The Shield

Ultimamente il piccolo schermo è letteralmente invaso da serie televisive dedicate alle gesta delle forze dell'ordine: si va dall'adrenalinico "24" ai ragionati CSI, RIS e NCIS, dai vari comandanti, all'ennesima serie dei Carabinieri, senza tuttavia dimenticare the Shield, in cui vengono narrate le vicende del sergente Vic Mackey (interpretato da Michael Chiklis) che ha il suo bel daffare per tenere a bada il distretto di Farmington. Ciò che rende particolare questa serie sono i modi talvolta rudi e certamente poco ortodossi che esibisce il protagonista durante la sua personale lotta contro il crimine, spingendosi spesso e volentieri ben oltre al quanto consente l'esibizione del classico distintivo delle forze dell'ordine. Come ogni serie televisiva che si rispetti (a proposito, qualcuno mi deve spiegare come mai non è ancora stato realizzato un gioco sui Carabinieri!) non può certo mancare la controparte dedicata alle console, e così è anche in questo caso: il gioco in questione, oltre a prendere il nome direttamente dalla serie televisiva, è stato realizzato a stretto contatto con i creatori del franchise.

Ecco come aprire le porte. Non fatelo a casa vostra...
Ecco come aprire le porte. Non fatelo a casa vostra...
Non mancano le clamorose compenetrazioni
Non mancano le clamorose compenetrazioni
I metodi di Vic non sono certo ortodossi
I metodi di Vic non sono certo ortodossi

The Shield stagione 3,5
In particolare impersonerete i panni (ovviamente) del nerboruto Vic, il quale dovrà essere condotto lungo la lotta contro il crimine in una serie di vicende che si collocano temporalmente tra la terza e la quarta stagione televisiva. Esattamente come nel telefilm potrete contare sulla buona condotta del personaggio, così come potrete compiere azioni deplorevoli, come sparare a nemici disarmati, intascare armi, soldi e sostanze stupefacenti confiscati anziché restituirli al distretto e così via. Giusto per ricordarvi da che parte state, è tuttavia presente un indicatore del livello "heat" che vi farà presente di come alcune vostre azioni siano quanto meno incresciose, obbligandovi a ricominciare la missione nel caso esso si riempia totalmente. Tale livello, giusto per fare un esempio, aumenterà nel caso causiate un'inutile uccisione, diminuirà di molto se deciderete di risparmiare un nemico ammanettandolo. Lascia tuttavia perplessi il valore che si associa a un'esecuzione nei confronti di un semplice arresto: per compensare l'abbassamento del livello heat dovuto ad aver risparmiato una vita potrete infatti concedervi l'uccisione di vari nemici disarmati. Non che si voglia fare i moralisti a tutti i costi, ma siccome si tira in ballo una questione etica si può pretendere quanto meno che essa sia almeno consistente (e in questo caso non lo è affatto). Qualcosa di molto simile si era visto in Narc (che tra l'altro rientra nel palmares degli sviluppatori di questo The Shield), di cui si può dire che questo prodotto sia una evoluzione e, perlomeno, gli sviluppatori hanno avuto il buon gusto di eliminare la grottesca possibilità di assumere la droga confiscata. E questo è già un passo avanti.

AI quasi nulla
Purtroppo le note negative non si fermano alla gestione del livello heat: l'azione innanzi tutto, che alterna sparatorie a fasi stealth e interrogatori, è quanto meno mal realizzata: le prime sono caratterizzate da un'AI dei nemici davvero primitiva, poco abili nel tentare di contrastare la vostra potenza di fuoco, in quanto per avere ragione di loro sarà sufficiente cercare riparo dietro a qualcosa e sbucare al momento giusto per svuotare i vostri caricatori. Più complicata diventa paradossalmente la situazione nel caso in cui siate accompagnati da alcuni agenti: essi non sono stati dotati dell'arte di ricercare copertura dal fuoco nemico, così sarete obbligati a precederli, uscendo allo scoperto, per far sì che essi non periscano causando il restart della missione. Mal gestita anche la fase d gioco stealth, a causa dell'innaturale capacità visiva dei nemici, in grado di scorgervi anche dietro a un muro, vanificando così la missione e obbligandovi a ripeterla finché non sarete più fortunati (difficile parlare di abilità, in questo caso).
Gli interrogatori, infine, sono altrettanto ricchi di pecche: vi sarà sufficiente premere a caso i vari pulsanti, anche nel livello di difficoltà maggiore, per farvi raccontare quello che vi serve. Unica nota lievemente positiva nel panorama del gameplay deriva dal minigame relativo alla ricerca di indizi, anche se si rivela divertente le prime volte, noioso poi: quando scorgerete qualcosa che può essere interessante, sul distintivo in alto a sinistra comparirà una sorta di lente d'ingrandimento circondata da un cerchio, da far diventare il più piccolo possibile per aggiudicarsi l'oggetto. Stranamente, però, nel caso in cui manchiate l'obiettivo non vi sarà concessa alcuna possibilità di rimediare: l'indizio sparirà per sempre.

