The Suffering 2: Thies That Bind
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Quando più di un anno fa arrivò sul mercato il primo capitolo di quest'ibrido, nato dal tentativo di unire fra loro due generi come survival horror e sparatutto, la Midway, pur non raggiungendo un acclamato successo (forse aspirato), riuscì ad accaparrarsi comunque una buona fettina del mercato videoludico, riscuotendo un buon numero di consensi soprattutto sul mercato Americano.
Presa visione di quest'avvio positivo delle vendite, verso la fine dell'Aprile scorso, i capoccioni della software house americana annunciarono di aver già aggiunto sulla "lista delle cose da fare", il progetto per un sequel di The Suffering, e si dissero convinti a portare a termine i lavori.
Oggi, a circa 7 mesi dal rilascio di questa notizia ufficiale, i lavori su questo secondo capitolo sottotitolato "Ties that bind" sono quasi giunti al termine, e noi di Gamesurf abbiamo avuto l'occasione di effettuare in anteprima per voi una prova sul campo.
Come ogni sequel che si rispetti, anche questo secondo capitolo prodotto dai ragazzi della Surreal Software manterrà invariato il suo protagonista, caricando su di noi l'arduo compito di vestire i panni del nerboruto galeotto schizofrenico (e chi più ne ha più ne metta) Torque, chiamato in causa per la seconda volta con il compito di stuzzicare le nostre più recondite paure, aiutato da un'atmosfera cupa e orripilante che fa da scenario a questa seconda fatica della Midway.
La vicenda va ad intrecciarsi egregiamente con la trama del suo prequel, infatti, dopo esser riuscito a sfuggire dal braccio della morte del carcere di Abbott in cui era rinchiuso per aver sterminato la sua famiglia, Torque si ritrova a vagare per il penitenziario e la città di Baltimora, città che sembra darci l'impressione di essersi trasformata in una sorta di prigione fisica per i suoi abitanti. Con l'accusa dell'omicidio della sua famiglia che grava sulle sue spalle, il galeotto in questionr viene guidato dalle visioni generate dalla sua mente alla ricerca della verità, ed a caccia di vendetta nei confronti del misterioso e grande manipolatore di menti Blackmore, in qualche modo legato al massacro della sua famiglia.
Il titolo, fin dal primo impatto, si rivela subito nelle sue nude e crude sembianze. Sangue a fiumi, tensione portata alle stelle ed un'atmosfera degna del più trucido dei film splatter di serie B. Quest' entrata in scena quasi senza preavviso, che farà sicuramente la gioia dei giocatori più sadici, ci lascia presagire che l'intero gioco sarà caratterizzato se non interamente, da una massiccia dose di sessioni dal grilletto favile, tutto a scapito delle fasi di ricerca o in cui dovremo risolvere enigmi, e come si poteva intuire dall'intero andamento del primo capitolo, anche questo secondo episodio sembra rientrare più nella cerchia degli sparatutto che in quello dei survival horror.
L'atmosfera che si respira nelle fasi iniziali è quella di un completo abbandono e solitudine, il tutto condito con una corposa dose di violenza e orrore allo stato puro, e come se non bastasse, senza quasi rendercene conto, ci ritroveremo nel pieno dell'azione con un arma da fuoco fra le mani, pronti a sparare qualsiasi cosa si muova, che siano mostri o detenuti dall'aspetto poco amichevole, situazioni che costringeranno quasi sempre il giocatore, ad anteporre l'azione "blastatoria" a quella mentale. Per quanto riguarda l'intreccio di questo secondo capitolo, il tutto sembra studiato in modo più che discreto, possiamo accennare senza svelarvi troppo a riguardo che arrivati nella città di Baltimora la mente del nostro amico verrà portata all'esasperazione dai fantasmi del suo passato, infatti non mancheremo di fare una visitina alla casa di Torque, luogo in cui fu massacrata la sua famiglia, luogo in cui abbiamo avuto l'impressione di rivivere seppur in modo molto più blando, quell'atsmofera noir già assaporata in quel di Max Payne, peccato pero'che il tutto sfumi un po'troppo velocemente, riabituandoci subito all'odore del piombo caldo.
