Splinter Cell Blacklist
di
Valerio De Vittorio
Se Luglio, come da tradizione, vedrà poche uscite, Agosto segnerà il via della nuova stagione videoludica, con diversi titoli interessanti attesi proprio per il mese più caldo dell'anno. Tra questi vi é senza dubbio il nuovo atteso capitolo della saga di Splinter Cell. Dopo che con Conviction Ubisoft aveva dato una pesante mano di bianco alla serie, rifondandola in tutto e per tutto, Blacklist sembra voler fare tesoro degli aspetti meglio riusciti e proporsi come prodotto più maturo e completo. Grazie all'invito di Ubisoft, abbiamo avuto la possibilità di provare per un paio d'ore la campagna singolo giocatore, cominciando proprio dal prologo.
Ci introduce a Splinter Cell Blacklist Maxime Beland, Creative Director del progetto. Questo nuovo capitolo sarà il più grande della serie, offrendo nel medesimo pacchetto la campagna single player, missioni cooperative e la modalità multiplayer competitiva. Max ci spiega come il centro nevralgico dell'esperienza sarà l'SMI, sigla che sta per Strategic Mission Interface. Dietro a questa definizione si cela semplicemente una mappa del pianeta con evidenzia le missioni da compiere, suddivise fra le tre diverse modalità di gioco. L'idea é che dalla medesima interfaccia si possa accedere ad ogni componente del titolo, perfettamente integrate tra loro in modo da creare un'esperienza che fonde single player e multiplayer. Obiettivi e denaro guadagnati giocando saranno così gli stessi, permettendo alle modalità di influenzarsi a vicenda. I soldi ottenuti serviranno ad acquistare equipaggiamento, potenziare quello già posseduto, migliorare alcune statistiche di Sam Fisher e addirittura per comprare upgrade dell'aereo-base, che proprio come con la Normandy di Mass Effect garantiranno utili perk in-game. Ad esempio durante la nostra sessione di prova abbiamo potenziato alcune sezioni del quartier generale, attivando così il radar che segnala la presenza di nemici, altrimenti assente.
Un'altra importante novità introdotta in Splinter Cell Blacklist é la netta divisione tra i tre stili di gioco. Maxime Beland ci spiega infatti come con l'evolversi della serie, gli utenti si siano affezionati a differenti approcci al gameplay, con da un lato i puristi dello stealth e dall'altro gli amanti dell'approccio più diretto. Nascono così tre categorie battezzate Ghost, Panther e Assault che raccolgono tipi peculiari di azioni in gioco che se soddisfatte garantiranno soldi e potenziamenti finalizzati al miglioramento dello stile stesso. Ad esempio superare alcune guardie senza farsi notare, nascondendosi nell'ombra significherà soldi ed incremento delle qualità Ghost, colpire alla testa il nemico con la pistola silenziata potenzierà le capacità Panther, uscire allo scoperto e massacrando gli avversari col fucile a pompa significherà punti per Assault. Il meccanismo é semplice ed allo stesso tempo efficacie, incentivando il giocatore a godere a fondo del titolo nel modo che preferisce. A fine missione una schermata riassuntiva evidenzierà i punti esperienza ed i soldi raccolti per le tre categorie.
Finalmente abbiamo preso in mano il pad ed iniziato la campagna single player. L'incipit prende il via dopo un lungo filmato iniziale che getta le basi per un plot apparentemente basato sulla classica crisi mondiale scatenata da un gruppo di terroristi. Tralasciando la trama, sulla quale potremo disquisire in fase di recensione, la prima missione funge tipicamente da tutorial, illustrando le basi del gameplay gettandoci da subito nel vivo dell'azione. Il sistema di controllo riprende quanto visto in Conviction, mescolando comandi tradizionali da sparatutto in terza persona e input contestuali. Sam Fisher si muove con grande fluidità nei livelli di gioco, passando da una copertura all'altra semplicemente direzionando lo sguardo verso l'obiettivo e premendo il tasto suggerito dall'interfaccia. Avvicinarsi ad un nemico da dietro attiva la possibilità di eliminarlo, scegliendo tra colpo letale o stordimento. Accostarsi ad una porta permette ovviamente di aprirla (o di chiuderla per nascondersi), ma spostando lo sguardo verso terra, si potrà scegliere di sbirciare dentro prima di fare irruzione. Insomma, grazie ad un design studiato con intelligenza, il gameplay riesce nel non facile intento di permettere da un lato grande varietà di azioni senza per questo richiedere intricate sequenze di comandi, gestendo il tutto con pochissimi input.
