The Elder Scrolls Online
di
Valerio De Vittorio
Il genere degli MMORPG sembrava non avesse più molto da dire dopo l'impareggiabile successo di WoW e dei titoli free-to-play. Proprio il modello di esperienza online con abbonamento si diceva dovesse essere destinato all'estinzione, con formule come quella proposta da Guild Wars e seguito a proporsi come valida alternativa a pagamento. E invece ci testimonia la recente resurrezione di Final Fantasy XIV che c'é ancora spazio per questo tipo di prodotti, ancora caratterizzati da una qualità e costanza negli aggiornamenti differente. Lo crede anche Bethesda evidentemente visto che ha scelto di traghettare la propria serie di maggior successo, nel mondo degli MMO con abbonamento mensile.
The Elder Scrolls Online si propone il non facile compito di sfruttare un mondo fantasy già immenso e dettagliato, capace di rispondere in modo credibile alla volontà del giocatore per esperienze single player uniche e dinamiche. Come si può mantenere i tratti tipici della saga aprendo però l'accesso a Tamriel a decine di migliaia, si spera, di utenti contemporaneamente? E' proprio in questo difficile equilibrio che Bethesda Online troverà il successo o il fallimento del proprio progetto.
In questi giorni sono stati aperti i server esclusivamente per la stampa alla quale é stato permesso di esplorare le terre di Tamriel per qualche ora e sperimentare così la componente PvE (per quanto riguarda il PvP dovremo attendere ancora una settimana invece).
L'inizio é dei più tradizionali. Si parte infatti dall'editor con il quale creare il proprio personaggio, distinto per caratteristiche estetiche ma anche razziali che a loro volta influenzano le classi che andremo a scegliere. Abbiamo tre razze per altrettante fazioni. Da notare come i tratti caratterizzanti le diverse appartenenze garantiscono vantaggi o meno in determinate categorie di abilità. Breton, Orc e Redguard appartengono alla fazione dei Daggerfall Covenant, High Elf, Wood Elf e Kjajiit sono invece Aldmeri Dominion e gli Argonian, i Dark Elf e Nordici appartengono all'Ebonheart Pact. Le classi tra cui potremo scegliere saranno infine Dragonknight, Sorcerer, Nightblade e Templar. Il confine tra queste é però molto più labile del solito, visto che The Elder Scrolls conserva una caratteristica portante della saga. Presto infatti durante il gioco sceglieremo un'arma e di conseguenza una specializzazione che crescerà in base a quanto la eserciteremo. Proprio come l'ultimo Skyrim, ma se conoscete la saga in generale saprete che questo e proprio un degli elementi caratterizzanti. Così non sarà fondamentale la classe scelta, potremo allenarci in qualsiasi arte guerriera semplicemente impugnando un arco piuttosto che una spada a due mani per guadagnare esperienza nel campo. The Elder Scrolls Online cita i propri predecessori anche nelle premesse, visto che la nostra avventura inizierà in una prigione. Scopriremo di essere involucri senza anima, vittime di un esperimento magico.