Sembra che anche questa volta non mancheranno nel cast figure di alto livello, infatti come nel primo episodio, il character design sarà curato da una vera autorità, il signor Stan Winston, lo stesso che ha dato vita ad Alien o al celebre Predator, che per l'occasione ha sfornato una serie di creaturine niente male, in pieno stile Hollywoodiano, da far impallidire anche il più in forma dei Rambo. Queste creature dall'aspetto molto poco amichevole, sembrano caratterizzate ad primo impatto da un pattern d'attacco degno di nota, e data la loro natura aracno-antropomorfa, saranno in grado di effettuare attacchi imprevedibili agli occhi di Torque, che dovrà sudare le cosiddette sette camicie per riportare a casasa (stavolta si spera definitivamente) la pelle.
Dal punto di vista grafico possiamo subito affermare che gli studi della Surreal Software hanno svolto fino a questo momento un bel lavoro, soprattutto per quanto riguarda alcuni effetti visivi apprezzati già in parte nel primo capitolo, nello specifico alcuni che ricordano una sorta di bullet time, o ancora, il piacevole effetto "disturbato" che prenderà forma nei nostri schermi quando il nostro alter ego, come avveniva nel primo episodio, in preda ad un attacco di nervi fuori dal normale si trasformerà in una creatura grande quanto un armadio, con delle lame al posto delle braccia, capace di spappolare letteralmente qualsiasi cosa ci si ponga davanti, elevando il livello di gore ai massimi livelli. Per quanto riguarda i modelli poligonali, essi sono stati leggermente migliorati, e così pure i vasti scenari in cui essi si integrano discretamente, ricchi di dettagli che meriterebbero almeno di esser menzionati, ma vi riserviamo quest'analisi più approfondita in sede di recensione.
Prima di concludere precisiamo che, per quanto riguarda il sistema di controllo non sembrano siano state apportate migliorie sostanziose, il passaggio dalla prima alla terza persona ci ha dato l'impressone di essere ancora un pò' troppo macchinoso e poco immediato. Buone impressioni arrivano, invece, dalla sezione grafica del gioco. L'elevato frame-rate rende l'azione di gioco più che godibile anche nelle azioni più concitate, mantenendo sempre un elevato polygon count. In definitiva un titolo questo "Thies that Bind" che a meno di imprevisti, potrebbe rivelarsi molto interessante, e considerando che la data d'uscita è prevista per la fine di questo mese, non ci resta che aspettare questi ultimi giorni fiduciosi, in attesa di poter testare il gioco in tutta la sua
completezza.
Presa visione di quest'avvio positivo delle vendite, verso la fine dell'Aprile scorso, i capoccioni della software house americana annunciarono di aver già aggiunto sulla "lista delle cose da fare", il progetto per un sequel di The Suffering, e si dissero convinti a portare a termine i lavori.
Oggi, a circa 7 mesi dal rilascio di questa notizia ufficiale, i lavori su questo secondo capitolo sottotitolato "Ties that bind" sono quasi giunti al termine, e noi di Gamesurf abbiamo avuto l'occasione di effettuare in anteprima per voi una prova sul campo.
Come ogni sequel che si rispetti, anche questo secondo capitolo prodotto dai ragazzi della Surreal Software manterrà invariato il suo protagonista, caricando su di noi l'arduo compito di vestire i panni del nerboruto galeotto schizofrenico (e chi più ne ha più ne metta) Torque, chiamato in causa per la seconda volta con il compito di stuzzicare le nostre più recondite paure, aiutato da un'atmosfera cupa e orripilante che fa da scenario a questa seconda fatica della Midway.
La vicenda va ad intrecciarsi egregiamente con la trama del suo prequel, infatti, dopo esser riuscito a sfuggire dal braccio della morte del carcere di Abbott in cui era rinchiuso per aver sterminato la sua famiglia, Torque si ritrova a vagare per il penitenziario e la città di Baltimora, città che sembra darci l'impressione di essersi trasformata in una sorta di prigione fisica per i suoi abitanti. Con l'accusa dell'omicidio della sua famiglia che grava sulle sue spalle, il galeotto in questionr viene guidato dalle visioni generate dalla sua mente alla ricerca della verità, ed a caccia di vendetta nei confronti del misterioso e grande manipolatore di menti Blackmore, in qualche modo legato al massacro della sua famiglia.
