei per non restare troppo indietro sul tracciato dell’esperienza.
Ma se l'adrenalina è il vostro pane quotidiano, non temete! The Crew 2 offre tantissime possibilità anche sotto questo aspetto. Nel gioco sono presenti 4 famiglie, ognuna specializzata in qualcosa di particolare: off-road, street race, acrobazie aeree e gara acquatiche. Sarete sempre liberi di portare avanti la “storia" delle quattro famiglie liberamente e nell'ordine che più vi è congeniale; questo avviene attraverso svariate tipologie di eventi sparsi per la mappa nord americana.
Nelle tre ore di gioco che abbiamo avuto il piacere di effettuare, abbiamo davvero apprezzato la varietà di queste gare. All’interno delle varie categorie sono infatti presenti gare di drift, time trial, gare acrobatiche, gimcane acquatiche e molto molto altro. La varietà non sembra essere un problema all’interno di The Crew 2 e questo potrebbe aiutare moltissimo il senso di appagamento nel corso dell’esperienza di ogni singolo pilota.
Inoltre, salendo di rango, all’interno delle varie famiglie si sbloccheranno nuovi eventi con mezzi sempre differenti portando la parola varietà anche all’interno del parco mezzi.
Ad ognuno il suo stile
Quello che infatti ci ha più colpito è proprio la quantità di veicoli presenti all’interno del roster messo insieme dal team di sviluppo. Le auto sono tutte su licenza, e possono vantare bolidi del passato (molte muscle car americane), gloriose auto di scuola giapponese e la solita pletora di dream car europee; a questa già nutrita schiera si aggiungono poi i mezzi acquatici e quelli aerei, senza dimenticare mezzi speciali sempre su due e quattro ruote. Vi possiamo assicurare che ci sarà davvero l’imbarazzo della scelta.
Il gameplay, indipendentemente dal mezzo scelto, rimane quello del primo capitolo, orientato fortemente ad una guida arcade. Ad aggiungere quel pizzico di profondità ci pensa il già conosciuto sistema di personalizzazione che si articola su due livelli: estetico e meccanico.
Nel primo caso, all’interno della nostra casa situata inizialmente a Miami, potremo andare a personalizzare i mezzi in nostro possesso con nuovi elementi estetici e livree interamente personalizzabili da noi grazie all’editor interno. Per la parte meccanica ci sarà invece il classico bottino di fine gara: pezzi di vari componenti con vari gradi di rarità che potranno essere installati sui nostri bolidi per renderli ancora più competitivi e performanti.
Questa personalizzazione sarà anche molto utile all’interno del comportato multigiocatore per rendere sempre più riconoscibili i nostri mezzi all’interno della crew online; Online che, per l’appunto, viene gestito attraverso un drop in drop out con la possibilità di prendere parte, insieme al proprio gruppo, alle gare e confrontarsi tra amici, oppure muoversi il totale libertà sulla mappa.
Quei piccoli passi in avanti
Sebbene la nostra prova sia stata estremamente positiva, bisogna anche segnalare quello quello che in parte non ci ha convinto, e tutta l’attenzione vira immediatamente sul comportato tecnico del gioco. Nonostante i modelli poligonali dei mezzi siano più che discreti, a non convincerci pienamente sono le ambientazioni di gioco e il traffico cittadino nelle grandi metropoli.
Dovendo gestire una consistente mole di dati (e quasi nessun tipo di caricamento) gli ambienti non ci sono sembrati particolarmente dettagliati, ma al contrario, in alcuni casi specifici, un po’ troppo spogli. Nulla di così grave, intendiamoci, ma sotto il profilo puramente visivo è dove il gioco sicuramente deve fare qualche passo in avanti più deciso.
Nel complesso, possiamo comunque affermare che le oltre tre ore passate in compagnia di The Crew 2 ci hanno fatto divertire a tutto tondo, offrendoci un gameplay ricchissimo di spunti intriganti e appassionanti. Appuntamento alla recensione a ridosso dell’uscita a fine giugno!