The Last of Us
di
Interazione é sicuramente la parola chiave di tutto il pacchetto. E non parliamo solo di animazioni egregiamente collegate allo scenario circostante, ma di come Joel possa interfacciarsi ad ogni situazione con estrema credibilità, raccogliendo in giro i più disparati oggetti da utilizzare come armi o diversivi, magari unendone due o più insieme per creare un'arma di fortuna, un po' come un Crusoe moderno. E, proprio come il Crusoe del caro Daniel di quartiere, si deve fare un po' di tutto per sopravvivere. Era da tanto che non provavamo l'ansiolitica sensazione di dover risparmiare proiettili o medikit, o di dover centellinare ogni strumento in nostro possesso per non ritrovarci poi sguarniti nel momento del bisogno. The Last of Us, a parte un paio di occasioni, non ci é sembrato il classico sparatutto in cui si procede usando la forza bruta.
Al contrario, ogni qualvolta fosse possibile tentavamo di aggirare i nemici senza farci notare, o distraendoli con rumori di ogni genere. Bisogna fare sempre attenzione: come é giusto che sia, armi da fuoco e proiettili sono rarissimi, l'energia non si recupera con il tempo e non si può mettere in pausa il gioco nemmeno durante le azioni più semplici (come curarsi con un kit medico). The Last of Us é forse uno dei giochi di sparatoria più realistici a cui abbiamo mai messo mano e, proprio come nel mondo vero, i nemici non mostrano neanche un briciolo di pietà. In verità, non c'é metodo di farlo capire a parole, perché ogni sparatoria si trasforma in un'esperienza unica e dalle mille facce. Da bravi giornalisti abbiamo anche rigiocato la "demo" più di una volta e confermiamo come gli algoritmi dell'IA rendano gli avversari non solo veloci e spietati, ma anche umani nel ragionare e negli stati d'animo.
Piuttosto diverso, invece, l'approccio agli infetti. Perché sì, come era lecito aspettarsi, non solo avremo a che fare con canaglie pensanti di ogni tipo, ma anche con i veri e propri "zombie" che hanno costretto il governo a trasformare gli Stati Uniti un'enorme zona di quarantena. Ed é proprio nella demo di Lincoln, nella piccola cittadina di fianco alla foresta, che li troveremo. Dopo aver attraversato la zona naturale ed aver risolto un semplice enigma ambientale, riusciamo a superare una barricata che ci separa dal centro urbano e, quindi, a mettere i piedi sull'asfalto. Qui é dove l'iniziale sensazione di trovarsi sui binari scompare del tutto. Di Last of Us avevamo ormai visto di tutto, ma sinceramente non ci aspettavamo scenari esplorabili di tali proporzioni. Diversi edifici sono lì pronti ad essere spolpati in ogni loro segreto e controllare palmo a palmo ogni angolo della città é molto utile, oltre che piacevole. Infatti sarà facile trovare in cassetti, armadi o dietro ai banconi materiali di ogni genere riutilizzabili per i motivi più disparati: potenziare le abilità del protagonista, upgradare le armi in nostro possesso e così via.
Come dicevamo, in questa demo appaiono quelli che gli sviluppatori chiamano "Clickers", ovvero il secondo stadio dell'infezione. Il fungo che ha preso il controllo dei cervelli dei cittadini campeggia maestoso sul loro cranio, deformandone le forme e rendendo il loro aspetto più vicino a quello di un non-morto di Resident Evil che ad un vero e proprio simbionte controllato da un mucchio di spore. Essendo ciechi, si affidano completamente al loro udito per rivelare gli esseri viventi nei paraggi, ed in fase d'attacco si rivelano dei predatori spietati come nessun'altro, capaci di mandarci all'altro mondo con un singolo morso. In verità, non sappiamo dire quanto siano realmente pericolosi, perché nella dimostrazione ci siamo sempre trovati in posizioni di vantaggio che hanno dato loro poche possibilità di colpirci. Oltre a dire che sono effettivamente spaventosi, bolliamo il resto con un enorme punto interrogativo, in attesa di vederli in azione nel gioco completo, magari in condizioni più equilibrate.
La difficile traversata del borgo di Lincoln continua a sorprendere per la molteplicità di percorsi secondari da imboccare (ovviamente fin nei limiti di un adventure), mettendoci di fronte ad una serie di trabocchetti da disattivare e ad alcuni altri rompicapi ambientali (anche se niente di troppo diverso dal raccogliere una scala e spostarla in un punto più utile). Raggiunto quello che con tutta probabilità é l'ultimo spiazzale che ci separa da Bill, Joel mette il piede in una trappola e - in men che non si dica - si ritrova a due metri da terra, a testa in giù e con la caviglia bloccata da una fune.
Ellie si accorge subito che é un frigorifero nei paraggi a fare da contrappeso e si prodiga a tagliare la fune così da poter liberare l'amico. Purtroppo la vita non é mai facile, soprattutto se vivi in una città infestata da creature assassine, ed ecco che il rumore attira degli infetti sulla nostra zona. Parte così una sparatoria al cardiopalma (e a testa in giù) in cui dovremo cercare di proteggere noi stessi e la ragazzina dalle ondate di mostri che continuano ad arrivare. Fortunatamente é lo stesso Bill, uscito dal suo nascondiglio, a darci una mano nel momento peggiore, e dopo essere fuggiti per angusti vicoli strabordanti di nemici siamo finalmente al sicuro. La demo nella città di Lincoln finisce qui, con un dialogo (tutt'altro che amichevole) tra Joel e Bill, intenzionati a mettere in piedi un'automobile funzionante per poter abbandonare la zona.
