The Order 1886
di
Davide Ottagono
Conosciamo i nostri eroi
Secondo le regole dell'Ordine, ogni volta che un cavaliere cade in battaglia viene subito scelto un suo successore, che oltre a portare avanti la sua causa, si accolla anche il suo nome. Noi giocheremo nei panni di Sir Galahad, il vero e proprio protagonista della vicenda. E' il terzo Galahad dell'Ordine, ma grazie alle sue ineguaglabili abilità é riuscito a sopravvivere a secoli di guerra. Il suo vero nome é Grayson. Nonostante supponiamo che vestiremo solo i suoi panni nel corso del gioco, non significa però che Galahad agirà da solo. Il gruppo é infatti composto da altri tre personaggi, ognuno con proprie abilità e caratteristiche comportamentali. Galahad é molto attaccato a Lafayette e Malory, rispettivamente amico e mentore, e a Isabeau D'Argyll, per la quale sembra provare qualcosa di "più profondo".
Sir Percival (vero nome: Sebastian Malory) é invece il più anziano ed esperto del gruppo. Nel nostro mondo, c'é stato davvero un Malory, anche se di nome Thomas. Thomas Malory, come si evince dalle nostre ricerche, era un poeta appassionato del mito di Re Artù. Ha infatti scritto, nel quindicesimo secolo, "Le Morte d'Arthur". Il Sebastian del gioco é un suo antenato fittizio, oltre che forse il miglior uomo dell'Ordine intero. "E' il secondo Percival dell'Ordine", ci racconta Weerasuriya. "Una volta morto l'originale, é stato Malory a prendere il suo posto, diventando uno dei migliori cavalieri che abbia mai militato nell'Ordine. E' proprio grazie a lui che Galahad, il protagonista, crede tanto nella causa. E' il suo maestro, il suo fratello maggiore. E' la persona che c'é sempre nel momento del pericolo, il tipo d'uomo che sai che a prescindere non potrà mai sbagliare".
Il Marchese de Lafayette é il più giovane membro della squadra. Tra l'altro, anch'egli é realmente esistito. Per chi ricorda ancora le lezioni del liceo, sarà facile ricollegate il Marchese all'eroe che combatté durante le rivoluzioni francesi e americane. Nella trama del gioco il Marchese é infatti lo stesso eroe, con la differenza che dopo le vittorie in patria e oltreoceano si é unito all'Ordine. E' lo stesso Mallory, l'anziano del gruppo, ad avvicinarlo dopo le sue ultime vittorie, portandolo ad abbracciare una causa ben più grande della semplice indipendenza. Avendo viaggiato molto, é forse la persona più colta del gruppo, oltre che quella più a cuor leggero. Essendo solo un apprendista, non ha ancora un nome in codice.
Ladry Ingrain (vero nome: Isabeau D'Argyll) é l'unico membro femminile del team. Pronipote dell'originale Lady Ingrain, madre di Re Artù, si é unita al gruppo sotto consiglio di Galahad. In verità, tra il protagonista e la ragazza sembra esserci ben più di una semplice amicizia. Purtroppo per loro, il rapporto non può essere consumato oltre perché le leggi interne all'Ordine lo proibiscono. Sarà infatti interessante vedere come le cose tra i due possano evolversi, soprattutto sui sanguinosi campi di battaglia.
Agli occhi delle persone normali, i cavalieri dell'Ordine sono figure leggendarie, guerrieri d'alta classe capaci di sopravvivere a secoli di guerre esclusivamente grazie alle loro abilità. La sede di questa rinnovata Tavola Rotonda siede nel Parlamento londinese, sotto lo sguardo vigile di un certo Cancelliere Supremo. Come vi abbiamo già detto noi vestiremo i panni di Sir Galahad, uno dei migliori combattenti al mondo, segnato da una lunghissima vita di sofferenze, battaglie vinte e affetti scomparsi. I ricordi delle sue innumerevoli vite sono un vero macigno sul cuore, nonostante non lo dia mai a vedere.
"Sotto molti aspetti, Galahad é l'eroe che non ti aspetti", ha detto Weerasuriya. "E' una tela bianca che verrà dipinta a lungo andare, evento dopo evento. Il risultato sarà il quadro di una persona che é stata costretta a reprimere molti - troppi - sentimenti".
