The Godfather
di
Francesco Romagnoli
Quando oggigiorno scorriamo i dati anagrafici di un videogame e alla voce "produttore" scorgiamo il nome EA, sappiamo che con tutta probabilità dobbiamo aspettarci una realizzazione di tutto rispetto, alla quale si è dedicata una software house che quando decide di investire su di un titolo lo fa in maniera massiccia. Per questo non ci è difficile immaginare i motivi che hanno spinto Electronic Arts a scegliere di acquistare i diritti di una saga così famosa e dal nome così importante. Si fosse trattato di un qualche altro sviluppatore, avrebbero cominciato ad assalirci i cattivi pensieri riguardanti il classico tie-in realizzato in maniera grossolana, tanto per sfruttare la licenza. In questo caso invece sembra che le nostre coscienze possano rilassarsi un attimo, vista anche la sbirciatina che ci è stato possibile dare ai primi stralci di materiale presentato. Ora ci è più facile credere che la scelta di EA si sia basata non tanto sull'ipotesi di mungere un brand famoso il più possibile e con il minimo sforzo, quanto su quella di scegliere forse il miglior titolo a supportare quello che si prospetta come lo sfidante più accreditato al dominio della serie di GTA.
Per tutti coloro che non fossero al corrente della storia narrata dalla famosa serie cinematografica o dal noto libro di Mario Puzo, ricordiamo che le vicende narrate si svolgono nella New York anni '40 e trattano gli avvenimenti che ruotano intorno alla famosa famiglia che di cognome fa Corleone. Come è facilmente intuibile, il primo termine che affiora alla mente è "mafia". Così come il film, anche questo videogioco ruoterà a 360° attorno a questo vocabolo. Ecco quindi che il ruolo principale che sarete chiamati ad interpretare non sarà altro che quello di un giovane gangster (a quanto pare personalizzabile), intento a farsi strada nel suo ramo e a tentare di scalare la vetta verso la conquista della poltrona più rispettabile all'interno dell'organizzazione. E proprio di rispetto si parla quando vengono descritte le prime dinamiche di gioco. Ottenere la stima mediante le nostre azioni ci permetterà di stringere alleanze sempre più importanti, di ricevere favori o maggior credibilità da parte di coloro che saranno sotto il nostro dominio territoriale. In cosa consistono quindi le nostre gesta? Il gameplay si baserà sulle componenti classiche di questo genere, annoverando inseguimenti in auto, sparatorie, pestaggi e azione di vario tipo. Il tutto come al solito gestito da una visuale in terza persona con un taglio leggermente più dinamico e cinematografico che renderà ancora più spettacolare ed immedesimante il vostro operato.
Quanto detto finora sembra tutto sommato descrivere un altro gioco ricalcante la struttura di GTA, uscito qualche tempo fa: quel Mafia che aveva riscosso un discreto successo nella versione per PC per poi deludere nelle rispettive conversioni su console. In effetti "Il Padrino" è molto simile a questo titolo sotto tutti gli aspetti di vista: dal gameplay, all'ambientazione, alla libertà di gioco che sembra i produttori vogliano conferire anche al nostro protagonista in erba. Quello che sembra potrà fare davvero la differenza a questo punto è la realizzazione tecnica, che a quanto visto fino ad ora sembra promettere davvero bene. La grafica è ottima, i movimenti dei personaggi su schermo sono fluidi e credibili, una buona cura per i dettagli è nettamente percepibile anche nella rappresentazione di un'intera città che sembra vivere di vita propria, ed in fondo è proprio così: passeggiare per le vie di Little Italy non è mai stato così coinvolgente. Un completo microcosmo di individui che si muovono ed agiscono in maniera verosimile, che hanno comportamenti attendibili come quelli che verrebbero ripresi da una cinepresa piazzata su quelle strade: un barbone che esce da un vicolo con sotto braccio il suo giaciglio, un venditore di giornali che sbraita sul marciapiede, una donna che spazza all'angolo, il fumo proveniente dai tombini...il tutto per far si di immergerci il più possibile in quella che vorrebbe porsi come un'intera dimensione alternativa.