Il titolo, fin dal primo impatto, si rivela subito nelle sue nude e crude sembianze. Sangue a fiumi, tensione portata alle stelle ed un'atmosfera degna del più trucido dei film splatter di serie B. Quest' entrata in scena quasi senza preavviso, che farà sicuramente la gioia dei giocatori più sadici, ci lascia presagire che l'intero gioco sarà caratterizzato se non interamente, da una massiccia dose di sessioni dal grilletto favile, tutto a scapito delle fasi di ricerca o in cui dovremo risolvere enigmi, e come si poteva intuire dall'intero andamento del primo capitolo, anche questo secondo episodio sembra rientrare più nella cerchia degli sparatutto che in quello dei survival horror.
L'atmosfera che si respira nelle fasi iniziali è quella di un completo abbandono e solitudine, il tutto condito con una corposa dose di violenza e orrore allo stato puro, e come se non bastasse, senza quasi rendercene conto, ci ritroveremo nel pieno dell'azione con un arma da fuoco fra le mani, pronti a sparare qualsiasi cosa si muova, che siano mostri o detenuti dall'aspetto poco amichevole, situazioni che costringeranno quasi sempre il giocatore, ad anteporre l'azione "blastatoria" a quella mentale. Per quanto riguarda l'intreccio di questo secondo capitolo, il tutto sembra studiato in modo più che discreto, possiamo accennare senza svelarvi troppo a riguardo che arrivati nella città di Baltimora la mente del nostro amico verrà portata all'esasperazione dai fantasmi del suo passato, infatti non mancheremo di fare una visitina alla casa di Torque, luogo in cui fu massacrata la sua famiglia, luogo in cui abbiamo avuto l'impressione di rivivere seppur in modo molto più blando, quell'atsmofera noir già assaporata in quel di Max Payne, peccato pero'che il tutto sfumi un po'troppo velocemente, riabituandoci subito all'odore del piombo caldo.
Sembra che anche questa volta non mancheranno nel cast figure di alto livello, infatti come nel primo episodio, il character design sarà curato da una vera autorità, il signor Stan Winston, lo stesso che ha dato vita ad Alien o al celebre Predator, che per l'occasione ha sfornato una serie di creaturine niente male, in pieno stile Hollywoodiano, da far impallidire anche il più in forma dei Rambo. Queste creature dall'aspetto molto poco amichevole, sembrano caratterizzate ad primo impatto da un pattern d'attacco degno di nota, e data la loro natura aracno-antropomorfa, saranno in grado di effettuare attacchi imprevedibili agli occhi di Torque, che dovrà sudare le cosiddette sette camicie per riportare a casasa (stavolta si spera definitivamente) la pelle.
Dal punto di vista grafico possiamo subito affermare che gli studi della Surreal Software hanno svolto fino a questo momento un bel lavoro, soprattutto per quanto riguarda alcuni effetti visivi apprezzati già in parte nel primo capitolo, nello specifico alcuni che ricordano una sorta di bullet time, o ancora, il piacevole effetto "disturbato" che prenderà forma nei nostri schermi quando il nostro alter ego, come avveniva nel primo episodio, in preda ad un attacco di nervi fuori dal normale si trasformerà in una creatura grande quanto un armadio, con delle lame al posto delle braccia, capace di spappolare letteralmente qualsiasi cosa ci si ponga davanti, elevando il livello di gore ai massimi livelli. Per quanto riguarda i modelli poligonali, essi sono stati leggermente migliorati, e così pure i vasti scenari in cui essi si integrano discretamente, ricchi di dettagli che meriterebbero almeno di esser menzionati, ma vi riserviamo quest'analisi più approfondita in sede di recensione.
Prima di concludere precisiamo che, per quanto riguarda il sistema di controllo non sembrano siano state apportate migliorie sostanziose, il passaggio dalla prima alla terza persona ci ha dato l'impressone di essere ancora un pò' troppo macchinoso e poco immediato. Buone impressioni arrivano, invece, dalla sezione grafica del gioco. L'elevato frame-rate rende l'azione di gioco più che godibile anche nelle azioni più concitate, mantenendo sempre un elevato polygon count. In definitiva un titolo questo "Thies that Bind" che a meno di imprevisti, potrebbe rivelarsi molto interessante, e considerando che la data d'uscita è prevista per la fine di questo mese, non ci resta che aspettare questi ultimi giorni fiduciosi, in attesa di poter testare il gioco in tutta la sua
completezza.