Come se non bastasse, le popolazioni più povere si sono unite in una dura resistenza atta a cancellare i cavalieri e i nobili dall'Inghilterra. In un periodo di crisi come quello di guerra, le distinzioni tra ricchi e poveri sono ancora più marcate, costringendo uno zoccolo duro di rivoltosi a volersi vendicare sui politici e sul loro esercito a causa delle dure condizioni in cui li hanno costretti a vivere. La resistenza, di fatto, rappresenta la seconda fazione contro cui ci troveremo ad incrociare le armi.
Esperienza cinematografica
Quando il team ha raccontato il suo nuovo lavoro ai microfoni dei colleghi di Game Informer, la parola che é saltata fuori più spesso é "cinematograficità". The Order fa tesoro di tutto quello che i videogiochi hanno appreso nell'ultima generazione e cerca di evolvere lo standard ad un livello ancor superiore. Regia, spettacolarità, variazioni al tema. Ora come ora, in attesa di un nuovo annuncio di Naughty Dog, il vero Uncharted di nuova generazione sembra essere proprio questo. Dopotutto, quando si parla di sparatutto in terza persona "story-driven", dove dialoghi e azione al cardiopalma la fanno da padrona, non può che venire in mente una qualsiasi delle avventure di Nathan Drake. The Order, almeno ad una prima occhiata, non sembra voler stravolgere completamente la concezione del genere, ma si bea di tecnologie all'ultimo grido per elevare il tutto verso orizzonti mai esplorati prima. Il tutto é fluido, incredibilmente realistico, partendo dalla gestione in tempo reale di tessuti e materiali al feeling "hollywoodiano" di una telecamera perennemente in movimento, come se una seconda persona stesse sul serio correndo dietro ai protagonisti nel tentativo di riprenderne ogni mossa.
Il motore di un vero Cavaliere
La pulizia grafica e l'atmosfera generale fanno il resto. Per chi avesse già additato l'unico trailer presentato come "scena pre-renderizzata", farebbe meglio a cambiare idea. Chi l'ha visto in movimento giura e spergiura, come tra l'altro sottolineato anche dagli stessi sviluppatori, che quanto visto gira interamente con il motore del gioco. Tra l'altro, vogliamo ricordare come i Ready at Dawn si siano lanciati nel rischio di creare da zero un motore totalmente proprietario, invece di prenderlo in prestito da qualcuno. Per un team relativamente piccolo come il loro é stata sicuramente una scommessa, ma l'ambizione sembra aver portato i suoi frutti. Il popolo PlayStation dovrà aspettare ancora un po' prima di vederlo con i propri occhi, ma diverse fonti già parlano dell'impatto next-gen migliore che si sia visto fino ad oggi.
"Quando abbiamo progettato le basi del gioco, la prima cosa che ci siamo chiesti é stata: 'Se un gioco vuole essere il più vicino possibile a un film, cosa gli manca?'. La risposta é ovvia: la telecamera", ha infatti detto Dana Jan, game director. "Ci siamo accorti di come siano in pochissimi a fare questo ragionamento, e quindi abbiamo deciso di rimboccarci le maniche anche su questo aspetto. Quando metti una sorta di vetro tra il giocatore e il mondo digitale, soprattutto grazie al nuovo sistema di illuminazione, tutto sembra meno rigido, più organico".
Non possiamo dargli torto. Che sia artificiale o naturale, la luce che si rifrange sugli oggetti solidi e che attraversa quelli sottili non é mai sembrata più convincente. Dinamici e non, gli effetti comprendono corpuscoli quasi invisibili generati dal fuoco, polvere e persino sporco sulla telecamera. Anche il motore fisico é stato reinventato appositamente per rispondere in maniera plausibile ad ogni interazione o contraccolpo. Invece di basarsi su algoritmi comuni da corpi rigidi, i tecnici del team hanno sviluppato un sistema proprietario capace di differenziare peso e consistenza dei vari modelli in-game permettendo loro di rispondere al meglio ad ogni input dall'esterno.
"I corpi rigidi sono duri, senza flessibilità", ci ha spiegato Jan. "I nostri corpi morbidi, invece, funzionano molto meglio. Che siano soffici come un cuscino o resistenti come una cassa che cade da un secondo piano... gli oggetti tendono a comprimersi dipendentemente dalla loro struttura molecolare. Nessuno ci fa caso a meno che non voglia notarlo di proposito, ma il modo in cui un oggetto cade, rimbalza o rotola é sempre diverso".
