The Witcher 2: Assassins of King
di
Andrea Bruni
Tuttavia, pensare a un "imbarbarimento" di The Witcher non solo appare prematuro, ma già potenzialmente smentibile, perché Assassins of Kings mette in mostra le maggiori potenzialità -oltre che alla volontà di non cedere ad alcun possibile compromesso- proprio nell'aspetto che ha sancito per il predecessore lo status di capolavoro dell'RPG.
Non é solo una faccenda di libertà d'azione, della dimensione degli ambienti di gioco oppure della ricchezza di quest primarie o secondarie, di cui pure TW2, dopo una prima fase giustificatamente lineare, da sfoggio con quantità e qualità di tutto pregio; con missioni ben strutturate, che spesso e volentieri richiederanno preparazioni preliminari e lunghe esplorazioni in base agli indizi in nostro possesso. La forza di The Witcher, piuttosto, risiede nel comparto narrativo e tutto ciò che ci ruota attorno, nella caratterizzazione di ogni elemento con cui potremo avere a che fare, nel potere di immergerci in un mondo credibile e sempre obbediente a un'atmosfera di fondo ricreata a puntino.
Non vogliamo rovinarvi neppure minimamente la sorpresa spoilerando sui dettagli del plot, ma possiamo anticipare che gli sceneggiatori di CD Projekt hanno promettono fuochi d'rtificio a non finire, abbinando un rinnovato, rinvigorito gusto per la drammatica spettacolarità, a tutti gli elementi che ci aspettiamo di rivedere: intrighi e macchinazioni politiche, potenti capricciosi, superstizioni, tensioni razziali e tutto quanto possa essere riconducibile al cupo mondo creato da Sapkowski, un fantasy d'impostazione decisamente "adulta", in cui non esistono bianco o nero, ma solo un'infinità di gradazioni di grigio, su cui saremo chiamati a prendere posizione, senza il lusso di scelte moralmente nette e immediatamente inquadrabili. Riprendendo la tagline del primo capitolo, "non esistono il bene o il male, solo decisioni e conseguenze", e questo sequel sembra fare il possibile per non tradire questa filosofia.
Infine, qualche parola va spesa sul lato tecnico. The Witcher 2 non sarà doppiato in italiano come il predecessore, riducendo la localizzazione ai soli sottotitoli. Non una buona notizia, ma se non altro, la prospettiva di doverci "accontentare" del doppiaggio in inglese non sembra affatto una tragedia, vista la buona qualità di voci e interpretazioni di cui siamo stati testimoni. Ci manteniamo invece più prudenti per quanto riguarda la grafica, stavolta non più legata all'Aurura di Bioware, ma alle dipendenze del debuttante RED Engine, motore sviluppato direttamente dalla casa polacca. Certo, non possiamo negare che questo assaggio di The Witcher 2 ci abbia regalato elementi di assoluto appagamento visivo, tra paesaggi incantevoli e personaggi dettagliati e dotati di un'espressività del tutto soddisfacente, ma qualche sbavatura grafica più o meno evidente, e soprattutto una pesantezza non del tutto giustificata in rapporto all'effettiva resa ci costringono ad attendere la release definitiva per poter dare un giudizio definitivo.
Dopotutto il 17 maggio si sta avvicinando, e i motivi per riaccogliere Geralt di Rivia sui nostri dischi rigidi con la massima fiducia non sembrano mancare. Per cui, sentitevi pure liberi di ingannare l'attesa preparando una scorta di pozioni e unguenti e leggervi quanlche trattato su mostri e non morti, gusto per non farvi cogliere impreparati. E come sottofondo, un CD dei Vader non sarebbe tanto male...
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Non é solo una faccenda di libertà d'azione, della dimensione degli ambienti di gioco oppure della ricchezza di quest primarie o secondarie, di cui pure TW2, dopo una prima fase giustificatamente lineare, da sfoggio con quantità e qualità di tutto pregio; con missioni ben strutturate, che spesso e volentieri richiederanno preparazioni preliminari e lunghe esplorazioni in base agli indizi in nostro possesso. La forza di The Witcher, piuttosto, risiede nel comparto narrativo e tutto ciò che ci ruota attorno, nella caratterizzazione di ogni elemento con cui potremo avere a che fare, nel potere di immergerci in un mondo credibile e sempre obbediente a un'atmosfera di fondo ricreata a puntino.
Non vogliamo rovinarvi neppure minimamente la sorpresa spoilerando sui dettagli del plot, ma possiamo anticipare che gli sceneggiatori di CD Projekt hanno promettono fuochi d'rtificio a non finire, abbinando un rinnovato, rinvigorito gusto per la drammatica spettacolarità, a tutti gli elementi che ci aspettiamo di rivedere: intrighi e macchinazioni politiche, potenti capricciosi, superstizioni, tensioni razziali e tutto quanto possa essere riconducibile al cupo mondo creato da Sapkowski, un fantasy d'impostazione decisamente "adulta", in cui non esistono bianco o nero, ma solo un'infinità di gradazioni di grigio, su cui saremo chiamati a prendere posizione, senza il lusso di scelte moralmente nette e immediatamente inquadrabili. Riprendendo la tagline del primo capitolo, "non esistono il bene o il male, solo decisioni e conseguenze", e questo sequel sembra fare il possibile per non tradire questa filosofia.
Infine, qualche parola va spesa sul lato tecnico. The Witcher 2 non sarà doppiato in italiano come il predecessore, riducendo la localizzazione ai soli sottotitoli. Non una buona notizia, ma se non altro, la prospettiva di doverci "accontentare" del doppiaggio in inglese non sembra affatto una tragedia, vista la buona qualità di voci e interpretazioni di cui siamo stati testimoni. Ci manteniamo invece più prudenti per quanto riguarda la grafica, stavolta non più legata all'Aurura di Bioware, ma alle dipendenze del debuttante RED Engine, motore sviluppato direttamente dalla casa polacca. Certo, non possiamo negare che questo assaggio di The Witcher 2 ci abbia regalato elementi di assoluto appagamento visivo, tra paesaggi incantevoli e personaggi dettagliati e dotati di un'espressività del tutto soddisfacente, ma qualche sbavatura grafica più o meno evidente, e soprattutto una pesantezza non del tutto giustificata in rapporto all'effettiva resa ci costringono ad attendere la release definitiva per poter dare un giudizio definitivo.
Dopotutto il 17 maggio si sta avvicinando, e i motivi per riaccogliere Geralt di Rivia sui nostri dischi rigidi con la massima fiducia non sembrano mancare. Per cui, sentitevi pure liberi di ingannare l'attesa preparando una scorta di pozioni e unguenti e leggervi quanlche trattato su mostri e non morti, gusto per non farvi cogliere impreparati. E come sottofondo, un CD dei Vader non sarebbe tanto male...
The Witcher 2: Assassins of King
The Witcher 2: Assassins of King
Di certo, l'ultimo lavoro di CD Projekt farà parlare ci sé. Un gameplay rivoluzionato che procurerà qualche mugugnio, ma anche un'anima che si promette a tutti gli effetti continuatrice di un capolavoro qual'é stato il primo capitolo di The Witcher; tanta carne al fuoco e ancora poco tempo rimanente prima di scoprire se il ritorno di Geralt sarà all'altezza delle aspettative. Gli amanti dei GDR sono pregati di non distogliere l'attenzione...