Il mondo che ci circonda si muoverà quindi autonomamente, ma risponderà anche alle nostre azioni in base alla misura con la quale queste si manifesteranno. Per questo si parla di "conseguenze". Lo spettro riguardante la libertà di comportamento sarà molto ampio: ad esempio, per eseguire un semplice (relativamente s'intende) compito quale quello di riscuotere il pizzo da un negoziante, potremo decidere di utilizzare vari gradi di intimidazione; dagli avvertimenti più pacati alla violenza più spiccia. E così varrà per ogni mansione che ci verrà assegnata e che ci vedrà protagonisti. Ogni volta potremo decidere se affidarci alle nostre doti di astuzia piuttosto che ricorrere alla forza bruta ed ogni nostra decisione avrà una rispettiva conseguenza, ogni scelta avrà un seguito predeterminato in quanto il mondo che ci circonda possiede la sua "memoria". Anche in base a questi aspetti sembra che i dialoghi si preannuncino interessanti e tutt'altro che marginali rispetto alla trama. Riguardo quest'ultima si sa che verrà dipanata attraverso una serie di missioni definibili come "primarie" ed altre che avranno un'importanza secondaria nei confronti della storia principale. Il tutto avrà luogo in un arco di tempo di 10 anni (dal 1945 al 1955) in cui, tra la corruzione di un giudice e il pestare i piedi ad un boss altolocato, anche il fisico del protagonista subirà i mutamenti dovuti all'incedere del tempo. Al contrario ancora non è stato rivelato granché riguardo l'ampiezza delle mappe e degli scenari; si spera che il tutto sia il più possibilmente esteso in maniera tale da soddisfare l'ansia da libertà sconfinata di chiunque.
Oltre all'impressionante grafica menzionata sopra, anche il sonoro sembra presentare la massima cura, potendosi avvalere di un notevole numero di attori chiamati a dar la propria voce ai protagonisti; tra i più famosi ci sono James Caan, John Martino, Robert Duvall e persino lo scomparso Marlon Brando, il quale ha offerto il proprio doppiaggio poco prima della sua morte. A condire il tutto ci saranno le tipiche espressioni colorite di quel "campo di attività", delle quali alcune in italiano masticato che non mancheranno di strapparci qualche sorriso. Una realizzazione tecnica che si presenta quindi di prim'ordine. Attendiamo solo di poter metter le mani direttamente sul joypad, per poter dipanare gli unici dubbi relativi all'immediatezza e alla fusione dei comandi, tra un'azione e l'altra, mutuata non tanto dal materiale da noi analizzato quanto dalle precedenti esperienze facenti capo a questo genere (ogni riferimento a Mafia e The Getaway è puramente casuale). Se c'è un punto in cui al contrario i capitoli Rockstar si sono dimostrati impareggiabili è proprio questo: la piena libertà d'azione unita alla massima immediatezza in ogni situazione. Se EA saprà vincere anche questa sfida sul piano del gameplay, siamo sicuri ci troveremo di fronte ad un videogame definibile come un capolavoro, quasi quanto la pellicola da cui il gioco discende.
Per tutti coloro che non fossero al corrente della storia narrata dalla famosa serie cinematografica o dal noto libro di Mario Puzo, ricordiamo che le vicende narrate si svolgono nella New York anni '40 e trattano gli avvenimenti che ruotano intorno alla famosa famiglia che di cognome fa Corleone. Come è facilmente intuibile, il primo termine che affiora alla mente è "mafia". Così come il film, anche questo videogioco ruoterà a 360° attorno a questo vocabolo. Ecco quindi che il ruolo principale che sarete chiamati ad interpretare non sarà altro che quello di un giovane gangster (a quanto pare personalizzabile), intento a farsi strada nel suo ramo e a tentare di scalare la vetta verso la conquista della poltrona più rispettabile all'interno dell'organizzazione. E proprio di rispetto si parla quando vengono descritte le prime dinamiche di gioco. Ottenere la stima mediante le nostre azioni ci permetterà di stringere alleanze sempre più importanti, di ricevere favori o maggior credibilità da parte di coloro che saranno sotto il nostro dominio territoriale. In cosa consistono quindi le nostre gesta? Il gameplay si baserà sulle componenti classiche di questo genere, annoverando inseguimenti in auto, sparatorie, pestaggi e azione di vario tipo. Il tutto come al solito gestito da una visuale in terza persona con un taglio leggermente più dinamico e cinematografico che renderà ancora più spettacolare ed immedesimante il vostro operato.