Secondo le regole dell'Ordine, ogni volta che un cavaliere cade in battaglia viene subito scelto un suo successore, che oltre a portare avanti la sua causa, si accolla anche il suo nome. Noi giocheremo nei panni di Sir Galahad, il vero e proprio protagonista della vicenda. E' il terzo Galahad dell'Ordine, ma grazie alle sue ineguaglabili abilità é riuscito a sopravvivere a secoli di guerra. Il suo vero nome é Grayson. Nonostante supponiamo che vestiremo solo i suoi panni nel corso del gioco, non significa però che Galahad agirà da solo. Il gruppo é infatti composto da altri tre personaggi, ognuno con proprie abilità e caratteristiche comportamentali. Galahad é molto attaccato a Lafayette e Malory, rispettivamente amico e mentore, e a Isabeau D'Argyll, per la quale sembra provare qualcosa di "più profondo".
Sir Percival (vero nome: Sebastian Malory) é invece il più anziano ed esperto del gruppo. Nel nostro mondo, c'é stato davvero un Malory, anche se di nome Thomas. Thomas Malory, come si evince dalle nostre ricerche, era un poeta appassionato del mito di Re Artù. Ha infatti scritto, nel quindicesimo secolo, "Le Morte d'Arthur". Il Sebastian del gioco é un suo antenato fittizio, oltre che forse il miglior uomo dell'Ordine intero. "E' il secondo Percival dell'Ordine", ci racconta Weerasuriya. "Una volta morto l'originale, é stato Malory a prendere il suo posto, diventando uno dei migliori cavalieri che abbia mai militato nell'Ordine. E' proprio grazie a lui che Galahad, il protagonista, crede tanto nella causa. E' il suo maestro, il suo fratello maggiore. E' la persona che c'é sempre nel momento del pericolo, il tipo d'uomo che sai che a prescindere non potrà mai sbagliare".
Il Marchese de Lafayette é il più giovane membro della squadra. Tra l'altro, anch'egli é realmente esistito. Per chi ricorda ancora le lezioni del liceo, sarà facile ricollegate il Marchese all'eroe che combatté durante le rivoluzioni francesi e americane. Nella trama del gioco il Marchese é infatti lo stesso eroe, con la differenza che dopo le vittorie in patria e oltreoceano si é unito all'Ordine. E' lo stesso Mallory, l'anziano del gruppo, ad avvicinarlo dopo le sue ultime vittorie, portandolo ad abbracciare una causa ben più grande della semplice indipendenza. Avendo viaggiato molto, é forse la persona più colta del gruppo, oltre che quella più a cuor leggero. Essendo solo un apprendista, non ha ancora un nome in codice.
Ladry Ingrain (vero nome: Isabeau D'Argyll) é l'unico membro femminile del team. Pronipote dell'originale Lady Ingrain, madre di Re Artù, si é unita al gruppo sotto consiglio di Galahad. In verità, tra il protagonista e la ragazza sembra esserci ben più di una semplice amicizia. Purtroppo per loro, il rapporto non può essere consumato oltre perché le leggi interne all'Ordine lo proibiscono. Sarà infatti interessante vedere come le cose tra i due possano evolversi, soprattutto sui sanguinosi campi di battaglia.
Agli occhi delle persone normali, i cavalieri dell'Ordine sono figure leggendarie, guerrieri d'alta classe capaci di sopravvivere a secoli di guerre esclusivamente grazie alle loro abilità. La sede di questa rinnovata Tavola Rotonda siede nel Parlamento londinese, sotto lo sguardo vigile di un certo Cancelliere Supremo. Come vi abbiamo già detto noi vestiremo i panni di Sir Galahad, uno dei migliori combattenti al mondo, segnato da una lunghissima vita di sofferenze, battaglie vinte e affetti scomparsi. I ricordi delle sue innumerevoli vite sono un vero macigno sul cuore, nonostante non lo dia mai a vedere.
"Sotto molti aspetti, Galahad é l'eroe che non ti aspetti", ha detto Weerasuriya. "E' una tela bianca che verrà dipinta a lungo andare, evento dopo evento. Il risultato sarà il quadro di una persona che é stata costretta a reprimere molti - troppi - sentimenti".
Come se non bastasse, le popolazioni più povere si sono unite in una dura resistenza atta a cancellare i cavalieri e i nobili dall'Inghilterra. In un periodo di crisi come quello di guerra, le distinzioni tra ricchi e poveri sono ancora più marcate, costringendo uno zoccolo duro di rivoltosi a volersi vendicare sui politici e sul loro esercito a causa delle dure condizioni in cui li hanno costretti a vivere. La resistenza, di fatto, rappresenta la seconda fazione contro cui ci troveremo ad incrociare le armi.