Visuale in prima persona e sistema di combattimento fanno subito venire in mente i predecessori single player di Bethesda. Vi é anche un accenno alla tipica interazione con gli ambienti anche se pesantemente ridotta per ovvi motivi. Ma su questo toneremo più avanti. Impugnati spada e scudo eliminiamo i primi scheletri che ci ostacolano la strada verso la libertà, tastando così con mano da subito un sistema di controllo estremamente familiare per chi conosce la saga. I tasti del mouse sono assegnati ad attacco e parata, mentre la pressione contemporanea dei due permette di stordire l'avversario, se eseguita col giusto tempismo mentre il nemico carica un'abilità speciale. Potremo così evitare che il colpo vada a segno e guadagnare qualche istante da sfruttare per il contrattacco, magari tenendo premuto il tasto sinistro ed eseguire così un colpo potente. E' possibile allontanare la visuale, semplicemente agendo sulla rotella del mouse, ed il titolo resta perfettamente giocabile, e forse più adatto ad un pubblico avvezzo al genere degli MMORPG. La nostra breve esperienza col titolo ci ha fatto preferire la visuale interna per combattere e quella esterna durante le esplorazioni, per goderci meglio il panorama senza perdere in immedesimazione quando si trattava di menare le mani. Da considerare l'aggiunta rispetto ai vari Oblivion e Skyrim di una barra delle skill, molto simile a quanto siamo abituati a vedere in altri MMORPG, grazie alla quale é possibile con la semplice pressione di un numero utilizzare una tra le sei abilità selezionate senza interrompere il combattimento. Niente più pausa e scelta di magia o altro, com'era ovvio d'altronde, ma un sistema che intelligentemente miscela elementi di diversa provenienza. In generale ci sentiamo combattuti per quanto riguarda il battle system. Da un lato é molto immersivo e divertente, snello quanto efficace e soprattutto rapidissimo: eliminare il nemico non significherà aspettare il caricamento di barre assortite e lunghe attese, ma un ben più verace e diretto susseguirsi di fendenti alternati a parete, schivate e utilizzo di skill magiche. D'altro canto ci é parso un sistema poco profondo e non siamo sicuri di quanto possa continuare a risultare interessante avanzando di livello. E poi c'é da considerare il gioco di gruppo, che purtroppo non siamo riusciti a provare a dovere vista la scarsa popolazione presente sui server.
La crescita del proprio PG viene scandita da sei diversi ambiti, Class, Weapon, Armor, World, Racial e Craft, fattore che come anticipato assottiglia le differenze tra le classi, visto che ognuno può decidere di evolvere le abilità a piacimento, anche se permangono alcune restrizioni dovute alle caratteristiche particolari delle propria razza e della classe scelta durante la creazione del PG. Il crafting é un elemento che esploreremo a fondo in un secondo momento, ma appare sufficientemente evoluto e diversificato da garantire un'esperienza ricca ed appagante. Ma la parte del leone la fa ovviamente il sistema delle missioni, l'elemento probabilmente meno interessante di questa prima prova col gioco onestamente. Sia chiaro, le quest non sono brutte, semplicemente Bethesda in questo ambito non sembra aver voluto sperimentare nulla di nuovo e anzi é andata sul tradizionale, mettendo insieme missioni dallo svolgimento classico che si fanno notare più che altro per la lunghezza (non noia comunque), un po' sopra la media, proponendo così un'esperienza molto simile agli Elder Scrolls precedenti. Da citare la dinamicità di certi eventi, visto che capiterà proprio come in altri giochi della serie di venir intercettati da personaggi non giocanti che chiederanno la nostra assistenza. Ci sono poi piaciuti alcuni dettagli che sottolineano una cura davvero lodevole. In particolare é da citare come durante una missione eravamo accompagnati da un personaggio parte della trama principale. Incrociato un altro giocatore intento a compiere la medesima quest, abbiamo notato che lo accompagnava un generico mercenario. In realtà appariva così a noi mentre per lui quello era lo stesso personaggio della nostra missione. Un semplice espediente, insomma, per evitare di rovinare l'immedesimazione riempiendo lo schermo con dei cloni. Lo stesso vale per l'ambiente di gioco che si modifica in modo dinamico in base a quanto stiamo facendo, al momento "storico" in cui ci troviamo che però non sarà necessariamente il medesimo per gli altri. Durante la prova abbiamo di contro notato un numero di quest piuttosto risicato, ma é facile che ciò sia dovuto alla fase non ancora definitiva dello sviluppo.
Come avevamo accennato, l'interazione con l'ambiente é stata pesantemente limitata rispetto a quanto siamo stati abituati da altri esponenti della saga. Pochi gli elementi con cui interagire per trovare oggetti da mettere nell'inventario, così come sparisce la simulazione della fisica che gestisce soprammobili o altro. Non si può rubare nulla, anche se la componente stealth rimane sia in combattimento che a disposizione come opportunità da sfruttare in alcune missioni, dotate di approcci alternativi. In particolare in più di un'occasione ci siamo potuti dotare di un travestimento per passare inosservati ed evitare così dei conflitti. Insomma, l'apertura al mondo online ha purtroppo significato anche degli importanti sacrifici per quanto riguarda l'esperienza, fattore che potrebbe scontentare i fan della saga. A nostro giudizio se si riuscirà a compensare con altri elementi altrettanto interessanti, The Elder Scrolls Online potrà comunque rappresentare un prodotto interessante.