A inizio partita si sceglie classicamente il livello di difficoltà, ma farà piacere sapere ai giocatori più esigenti della presenza di due livelli superiori a quello normale. Questi, detti Realistico e Perfezionista, rendono l'esperienza davvero hardcore. Giocando la build abbiamo già osservato una sfida dettata verso l'alto, con Sam Fisher poco resistente ai proiettili. Nonostante la presenza dell'approccio Assault, infatti, non pensiate di poter affrontare i nemici a viso aperto, ma sarà comunque d'obbligo sfruttare le coperture per nascondersi e riprendere il fiato, magari facendo perdere le proprie tracce. L'IA si comporta piuttosto bene, riproponendo quanto già visto in Conviction in termini di percezione dell'ambiente e del giocatore stesso. Farsi notare farà apparire difatti una sagoma del protagonista, indicando l'ultima posizione notata dai nemici. Durante la prova abbiamo notato un'ottima realizzazione dei livelli, che incentivano l'improvvisazione, assecondando praticamente ogni scelta compiuta dal giocatore.
Le conseguenze non saranno sempre prevedibili e soprattutto ai livelli di difficoltà più alti sarà d'obbligo una buona capacità di adattamento. Farsi notare non significa morte certa, ma la scarsità di munizioni e la vulnerabilità di Sam Fisher, costringono spesso alla fuga o quanto meno a trovare un riparo da dove studiare una nuova strategia. Da notare come se non si abbassa il livello di guardia dei soldati nemici, cominceranno ad arrivare forze maggiori, incentivando ulteriormente la strategia. Tante le vie possibili, tra l'altro, con una struttura a stanze come da tradizione per questo genere.
La prima missione dopo il prologo ambientata a Benghazi presentava un incedere lineare ma allo stesso tempo discretamente aperto per garantire strade alternative. Il ritmo é ottimo, nonostante si parli di un titolo stealth, con trovate interessanti che spezzano il tradizionale incedere. Abbiamo testato nella missione successiva un approccio Assault, forti di un fucile a pompa decisamente potente. Blacklist riesce nel non facile intento di funzionare anche scegliendo questa strada, sebbene l'esperienza di gioco rimanga distante dai classici sparatutto in terza persona, richiedendo comunque una buona dose di strategia. Si fanno allo stesso tempo notare maggiormente alcune magagne dell'intelligenza artificiale, che in parte inficiano l'esperienza, ma una rifinitura del codice potrebbe già ovviare a tali mancanze. La fine del livello cambiava totalmente registro coinvolgendo il giocatore in una fuga a perdifiato sotto l'attacco di un drone, schivando fiamme, esplosioni e detriti vari. Da quanto provato, sembra che gli sviluppatori abbiano introdotto diversi di questi piccoli momenti per variare un po' l'azione, senza per questo stravolgere il gameplay principale fortunatamente.
Da un punto di vista estetico, Splinter Cel Blacklist appare decisamente solido, sopratutto nelle fasi giocate, grazie ad un frame rate già stabile e soddisfacente, unito a scene dettagliate e dense di effetti. Osservando con attenzione si fanno notare alcune texture poco definite ed animazioni non sempre convincenti, come ad esempio la camminata di Sam Fisher, agile e convincente in assetto stealth quanto goffo ed innaturale nelle poche sequenze più "casual". In generale, comunque, anche a fronte di sequenze animate dalla buona regia, già da questa fase preview il prodotto Ubisoft evidenzia una buona cura nell'estetica, che può solo migliorare in queste ultime settimane di sviluppo prima dell'uscita. Ci permettiamo una nota sulla presentazione generale del titolo, che mette in evidenza alcuni aspetti come le frecce che evidenziano il livello di guardia dei nemici, le quali sembrano riprese di peso da Far Cry 3. La sensazione é che Ubisoft stia cercando di dare un'identità riconoscibile al proprio parco titoli, puntando a standardizzare alcuni elementi perché la gente percepisca un'unitarietà nel catalogo del colosso francese.
