The Elder Scrolls V: Skyrim

di Fabio Fundoni
L'epopea a quota cinque
Dopo la scarna presentazione del 2010, l'E3 2011 ha rappresentato l'occasione per fare maggiore chiarezza su Skyrim, quinto capitolo della gloriosa saga di The Elder Scroll. Come annunciato da tempo, il titolo arriverà su Personal Computer, Xbox 360 e PlayStation 3 il prossimo 11 Novembre, accompagnato da un carico d'attese che non fanno che ricordarci quanto sia stato amato Oblivion, suo predecessore, nonostante sia legato al primissimo periodo di vita delle console in alta definizione quindi, per forza di cose, non in grado di sfruttarne a dovere le capacità hardware.



Parlare di The Elder Scroll significa addentrarsi in un mondo fantasy per sua definizione estremamente vasto, dove non badare magari troppo alla trama principale e godersi una quantità elevata di sotto-quest e luoghi da esplorare. Ci troviamo a Skyrim, terra situata in un freddo nord rispetto alle lande visitate durante Oblivion, con relative differenze morfologiche e metereologiche. Una cosa é certa però, alla fiera più importante dell'anno, quello che si doveva mostrare era una prova tangibile delle potenzialità tecniche del prodotto, e Bethesda non si é lasciata sfuggire l'opportunità.

Tutto parte dal nuovo motore grafico su cui si basa il gioco, cioé il Creation Engine. La missione per questo “strumento” nelle mani degli sviluppatori é quella di dare vita a spazi estremamente ampi senza dover scendere troppo a compromessi con la qualità visiva e, ovviamente, niente più della demo mostrata alla stampa poteva dare prova della bontà del lavoro fatto. Si viene trascinati in ambientazioni dove muoversi liberamente, non solo alla ricerca di tesori da scovare o nemici da abbattere, ma anche per osservare gli elementi che ci circondano. Sia che si voglia settare la telecamera in prima persona o quella in terza, il colpo d'occhio é appagante, lasciando spazio ad un ampio campo visivo senza scordare particolari più immediati come rocce o vegetazione.




Tra draghi e stalloni
Non abbiamo però nominato la visuale in terza persona a caso. I fan della serie sanno perfettamente quanto la saga sia sempre stata più fruibile in prima persona, con relativi problemi a chi proprio non riesce a digerire questa impostazione. Oggi, almeno da quanto visto, sembra che la soluzione al problema sia finalmente a portata di mano, con una realizzazione della telecamera dietro al protagonista che pare aver trovato, se non la quadratura del cerchio, una resa più che dignitosa. Il nostro avatar corre, cammina e combatte in modo naturale, senza cadere nella assoluta legnosità vista in passato, sebbene la scelta in stile “FPS” dovrebbe essere comunque quella più indicata.

Il gameplay prende una strada particolare, cercando di fondere assieme la semplicità di una interfaccia molto snella alla profondità di un sistema che non tradisce il suo DNA di gioco di ruolo. Basilarmente, ogni nostra azione rappresenterà parte del bagaglio d'esperienza e, in breve, ne avremo la dimostrazione. Più compiremo un'azione, più l'abilità ad essa legata salirà di livello, seguendo il vecchio adagio secondo cui “l'allenamento rende perfetti”. Proprio il discorso dell'esperienza porta in scena altri protagonisti molto attesi in Skyrim, cioé i draghi. Assenti nel capitolo precedente, questi lucertoloni avranno una parte importantissima nel gioco e, una volta sconfitti, ci permetteranno di acquisire particolari poteri che si riveleranno utilissimi durante la nostra avventura.