Realm vs Realm vs Realm
Elder Scrolls Online può contare una sezione completamente dedicato al PvP, che si incarna in una interpretazione del Realm vs Realm vs Realm. Le fazioni, infatti, come detto all'inizio dell'anteprima, sono 3 e lo scontro tra queste definisce appunto i conflitti tra giocatori in una modalità chiamata Alliance War. Il teatro di questi conflitti su larga scala é Cyrodiil, un'immensa provincia che ospita l'ambito Ruby Throne, trono che se conquistato garantisce il dominio delle terre di Tamriel.
Questa zona del gioco rispecchia in dimensioni quanto visto in Oblivion e ospita diverse opportunità per intrattenersi, come i Battleground oltre a castelli e torri da assediare. Solo in questi spazi i giocatori possono entrare in conflitto l'uno contro l'altro, mentre altrimenti lo scontro é bloccato, come ormai da tradizione per la maggior parte dei titoli di genere. Interessante come l'offerta garantita dal PvP non si limiti a battaglie senza esclusione di colpi ma contempli anche pura esplorazione, con tanto di NPC con cui parlare i quali ci assegneranno missioni specifiche per la zona. L'unico requisito per poter accedere all'area PvP é il decimo livello, ma esiste un sistema che automaticamente pareggia esperienza e skill di utenti troppo avanzati, dando comunque qualche boost. Lo scopo generale del giocatore é conquistare e mantenere più obiettivi possibile facendo così guadagnare punti alla propria fazione.
Purtroppo la prova che abbiamo potuto fare non é stata sufficiente per carpire conclusioni approfondite, ma più che altro é servita a tastare quanto Bethesda intende offrire. Le idee messe insieme non sono nuove, anche se includere nell'area PvP obiettivi diversi dallo scontro tra giocatori ci appare interessante. Allo stesso tempo le meccaniche sono collaudate e ci stupiremmo se non dovessero riuscire a funzionare come si deve. D'altro canto permane un problema strutturale del gioco, ovvero il sistema di combattimento. Per quanto immediato e di natura estremamente action, evidenzia anche in questo ambito i limiti della propria impostazione. Collaborare con altri giocatori in questi frangenti diventa poco producente. Inoltre hitbox ancora da perfezionare non aiutano. Infine c'é da considerare come se da un lato non prevedere classi perfettamente distinte é un elemento sicuramente accattivante, dall'altro rende difficoltosa una chiarezza nei ruoli di ciascuno. Sicuramente questo sarà un aspetto da approfondire quando ci si potrà immergere nel mondo di gioco per più tempo e con più utenti contemporaneamente collegati.
Insomma, anche per quanto riguarda la componente PvP vediamo delle potenzialità per un riuscito traghettamento della serie verso nuovi lidi ma altrettanti rischi ed incertezze. Solo una prova più approfondita ed in fine l'apertura dei server ad un pubblico ampi ci permetterà di capire cosa The Elder Scrolls Online riuscirà ad offrirci.
Infine vale la pena accennare al comparto tecnico. Il non indifferente client da 21 giga byte significa fortunatamente un aspetto estetico molto accattivante. Accantonato finalmente il motore grafico storico della saga, troviamo ambienti vasti e dettagliati, disegnati con una buona cura per il dettaglio, dentro il quale si muovono personaggi e creature ben fatti. Nulla che faccia gridare al miracolo, ma un comparto estetico accattivante, pulito e fluido. Insomma, già in questa fase beta a diversi mesi dall'uscita, The Elder Scrolls Online riesce ad essere molto piacevole alla vista e anche all'udito viste le ottime musiche di accompagnamento. Meno convincenti le animazioni, soprattutto se paragonate a certi concorrenti. Un'ultima nota la merita l'interfaccia, snella come mai visto prima d'ora in un titolo del genere. Pochissimi gli indicatori a schermo e solo in caso di necessità compariranno barre d'energia o altri elementi. Sotto questo aspetto, Bethesda ha fatto davvero un lavoro eccellente.