Ci introduce a Splinter Cell Blacklist Maxime Beland, Creative Director del progetto. Questo nuovo capitolo sarà il più grande della serie, offrendo nel medesimo pacchetto la campagna single player, missioni cooperative e la modalità multiplayer competitiva. Max ci spiega come il centro nevralgico dell'esperienza sarà l'SMI, sigla che sta per Strategic Mission Interface. Dietro a questa definizione si cela semplicemente una mappa del pianeta con evidenzia le missioni da compiere, suddivise fra le tre diverse modalità di gioco. L'idea é che dalla medesima interfaccia si possa accedere ad ogni componente del titolo, perfettamente integrate tra loro in modo da creare un'esperienza che fonde single player e multiplayer. Obiettivi e denaro guadagnati giocando saranno così gli stessi, permettendo alle modalità di influenzarsi a vicenda. I soldi ottenuti serviranno ad acquistare equipaggiamento, potenziare quello già posseduto, migliorare alcune statistiche di Sam Fisher e addirittura per comprare upgrade dell'aereo-base, che proprio come con la Normandy di Mass Effect garantiranno utili perk in-game. Ad esempio durante la nostra sessione di prova abbiamo potenziato alcune sezioni del quartier generale, attivando così il radar che segnala la presenza di nemici, altrimenti assente.
Un'altra importante novità introdotta in Splinter Cell Blacklist é la netta divisione tra i tre stili di gioco. Maxime Beland ci spiega infatti come con l'evolversi della serie, gli utenti si siano affezionati a differenti approcci al gameplay, con da un lato i puristi dello stealth e dall'altro gli amanti dell'approccio più diretto. Nascono così tre categorie battezzate Ghost, Panther e Assault che raccolgono tipi peculiari di azioni in gioco che se soddisfatte garantiranno soldi e potenziamenti finalizzati al miglioramento dello stile stesso. Ad esempio superare alcune guardie senza farsi notare, nascondendosi nell'ombra significherà soldi ed incremento delle qualità Ghost, colpire alla testa il nemico con la pistola silenziata potenzierà le capacità Panther, uscire allo scoperto e massacrando gli avversari col fucile a pompa significherà punti per Assault. Il meccanismo é semplice ed allo stesso tempo efficacie, incentivando il giocatore a godere a fondo del titolo nel modo che preferisce. A fine missione una schermata riassuntiva evidenzierà i punti esperienza ed i soldi raccolti per le tre categorie.
Finalmente abbiamo preso in mano il pad ed iniziato la campagna single player. L'incipit prende il via dopo un lungo filmato iniziale che getta le basi per un plot apparentemente basato sulla classica crisi mondiale scatenata da un gruppo di terroristi. Tralasciando la trama, sulla quale potremo disquisire in fase di recensione, la prima missione funge tipicamente da tutorial, illustrando le basi del gameplay gettandoci da subito nel vivo dell'azione. Il sistema di controllo riprende quanto visto in Conviction, mescolando comandi tradizionali da sparatutto in terza persona e input contestuali. Sam Fisher si muove con grande fluidità nei livelli di gioco, passando da una copertura all'altra semplicemente direzionando lo sguardo verso l'obiettivo e premendo il tasto suggerito dall'interfaccia. Avvicinarsi ad un nemico da dietro attiva la possibilità di eliminarlo, scegliendo tra colpo letale o stordimento. Accostarsi ad una porta permette ovviamente di aprirla (o di chiuderla per nascondersi), ma spostando lo sguardo verso terra, si potrà scegliere di sbirciare dentro prima di fare irruzione. Insomma, grazie ad un design studiato con intelligenza, il gameplay riesce nel non facile intento di permettere da un lato grande varietà di azioni senza per questo richiedere intricate sequenze di comandi, gestendo il tutto con pochissimi input.
