The Fish Files
di
Redazione
Sebastiano Mandalà, Amedeo Marganese, Vincenzo Alagna... e ancora, Paolo Gallo, Roberto Lombardo, Andrea Interguglielmi, Antonio Navarra, Fabio Viola, Antonio Spagnolo e Laura Messina. Ancora una volta il suolo italico non rende il giusto merito al talento degli sviluppatori di videogiochi nazionali tanto che, senza troppe illusioni, i nomi elencati poco sopra non susciteranno alcuna reazione nella maggior parte degli utenti alla lettura. 7th Sense, gruppo risultante dall'unione lavorativa di questi ragazzi, annovera invece membri dalle idee assolutamente meritevoli e promettenti, degne di essere esaminate e apprezzate quanto quelle di ben più famosi colleghi, orientali e non. Proprio mentre il glorioso Game Boy Color si avvicina all'età del pensionamento, il team siciliano ha le potenzialità per mostrare quanto il vecchio portatile Nintendo abbia ancora molto da dire
LUCASARTS ALLA SETTIMA POTENZA?
Come é ovvio, i ragazzi del 7th Sense non sono certo sbucati fuori dal nulla, ma possono annoverare nei loro curriculum diversi anni di gavetta, fra produzioni amatoriali, tech demo e lavori commissionati per conto di terze parti. La loro prima fatica é identificabile in un clone del famossissimo e intramontabile Puyo Puyo, gioco dal concept certamente antiquato, ma diffuso praticamente su qualsiasi piattaforma esistente. Il primo progetto integralmente proprietario é però riconducibile a Tcod, ottima demo e platform 2D che, oltre a presentare un discreto numero di caratteristiche innovative, ha altresì permesso di "scremare" il gruppo originario sino all'attuale formazione titolare
Forte dell'esperienza accumulata, il team di 7th Sense era pronto a lanciare la prima vera sfida della sua carriera: The Fish Files. Gli aspetti eccitanti del progetto sono molteplici: innanzitutto non é cosa facile produrre buone avventure grafiche su una console dalle potenzialità tecniche piuttosto limitate come il Game Boy Color; in secondo luogo il pepe all'intera impresa é stato posto proprio dai membri del team stesso, affermando che a tutt'oggi ancora nessuna avventura di questo tipo sfrutta il 100% della piccola macchina Nintendo... vuoto che proprio The Fish Files si prefigge di colmare
LUCASARTS ALLA SETTIMA POTENZA?
Come é ovvio, i ragazzi del 7th Sense non sono certo sbucati fuori dal nulla, ma possono annoverare nei loro curriculum diversi anni di gavetta, fra produzioni amatoriali, tech demo e lavori commissionati per conto di terze parti. La loro prima fatica é identificabile in un clone del famossissimo e intramontabile Puyo Puyo, gioco dal concept certamente antiquato, ma diffuso praticamente su qualsiasi piattaforma esistente. Il primo progetto integralmente proprietario é però riconducibile a Tcod, ottima demo e platform 2D che, oltre a presentare un discreto numero di caratteristiche innovative, ha altresì permesso di "scremare" il gruppo originario sino all'attuale formazione titolare
Forte dell'esperienza accumulata, il team di 7th Sense era pronto a lanciare la prima vera sfida della sua carriera: The Fish Files. Gli aspetti eccitanti del progetto sono molteplici: innanzitutto non é cosa facile produrre buone avventure grafiche su una console dalle potenzialità tecniche piuttosto limitate come il Game Boy Color; in secondo luogo il pepe all'intera impresa é stato posto proprio dai membri del team stesso, affermando che a tutt'oggi ancora nessuna avventura di questo tipo sfrutta il 100% della piccola macchina Nintendo... vuoto che proprio The Fish Files si prefigge di colmare
The Fish Files
The Fish Files
The Fish Files non è solo il sogno di un gruppo di sviluppatori italiani che diventa realtà, ma è anche un progetto che può rendere lustro e inorgoglire la scena nazionale degli sviluppatori software, altrimenti ancora piuttosto incerta e imprigionata nelle solite pregiudiziali che il resto del mondo affibbia all'Italia in fatto di software (qualcuno ha parlato di pirateria?). Le credenziali per risultare un ottimo titolo sotto tutti gli aspetti, The Fish Files le possiede tutte: lato tecnico di prim'ordine e con proposte decisamente innovative per un Game Boy Color, stile grafico azzeccato e una forte influenza dalle prime avventure Lucas a condire il tutto. Ma, soprattutto, una genuina passione per il videogiocare che traspira dagli stessi sviluppatori del gioco e che, di questi tempi sempre più legati alle regole del marketing e del riciclo di idee, non fa affatto male.
Andrea Focacci
SECONDO COMMENTO
E' vivido il ricordo della prima prova su strada di The Fish Files al recente ECTS 2001, attorniato dai sette membri fondatori del team di sviluppo con gli occhi puntati sul sottoscritto che teneva in mano un GBC su cui girava la loro splendida creatura... In tempi in cui il Game Boy Advance ha già regalato evidenti meraviglie, delineando un salto tecnologico netto rispetto alla maggior parte della produzione per GBC, vedere in azione The Fish Files lascia davvero stupiti: anzitutto per il fatto che tale qualità visiva possa scaturire dall'anziana tecnologia del Game Boy Color; in secondo luogo che il sapore, la magia, la demenzialità delle mitiche avventure LucasArts - filtrate, eleborate e interpretate dall'italiaco talento - possano essere racchiusi nell'angosto spazio fisico e tecnologico di una cartuccia per Game Boy Color. Ci sarà tempo nella recensione di parlare della trama (pesci rapiti da un immaginario College americano) da cui deriva il titolo del gioco e del tipo di gameplay adottato per questa avventura portatile: per adesso non ci resta che attendere (il momento dell'uscita è vicino) e augurare ancora ai 7th Sense il più grande degli "in bocca ala lupo"!
Matteo Camisasca
Andrea Focacci
SECONDO COMMENTO
E' vivido il ricordo della prima prova su strada di The Fish Files al recente ECTS 2001, attorniato dai sette membri fondatori del team di sviluppo con gli occhi puntati sul sottoscritto che teneva in mano un GBC su cui girava la loro splendida creatura... In tempi in cui il Game Boy Advance ha già regalato evidenti meraviglie, delineando un salto tecnologico netto rispetto alla maggior parte della produzione per GBC, vedere in azione The Fish Files lascia davvero stupiti: anzitutto per il fatto che tale qualità visiva possa scaturire dall'anziana tecnologia del Game Boy Color; in secondo luogo che il sapore, la magia, la demenzialità delle mitiche avventure LucasArts - filtrate, eleborate e interpretate dall'italiaco talento - possano essere racchiusi nell'angosto spazio fisico e tecnologico di una cartuccia per Game Boy Color. Ci sarà tempo nella recensione di parlare della trama (pesci rapiti da un immaginario College americano) da cui deriva il titolo del gioco e del tipo di gameplay adottato per questa avventura portatile: per adesso non ci resta che attendere (il momento dell'uscita è vicino) e augurare ancora ai 7th Sense il più grande degli "in bocca ala lupo"!
Matteo Camisasca