The Elder Scrolls Online si propone il non facile compito di sfruttare un mondo fantasy già immenso e dettagliato, capace di rispondere in modo credibile alla volontà del giocatore per esperienze single player uniche e dinamiche. Come si può mantenere i tratti tipici della saga aprendo però l'accesso a Tamriel a decine di migliaia, si spera, di utenti contemporaneamente? E' proprio in questo difficile equilibrio che Bethesda Online troverà il successo o il fallimento del proprio progetto.
In questi giorni sono stati aperti i server esclusivamente per la stampa alla quale é stato permesso di esplorare le terre di Tamriel per qualche ora e sperimentare così la componente PvE (per quanto riguarda il PvP dovremo attendere ancora una settimana invece).
L'inizio é dei più tradizionali. Si parte infatti dall'editor con il quale creare il proprio personaggio, distinto per caratteristiche estetiche ma anche razziali che a loro volta influenzano le classi che andremo a scegliere. Abbiamo tre razze per altrettante fazioni. Da notare come i tratti caratterizzanti le diverse appartenenze garantiscono vantaggi o meno in determinate categorie di abilità. Breton, Orc e Redguard appartengono alla fazione dei Daggerfall Covenant, High Elf, Wood Elf e Kjajiit sono invece Aldmeri Dominion e gli Argonian, i Dark Elf e Nordici appartengono all'Ebonheart Pact. Le classi tra cui potremo scegliere saranno infine Dragonknight, Sorcerer, Nightblade e Templar. Il confine tra queste é però molto più labile del solito, visto che The Elder Scrolls conserva una caratteristica portante della saga. Presto infatti durante il gioco sceglieremo un'arma e di conseguenza una specializzazione che crescerà in base a quanto la eserciteremo. Proprio come l'ultimo Skyrim, ma se conoscete la saga in generale saprete che questo e proprio un degli elementi caratterizzanti. Così non sarà fondamentale la classe scelta, potremo allenarci in qualsiasi arte guerriera semplicemente impugnando un arco piuttosto che una spada a due mani per guadagnare esperienza nel campo. The Elder Scrolls Online cita i propri predecessori anche nelle premesse, visto che la nostra avventura inizierà in una prigione. Scopriremo di essere involucri senza anima, vittime di un esperimento magico.
Visuale in prima persona e sistema di combattimento fanno subito venire in mente i predecessori single player di Bethesda. Vi é anche un accenno alla tipica interazione con gli ambienti anche se pesantemente ridotta per ovvi motivi. Ma su questo toneremo più avanti. Impugnati spada e scudo eliminiamo i primi scheletri che ci ostacolano la strada verso la libertà, tastando così con mano da subito un sistema di controllo estremamente familiare per chi conosce la saga. I tasti del mouse sono assegnati ad attacco e parata, mentre la pressione contemporanea dei due permette di stordire l'avversario, se eseguita col giusto tempismo mentre il nemico carica un'abilità speciale. Potremo così evitare che il colpo vada a segno e guadagnare qualche istante da sfruttare per il contrattacco, magari tenendo premuto il tasto sinistro ed eseguire così un colpo potente. E' possibile allontanare la visuale, semplicemente agendo sulla rotella del mouse, ed il titolo resta perfettamente giocabile, e forse più adatto ad un pubblico avvezzo al genere degli MMORPG. La nostra breve esperienza col titolo ci ha fatto preferire la visuale interna per combattere e quella esterna durante le esplorazioni, per goderci meglio il panorama senza perdere in immedesimazione quando si trattava di menare le mani. Da considerare l'aggiunta rispetto ai vari Oblivion e Skyrim di una barra delle skill, molto simile a quanto siamo abituati a vedere in altri MMORPG, grazie alla quale é possibile con la semplice pressione di un numero utilizzare una tra le sei abilità selezionate senza interrompere il combattimento. Niente più pausa e scelta di magia o altro, com'era ovvio d'altronde, ma un sistema che intelligentemente miscela elementi di diversa provenienza. In generale ci sentiamo combattuti per quanto riguarda il battle system. Da un lato é molto immersivo e divertente, snello quanto efficace e soprattutto rapidissimo: eliminare il nemico non significherà aspettare il caricamento di barre assortite e lunghe attese, ma un ben più verace e diretto susseguirsi di fendenti alternati a parete, schivate e utilizzo di skill magiche. D'altro canto ci é parso un sistema poco profondo e non siamo sicuri di quanto possa continuare a risultare interessante avanzando di livello. E poi c'é da considerare il gioco di gruppo, che purtroppo non siamo riusciti a provare a dovere vista la scarsa popolazione presente sui server.