Potrete trovare droga e armi di contrabbando
Potrete trovare droga e armi di contrabbando
Nulla è intaccabile dalle vostre armi da fuoco
Nulla è intaccabile dalle vostre armi da fuoco
Belli gli effetti di luce
Belli gli effetti di luce

Grafica indecente
Se dal punto di vista del gameplay la situazione non è rosea, altrettanto si può dire per guanto riguarda la grafica del gioco: tolta la buona realizzazione del vostro personaggio e degli splendidi effetti di illuminazione che di tanto in tanto si vedono, tutto il resto è davvero da buttare: ambientazioni spoglie di dettagli, textures mal realizzate, clamorose quanto evidenti compenetrazioni e nemici dai contorni squadrati sono quanto vi toccherà sorbirvi nel prosieguo della vostra avventura. Pochi saranno gli oggetti con cui potrete interagire (ad esempio le porte e le sedie), mentre nessun elemento del fondale mostrerà i segni delle vostre pallottole. Anche la scarsa varietà delle armi disponibili offre uno spunto per una critica, consistendo in poco più di una pistola, un fucile e una mitragliatrice automatica, oltre ovviamente alle mani nude del protagonista. Una nota positiva proviene invece dai dialoghi, particolarmente ben recitati durante le fasi che portano informazioni utili per proseguire nell'indagine, anche se vi stupirete per la demenzialità di tutti gli altri discorsi, che si riducono a un laconico "Hey Vic", "Hey".

Da evitare
Il gioco è inoltre ricco di oggetti sbloccabili, ma talmente inutili da risultare incapaci di far gola anche agli appassionati della serie. Per la cronaca, tali oggetti si possono rendere reperibili con i comportamenti deplorevoli, ovvero evitando di restituire la droga confiscata al distretto di polizia. Insomma, è davvero difficile essere attratti da questo The Shield anche nel caso siate appassionati della serie: i pochi spunti positivi del gioco (dialoghi, realizzazione grafica del protagonista e di alcuni effetti luminosi) non reggono il confronto con le gravi pecche mostrate, grafica generale in primis, senza dimenticare l'inadeguata esperienza di gioco e la sensazione che il vostro personaggio sia stato forzatamente collocato in situazioni in cui debba prendere decisioni più o meno controverse. In conclusione, l'ulteriore assenza di alcun elemento innovativo relega questo The Shield al ruolo di succhiascie, ovvero di titolo che fonda le sue speranze di vendita solo al fatto di essere associato alla scia del successo della controparte televisiva.

Bello il movimento di quella sorta di tenda
Bello il movimento di quella sorta di tenda
Non mancano le clamorose compenetrazioni
Non mancano le clamorose compenetrazioni
Ecco come aprire le porte. Non fatelo a casa vostra...
Ecco come aprire le porte. Non fatelo a casa vostra...
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The Shield

The Shield

The Shield, la nota serie televisiva, diventa per la gioia (si fa per dire) degli appassionati un videogame. Il risultato, tuttavia, non è confortante: a parte i dialoghi ben recitati, la bella realizzazione grafica del protagonista e di alcuni effetti luminosi, il gioco sguazza nella totale mediocrità con picchi in ribasso davvero eclatanti: esperienza di gioco inconsistente e grafica generale da dimenticare in primis. Siamo quindi di fronte al solito mero tentativo di sfruttare la scia del successo generato dalla controparte televisiva. Peccato!