Al contrario, ogni qualvolta fosse possibile tentavamo di aggirare i nemici senza farci notare, o distraendoli con rumori di ogni genere. Bisogna fare sempre attenzione: come é giusto che sia, armi da fuoco e proiettili sono rarissimi, l'energia non si recupera con il tempo e non si può mettere in pausa il gioco nemmeno durante le azioni più semplici (come curarsi con un kit medico). The Last of Us é forse uno dei giochi di sparatoria più realistici a cui abbiamo mai messo mano e, proprio come nel mondo vero, i nemici non mostrano neanche un briciolo di pietà. In verità, non c'é metodo di farlo capire a parole, perché ogni sparatoria si trasforma in un'esperienza unica e dalle mille facce. Da bravi giornalisti abbiamo anche rigiocato la "demo" più di una volta e confermiamo come gli algoritmi dell'IA rendano gli avversari non solo veloci e spietati, ma anche umani nel ragionare e negli stati d'animo.
Piuttosto diverso, invece, l'approccio agli infetti. Perché sì, come era lecito aspettarsi, non solo avremo a che fare con canaglie pensanti di ogni tipo, ma anche con i veri e propri "zombie" che hanno costretto il governo a trasformare gli Stati Uniti un'enorme zona di quarantena. Ed é proprio nella demo di Lincoln, nella piccola cittadina di fianco alla foresta, che li troveremo. Dopo aver attraversato la zona naturale ed aver risolto un semplice enigma ambientale, riusciamo a superare una barricata che ci separa dal centro urbano e, quindi, a mettere i piedi sull'asfalto. Qui é dove l'iniziale sensazione di trovarsi sui binari scompare del tutto. Di Last of Us avevamo ormai visto di tutto, ma sinceramente non ci aspettavamo scenari esplorabili di tali proporzioni. Diversi edifici sono lì pronti ad essere spolpati in ogni loro segreto e controllare palmo a palmo ogni angolo della città é molto utile, oltre che piacevole. Infatti sarà facile trovare in cassetti, armadi o dietro ai banconi materiali di ogni genere riutilizzabili per i motivi più disparati: potenziare le abilità del protagonista, upgradare le armi in nostro possesso e così via.
Come dicevamo, in questa demo appaiono quelli che gli sviluppatori chiamano "Clickers", ovvero il secondo stadio dell'infezione. Il fungo che ha preso il controllo dei cervelli dei cittadini campeggia maestoso sul loro cranio, deformandone le forme e rendendo il loro aspetto più vicino a quello di un non-morto di Resident Evil che ad un vero e proprio simbionte controllato da un mucchio di spore. Essendo ciechi, si affidano completamente al loro udito per rivelare gli esseri viventi nei paraggi, ed in fase d'attacco si rivelano dei predatori spietati come nessun'altro, capaci di mandarci all'altro mondo con un singolo morso. In verità, non sappiamo dire quanto siano realmente pericolosi, perché nella dimostrazione ci siamo sempre trovati in posizioni di vantaggio che hanno dato loro poche possibilità di colpirci. Oltre a dire che sono effettivamente spaventosi, bolliamo il resto con un enorme punto interrogativo, in attesa di vederli in azione nel gioco completo, magari in condizioni più equilibrate.
La difficile traversata del borgo di Lincoln continua a sorprendere per la molteplicità di percorsi secondari da imboccare (ovviamente fin nei limiti di un adventure), mettendoci di fronte ad una serie di trabocchetti da disattivare e ad alcuni altri rompicapi ambientali (anche se niente di troppo diverso dal raccogliere una scala e spostarla in un punto più utile). Raggiunto quello che con tutta probabilità é l'ultimo spiazzale che ci separa da Bill, Joel mette il piede in una trappola e - in men che non si dica - si ritrova a due metri da terra, a testa in giù e con la caviglia bloccata da una fune.
Ellie si accorge subito che é un frigorifero nei paraggi a fare da contrappeso e si prodiga a tagliare la fune così da poter liberare l'amico. Purtroppo la vita non é mai facile, soprattutto se vivi in una città infestata da creature assassine, ed ecco che il rumore attira degli infetti sulla nostra zona. Parte così una sparatoria al cardiopalma (e a testa in giù) in cui dovremo cercare di proteggere noi stessi e la ragazzina dalle ondate di mostri che continuano ad arrivare. Fortunatamente é lo stesso Bill, uscito dal suo nascondiglio, a darci una mano nel momento peggiore, e dopo essere fuggiti per angusti vicoli strabordanti di nemici siamo finalmente al sicuro. La demo nella città di Lincoln finisce qui, con un dialogo (tutt'altro che amichevole) tra Joel e Bill, intenzionati a mettere in piedi un'automobile funzionante per poter abbandonare la zona.