La crescita del proprio PG viene scandita da sei diversi ambiti, Class, Weapon, Armor, World, Racial e Craft, fattore che come anticipato assottiglia le differenze tra le classi, visto che ognuno può decidere di evolvere le abilità a piacimento, anche se permangono alcune restrizioni dovute alle caratteristiche particolari delle propria razza e della classe scelta durante la creazione del PG. Il crafting é un elemento che esploreremo a fondo in un secondo momento, ma appare sufficientemente evoluto e diversificato da garantire un'esperienza ricca ed appagante. Ma la parte del leone la fa ovviamente il sistema delle missioni, l'elemento probabilmente meno interessante di questa prima prova col gioco onestamente. Sia chiaro, le quest non sono brutte, semplicemente Bethesda in questo ambito non sembra aver voluto sperimentare nulla di nuovo e anzi é andata sul tradizionale, mettendo insieme missioni dallo svolgimento classico che si fanno notare più che altro per la lunghezza (non noia comunque), un po' sopra la media, proponendo così un'esperienza molto simile agli Elder Scrolls precedenti. Da citare la dinamicità di certi eventi, visto che capiterà proprio come in altri giochi della serie di venir intercettati da personaggi non giocanti che chiederanno la nostra assistenza. Ci sono poi piaciuti alcuni dettagli che sottolineano una cura davvero lodevole. In particolare é da citare come durante una missione eravamo accompagnati da un personaggio parte della trama principale. Incrociato un altro giocatore intento a compiere la medesima quest, abbiamo notato che lo accompagnava un generico mercenario. In realtà appariva così a noi mentre per lui quello era lo stesso personaggio della nostra missione. Un semplice espediente, insomma, per evitare di rovinare l'immedesimazione riempiendo lo schermo con dei cloni. Lo stesso vale per l'ambiente di gioco che si modifica in modo dinamico in base a quanto stiamo facendo, al momento "storico" in cui ci troviamo che però non sarà necessariamente il medesimo per gli altri. Durante la prova abbiamo di contro notato un numero di quest piuttosto risicato, ma é facile che ciò sia dovuto alla fase non ancora definitiva dello sviluppo.
Come avevamo accennato, l'interazione con l'ambiente é stata pesantemente limitata rispetto a quanto siamo stati abituati da altri esponenti della saga. Pochi gli elementi con cui interagire per trovare oggetti da mettere nell'inventario, così come sparisce la simulazione della fisica che gestisce soprammobili o altro. Non si può rubare nulla, anche se la componente stealth rimane sia in combattimento che a disposizione come opportunità da sfruttare in alcune missioni, dotate di approcci alternativi. In particolare in più di un'occasione ci siamo potuti dotare di un travestimento per passare inosservati ed evitare così dei conflitti. Insomma, l'apertura al mondo online ha purtroppo significato anche degli importanti sacrifici per quanto riguarda l'esperienza, fattore che potrebbe scontentare i fan della saga. A nostro giudizio se si riuscirà a compensare con altri elementi altrettanto interessanti, The Elder Scrolls Online potrà comunque rappresentare un prodotto interessante.
Realm vs Realm vs Realm
Elder Scrolls Online può contare una sezione completamente dedicato al PvP, che si incarna in una interpretazione del Realm vs Realm vs Realm. Le fazioni, infatti, come detto all'inizio dell'anteprima, sono 3 e lo scontro tra queste definisce appunto i conflitti tra giocatori in una modalità chiamata Alliance War. Il teatro di questi conflitti su larga scala é Cyrodiil, un'immensa provincia che ospita l'ambito Ruby Throne, trono che se conquistato garantisce il dominio delle terre di Tamriel.