A inizio partita si sceglie classicamente il livello di difficoltà, ma farà piacere sapere ai giocatori più esigenti della presenza di due livelli superiori a quello normale. Questi, detti Realistico e Perfezionista, rendono l'esperienza davvero hardcore. Giocando la build abbiamo già osservato una sfida dettata verso l'alto, con Sam Fisher poco resistente ai proiettili. Nonostante la presenza dell'approccio Assault, infatti, non pensiate di poter affrontare i nemici a viso aperto, ma sarà comunque d'obbligo sfruttare le coperture per nascondersi e riprendere il fiato, magari facendo perdere le proprie tracce. L'IA si comporta piuttosto bene, riproponendo quanto già visto in Conviction in termini di percezione dell'ambiente e del giocatore stesso. Farsi notare farà apparire difatti una sagoma del protagonista, indicando l'ultima posizione notata dai nemici. Durante la prova abbiamo notato un'ottima realizzazione dei livelli, che incentivano l'improvvisazione, assecondando praticamente ogni scelta compiuta dal giocatore.
Le conseguenze non saranno sempre prevedibili e soprattutto ai livelli di difficoltà più alti sarà d'obbligo una buona capacità di adattamento. Farsi notare non significa morte certa, ma la scarsità di munizioni e la vulnerabilità di Sam Fisher, costringono spesso alla fuga o quanto meno a trovare un riparo da dove studiare una nuova strategia. Da notare come se non si abbassa il livello di guardia dei soldati nemici, cominceranno ad arrivare forze maggiori, incentivando ulteriormente la strategia. Tante le vie possibili, tra l'altro, con una struttura a stanze come da tradizione per questo genere.
La prima missione dopo il prologo ambientata a Benghazi presentava un incedere lineare ma allo stesso tempo discretamente aperto per garantire strade alternative. Il ritmo é ottimo, nonostante si parli di un titolo stealth, con trovate interessanti che spezzano il tradizionale incedere. Abbiamo testato nella missione successiva un approccio Assault, forti di un fucile a pompa decisamente potente. Blacklist riesce nel non facile intento di funzionare anche scegliendo questa strada, sebbene l'esperienza di gioco rimanga distante dai classici sparatutto in terza persona, richiedendo comunque una buona dose di strategia. Si fanno allo stesso tempo notare maggiormente alcune magagne dell'intelligenza artificiale, che in parte inficiano l'esperienza, ma una rifinitura del codice potrebbe già ovviare a tali mancanze. La fine del livello cambiava totalmente registro coinvolgendo il giocatore in una fuga a perdifiato sotto l'attacco di un drone, schivando fiamme, esplosioni e detriti vari. Da quanto provato, sembra che gli sviluppatori abbiano introdotto diversi di questi piccoli momenti per variare un po' l'azione, senza per questo stravolgere il gameplay principale fortunatamente.
Da un punto di vista estetico, Splinter Cel Blacklist appare decisamente solido, sopratutto nelle fasi giocate, grazie ad un frame rate già stabile e soddisfacente, unito a scene dettagliate e dense di effetti. Osservando con attenzione si fanno notare alcune texture poco definite ed animazioni non sempre convincenti, come ad esempio la camminata di Sam Fisher, agile e convincente in assetto stealth quanto goffo ed innaturale nelle poche sequenze più "casual". In generale, comunque, anche a fronte di sequenze animate dalla buona regia, già da questa fase preview il prodotto Ubisoft evidenzia una buona cura nell'estetica, che può solo migliorare in queste ultime settimane di sviluppo prima dell'uscita. Ci permettiamo una nota sulla presentazione generale del titolo, che mette in evidenza alcuni aspetti come le frecce che evidenziano il livello di guardia dei nemici, le quali sembrano riprese di peso da Far Cry 3. La sensazione é che Ubisoft stia cercando di dare un'identità riconoscibile al proprio parco titoli, puntando a standardizzare alcuni elementi perché la gente percepisca un'unitarietà nel catalogo del colosso francese.
Splinter Cell Blacklist
Splinter Cell Blacklist
Splinter Cel Blacklist ci ha piacevolmente sorpresi. La prova ha messo in mostra un titolo solido e ben realizzato, capace allo stesso tempo di non tradire la natura stealth della serie rinverdendo contemporaneamente l'offerta con idee interessanti. Il gameplay sebbene estremamente alterato dall'utilizzo di comandi contestuali, risulta fluido e godibile, senza per questo far sentire il giocatore preso troppo per mano. Gli utenti più smaliziati troveranno soddisfazione grazie ai livelli di difficoltà aggiuntivi, mentre l'integrazione con le modalità online grazie all'SMI CI é parsa una scelta azzeccata. Manca ormai poco più di un mese all'uscita, restate con noi per i prossimi aggiornamenti e la recensione finale.