Esperienza cinematografica
Quando il team ha raccontato il suo nuovo lavoro ai microfoni dei colleghi di Game Informer, la parola che é saltata fuori più spesso é "cinematograficità". The Order fa tesoro di tutto quello che i videogiochi hanno appreso nell'ultima generazione e cerca di evolvere lo standard ad un livello ancor superiore. Regia, spettacolarità, variazioni al tema. Ora come ora, in attesa di un nuovo annuncio di Naughty Dog, il vero Uncharted di nuova generazione sembra essere proprio questo. Dopotutto, quando si parla di sparatutto in terza persona "story-driven", dove dialoghi e azione al cardiopalma la fanno da padrona, non può che venire in mente una qualsiasi delle avventure di Nathan Drake. The Order, almeno ad una prima occhiata, non sembra voler stravolgere completamente la concezione del genere, ma si bea di tecnologie all'ultimo grido per elevare il tutto verso orizzonti mai esplorati prima. Il tutto é fluido, incredibilmente realistico, partendo dalla gestione in tempo reale di tessuti e materiali al feeling "hollywoodiano" di una telecamera perennemente in movimento, come se una seconda persona stesse sul serio correndo dietro ai protagonisti nel tentativo di riprenderne ogni mossa.
Il motore di un vero Cavaliere
La pulizia grafica e l'atmosfera generale fanno il resto. Per chi avesse già additato l'unico trailer presentato come "scena pre-renderizzata", farebbe meglio a cambiare idea. Chi l'ha visto in movimento giura e spergiura, come tra l'altro sottolineato anche dagli stessi sviluppatori, che quanto visto gira interamente con il motore del gioco. Tra l'altro, vogliamo ricordare come i Ready at Dawn si siano lanciati nel rischio di creare da zero un motore totalmente proprietario, invece di prenderlo in prestito da qualcuno. Per un team relativamente piccolo come il loro é stata sicuramente una scommessa, ma l'ambizione sembra aver portato i suoi frutti. Il popolo PlayStation dovrà aspettare ancora un po' prima di vederlo con i propri occhi, ma diverse fonti già parlano dell'impatto next-gen migliore che si sia visto fino ad oggi.
"Quando abbiamo progettato le basi del gioco, la prima cosa che ci siamo chiesti é stata: 'Se un gioco vuole essere il più vicino possibile a un film, cosa gli manca?'. La risposta é ovvia: la telecamera", ha infatti detto Dana Jan, game director. "Ci siamo accorti di come siano in pochissimi a fare questo ragionamento, e quindi abbiamo deciso di rimboccarci le maniche anche su questo aspetto. Quando metti una sorta di vetro tra il giocatore e il mondo digitale, soprattutto grazie al nuovo sistema di illuminazione, tutto sembra meno rigido, più organico".
Non possiamo dargli torto. Che sia artificiale o naturale, la luce che si rifrange sugli oggetti solidi e che attraversa quelli sottili non é mai sembrata più convincente. Dinamici e non, gli effetti comprendono corpuscoli quasi invisibili generati dal fuoco, polvere e persino sporco sulla telecamera. Anche il motore fisico é stato reinventato appositamente per rispondere in maniera plausibile ad ogni interazione o contraccolpo. Invece di basarsi su algoritmi comuni da corpi rigidi, i tecnici del team hanno sviluppato un sistema proprietario capace di differenziare peso e consistenza dei vari modelli in-game permettendo loro di rispondere al meglio ad ogni input dall'esterno.
"I corpi rigidi sono duri, senza flessibilità", ci ha spiegato Jan. "I nostri corpi morbidi, invece, funzionano molto meglio. Che siano soffici come un cuscino o resistenti come una cassa che cade da un secondo piano... gli oggetti tendono a comprimersi dipendentemente dalla loro struttura molecolare. Nessuno ci fa caso a meno che non voglia notarlo di proposito, ma il modo in cui un oggetto cade, rimbalza o rotola é sempre diverso".
The Order 1886
The Order 1886
Che altro dire? Abbiamo speso molte parole su The Order, forse anche troppe. Dovremo aspettare un po', magari nemmeno troppo, prima di poter vedere qualcosa girare pubblicamente sotto i nostri occhi, ma le prime impressioni sono a dir poco esaltati. Si parla di un prodotto che sembra mischiare Uncharted, Resistance e Gears of War in un solo cocktail, con in più lo sfondo sempre affascinante di una nebbiosa Londra ottocentesca. Purtroppo, Ready at Dawn ha tantissimo da dimostrare, perché é praticamente al suo primo, grosso progetto. Ma, come diceva un altro famoso personaggio Sony... "Dalle piccole cose nascono le grandi".