Questa zona del gioco rispecchia in dimensioni quanto visto in Oblivion e ospita diverse opportunità per intrattenersi, come i Battleground oltre a castelli e torri da assediare. Solo in questi spazi i giocatori possono entrare in conflitto l'uno contro l'altro, mentre altrimenti lo scontro é bloccato, come ormai da tradizione per la maggior parte dei titoli di genere. Interessante come l'offerta garantita dal PvP non si limiti a battaglie senza esclusione di colpi ma contempli anche pura esplorazione, con tanto di NPC con cui parlare i quali ci assegneranno missioni specifiche per la zona. L'unico requisito per poter accedere all'area PvP é il decimo livello, ma esiste un sistema che automaticamente pareggia esperienza e skill di utenti troppo avanzati, dando comunque qualche boost. Lo scopo generale del giocatore é conquistare e mantenere più obiettivi possibile facendo così guadagnare punti alla propria fazione.
Purtroppo la prova che abbiamo potuto fare non é stata sufficiente per carpire conclusioni approfondite, ma più che altro é servita a tastare quanto Bethesda intende offrire. Le idee messe insieme non sono nuove, anche se includere nell'area PvP obiettivi diversi dallo scontro tra giocatori ci appare interessante. Allo stesso tempo le meccaniche sono collaudate e ci stupiremmo se non dovessero riuscire a funzionare come si deve. D'altro canto permane un problema strutturale del gioco, ovvero il sistema di combattimento. Per quanto immediato e di natura estremamente action, evidenzia anche in questo ambito i limiti della propria impostazione. Collaborare con altri giocatori in questi frangenti diventa poco producente. Inoltre hitbox ancora da perfezionare non aiutano. Infine c'é da considerare come se da un lato non prevedere classi perfettamente distinte é un elemento sicuramente accattivante, dall'altro rende difficoltosa una chiarezza nei ruoli di ciascuno. Sicuramente questo sarà un aspetto da approfondire quando ci si potrà immergere nel mondo di gioco per più tempo e con più utenti contemporaneamente collegati.
Insomma, anche per quanto riguarda la componente PvP vediamo delle potenzialità per un riuscito traghettamento della serie verso nuovi lidi ma altrettanti rischi ed incertezze. Solo una prova più approfondita ed in fine l'apertura dei server ad un pubblico ampi ci permetterà di capire cosa The Elder Scrolls Online riuscirà ad offrirci.
Infine vale la pena accennare al comparto tecnico. Il non indifferente client da 21 giga byte significa fortunatamente un aspetto estetico molto accattivante. Accantonato finalmente il motore grafico storico della saga, troviamo ambienti vasti e dettagliati, disegnati con una buona cura per il dettaglio, dentro il quale si muovono personaggi e creature ben fatti. Nulla che faccia gridare al miracolo, ma un comparto estetico accattivante, pulito e fluido. Insomma, già in questa fase beta a diversi mesi dall'uscita, The Elder Scrolls Online riesce ad essere molto piacevole alla vista e anche all'udito viste le ottime musiche di accompagnamento. Meno convincenti le animazioni, soprattutto se paragonate a certi concorrenti. Un'ultima nota la merita l'interfaccia, snella come mai visto prima d'ora in un titolo del genere. Pochissimi gli indicatori a schermo e solo in caso di necessità compariranno barre d'energia o altri elementi. Sotto questo aspetto, Bethesda ha fatto davvero un lavoro eccellente.
The Elder Scrolls Online
The Elder Scrolls Online
Queste prime ore in compagnia di The Elder Scrolls Online ci hanno permesso di conoscere da vicino un progetto che fatica nel trovare il giusto compromesso tra due anime di non facile conciliazione. Il gioco ci ha divertiti, accogliendoci subito in un'atmosfera accattivante, grazie anche ad un sistema di combattimento divertente ed immediato ed all'interfaccia grafica eccezionale. Ottimo anche il comparto estetico, snello e pulito, piacevole nella resa delle ambientazioni. Permangono di contro alcuni dubbi sulla profondità e sulla quantità di quest o più semplicemente "cose da fare" che il gioco saprà offrire. Avremo in questi giorni nuovamente modo di testare il titolo, provando anche la modalità PvP, quindi restate con noi per non perdervi i prossimi aggiornamenti.