Quanto detto finora sembra tutto sommato descrivere un altro gioco ricalcante la struttura di GTA, uscito qualche tempo fa: quel Mafia che aveva riscosso un discreto successo nella versione per PC per poi deludere nelle rispettive conversioni su console. In effetti "Il Padrino" è molto simile a questo titolo sotto tutti gli aspetti di vista: dal gameplay, all'ambientazione, alla libertà di gioco che sembra i produttori vogliano conferire anche al nostro protagonista in erba. Quello che sembra potrà fare davvero la differenza a questo punto è la realizzazione tecnica, che a quanto visto fino ad ora sembra promettere davvero bene. La grafica è ottima, i movimenti dei personaggi su schermo sono fluidi e credibili, una buona cura per i dettagli è nettamente percepibile anche nella rappresentazione di un'intera città che sembra vivere di vita propria, ed in fondo è proprio così: passeggiare per le vie di Little Italy non è mai stato così coinvolgente. Un completo microcosmo di individui che si muovono ed agiscono in maniera verosimile, che hanno comportamenti attendibili come quelli che verrebbero ripresi da una cinepresa piazzata su quelle strade: un barbone che esce da un vicolo con sotto braccio il suo giaciglio, un venditore di giornali che sbraita sul marciapiede, una donna che spazza all'angolo, il fumo proveniente dai tombini...il tutto per far si di immergerci il più possibile in quella che vorrebbe porsi come un'intera dimensione alternativa.
Il mondo che ci circonda si muoverà quindi autonomamente, ma risponderà anche alle nostre azioni in base alla misura con la quale queste si manifesteranno. Per questo si parla di "conseguenze". Lo spettro riguardante la libertà di comportamento sarà molto ampio: ad esempio, per eseguire un semplice (relativamente s'intende) compito quale quello di riscuotere il pizzo da un negoziante, potremo decidere di utilizzare vari gradi di intimidazione; dagli avvertimenti più pacati alla violenza più spiccia. E così varrà per ogni mansione che ci verrà assegnata e che ci vedrà protagonisti. Ogni volta potremo decidere se affidarci alle nostre doti di astuzia piuttosto che ricorrere alla forza bruta ed ogni nostra decisione avrà una rispettiva conseguenza, ogni scelta avrà un seguito predeterminato in quanto il mondo che ci circonda possiede la sua "memoria". Anche in base a questi aspetti sembra che i dialoghi si preannuncino interessanti e tutt'altro che marginali rispetto alla trama. Riguardo quest'ultima si sa che verrà dipanata attraverso una serie di missioni definibili come "primarie" ed altre che avranno un'importanza secondaria nei confronti della storia principale. Il tutto avrà luogo in un arco di tempo di 10 anni (dal 1945 al 1955) in cui, tra la corruzione di un giudice e il pestare i piedi ad un boss altolocato, anche il fisico del protagonista subirà i mutamenti dovuti all'incedere del tempo. Al contrario ancora non è stato rivelato granché riguardo l'ampiezza delle mappe e degli scenari; si spera che il tutto sia il più possibilmente esteso in maniera tale da soddisfare l'ansia da libertà sconfinata di chiunque.
Oltre all'impressionante grafica menzionata sopra, anche il sonoro sembra presentare la massima cura, potendosi avvalere di un notevole numero di attori chiamati a dar la propria voce ai protagonisti; tra i più famosi ci sono James Caan, John Martino, Robert Duvall e persino lo scomparso Marlon Brando, il quale ha offerto il proprio doppiaggio poco prima della sua morte. A condire il tutto ci saranno le tipiche espressioni colorite di quel "campo di attività", delle quali alcune in italiano masticato che non mancheranno di strapparci qualche sorriso. Una realizzazione tecnica che si presenta quindi di prim'ordine. Attendiamo solo di poter metter le mani direttamente sul joypad, per poter dipanare gli unici dubbi relativi all'immediatezza e alla fusione dei comandi, tra un'azione e l'altra, mutuata non tanto dal materiale da noi analizzato quanto dalle precedenti esperienze facenti capo a questo genere (ogni riferimento a Mafia e The Getaway è puramente casuale). Se c'è un punto in cui al contrario i capitoli Rockstar si sono dimostrati impareggiabili è proprio questo: la piena libertà d'azione unita alla massima immediatezza in ogni situazione. Se EA saprà vincere anche questa sfida sul piano del gameplay, siamo sicuri ci troveremo di fronte ad un videogame definibile come un capolavoro, quasi quanto la pellicola da cui il gioco discende.
The Godfather
The Godfather
Attendiamo solo di poter metter le mani direttamente sul joypad, per poter dipanare gli unici dubbi relativi all'immediatezza e alla fusione dei comandi, tra un'azione e l'altra, mutuata non tanto dal materiale da noi analizzato quanto dalle precedenti esperienze facenti capo a questo genere (ogni riferimento a Mafia e The Getaway è puramente casuale). Se c'è un punto in cui al contrario i capitoli Rockstar si sono dimostrati impareggiabili è proprio questo: la piena libertà d'azione unita alla massima immediatezza in ogni situazione. Se EA saprà vincere anche questa sfida sul piano del gameplay, siamo sicuri ci troveremo di fronte ad un videogame definibile come un capolavoro, quasi quanto la pellicola da cui il gioco discende.