Tom Clancy's The Division

di Roberto Vicario
Sin dal suo annuncio, Tom Clancy's The Division é stato senza ombra di dubbio uno dei giochi più chiacchierati della software house francese. Annunciato durante l'ormai lontanissimo E3 2013, il titolo dopo svariati rinvii é stato ufficialmente confermato in uscita per il prossimo anno, e più precisamente l'8 marzo 2016.

La Gamesweek milanese é stata l'occasione per toccare con mano una versione ancora non definitiva del gioco, ma soprattutto per scambiare quattro chiacchiere con James Arthur, uno dei Lead Game Designer di Reflections. Ecco come é andata.



Non entrate nella zona nera…



La demo che gli sviluppatori hanno portato in quel di Milano, ci permetteva di toccare nuovamente con mano la Dark Zone. Come avrete sicuramente già saputo, se ci avete letto nei mesi scorsi, questa zona dell'isola di Manhattan taglierà sostanzialmente in due le aree PvE e all'interno di essa si consumerà il PvP.

Come detto a più riprese dagli sviluppatori, e come abbiamo potuto vedere anche noi durante l'hands on, entrare o uscire da queste zone non comporterà alcun tipo di caricamento, ma basterà semplicemente scavalcare un muro per trovarsi in una zona in cui gli altri giocatori entreranno in competizione con noi.

Quello da fare all'interno di questa modalità é piuttosto semplice e chiaro: trovare e recuperare oggetti rari, decontaminarli e successivamente effettuare l'estrazione della squadra, con il prezioso carico raccolto. Ovviamente a romperci le uova nel paniere ci penseranno sia gli NPC che che altre squadre di giocatori umani (ci si potrà anche avventurare in solitaria, ma non é assolutamente conveniente), chiamati Cleaner e Rikers.

La particolarità di questa zona é ovviamente data dalla possbilità di incontrare altri team avversari e in quel caso bisognerà decidere se attaccarli o collaborare. Nel primo caso andremo a ricevere più obiettivi ma tutti ci vedranno come traditori e quindi ci attaccheranno, rendendoci la vita sicuramente più difficile. Se invece dovessimo decidere di collaborare, il loot sarà sicuramente meno ricco ma l'estrazione potrebbe diventare meno complicata.



Purtroppo il poco tempo a disposizione non ci ha permesso di entrare nel dettaglio di questa modalità e quindi, in questo senso, i commenti sono rimandati al lancio della beta. La prova ci ha però permesso di scoprire qualche dettaglio in più sulle armi, i gadget e i comandi di gioco.

Partiamo proprio da quest'ultimi. Pad alla mano The Division ci é sembrato davvero molto intuitivo e comodo. Con il tasto A si entra in copertura, e tenendolo premuto si passa automaticamente a quella successiva. Con i grilletti posteriori invece si mira e si spara (da dietro una copertura é sempre possibile sparare alla cieca) con Y si cambia arma mentre con i dorsali si attivano i gadget a nostra disposizione. Ognuno degli agenti disponibili nell'hands on aveva caratteristiche differenti. Il nostro era un medico e dalla sua poteva contare su una fornitura extra di medikit e una sorta di radar che una volta attivato ci segnalava la presenza di oggetti e nemici. Altri giocatori potevano sfruttare diversi tipi di gadget come ad esempio la possibilità di posizionare una torretta difensiva.

Il feeling con le fasi di shooting ci é sembrato buono. I nemici in base alla zona colpita, alla distanza e al qualità dell'arma subiscono una quantità di danni differente (in pieno stile Borderlands) e questo obbliga i giocatori a dover collaborare quando si trovano gruppi di avversari più forti di loro. In caso di morte, bisogna invece aspettare il classico timer che una volta arrivato a zero ci permetterà il respawn.

La prova si Xbox One ci ha anche permesso di scoprire - con un po' di sorpresa, lo ammettiamo - l'estrema solidità dello Snowdrop Engine, motore grafico proprietario di Massive, creato appositamente per il gioco. La mappa era molto dettagliata esattamente come i personaggi sia del nostro team che avversari.

Lo stesso level design della zona da noi visitata ci é sembrato molto intrigante e non vediamo l'ora di approfondire il tutto con più calma, magari provando a verificare in maniera più concretata tutte le opportunità collaborative che offre il gioco.



Una chiacchierata su The Division



Dopo la prova abbiamo avuto anche modo di scambiare qualche battuta con James Arthur uno dei lead designer del gioco, che ci ha svelato qualche curiosità sul titolo e sulla filosofia dietro al suo sviluppo.

La prima domanda non poteva che riguardare lo stato dello sviluppo del gioco, visto l'arrivo ormai imminente della beta. Arthur ci ha confermato che il titolo si trova ad un buonissimo stadio di sviluppo, e che tutto sarà pronto per la beta, strumento che si rivelerà molto utile per effettuare dei test che serviranno al team negli ultimi mesi di lavoro.

Superata questa domanda tecnica abbiamo chiesto a James se, a fronte di quello che abbiamo potuto provare, ci sarà la possibilità di scegliere delle classi predefinite o se queste potranno essere modificate in base all'arsenale che equipaggeremo al nostro agente.

Non esisteranno classi all'interno di The Division” ci ha confermato il lead designer, poi continuando:” Il personaggio potrà essere costruito dal giocatore in base arsenale che gli verrà assegnato, adattandolo così di volta in volta alla situazione. Man mano che si salirà di livello verranno sbloccate delle abilità che potranno poi essere assegnate in base allo stile di gioco preferito. Inoltre, questo permetterà al giocatore di adattare il suo agente in base anche alle armi che troverà sul suo cammino.



Un sistema molto interessante e che proprio per questo motivo ci ha portato a chiedere con molta curiosità come sarà distribuito il loot delle armi, se ci saranno vari livelli di rarità e come potranno essere recuperate.

“Assolutamente si. Ci saranno diversi livelli di rarità per ogni tipologia d'arma. Questo vuol dire che il team si dovrà muovere con molta cautela all'interno della mappa e scrutare ogni angolo e ogni interno per trovare gli oggetti più rari. Tuttavia, molte delle armi più valide si dovranno recuperare e decontaminare all'interno della Dark Zone. Questo dovrebbe spingere i giocatori a provare a cimentarsi in tutte e le varianti di gioco. Senza dimenticare che le armi potranno anche essere acquistate da alcuni venditori sparsi per la mappa.

Visti questi importanti elementi ruolistici, abbiamo chiesto ad Arthur se il titolo é consigliabile anche a giocatori che magari hanno apprezzato e stanno continuando a giocare prodotti come Destiny. Questa é stata la sua risposta.

Penso proprio di si. Pur trattandosi di uno shooting in terza persona i punti di contatto possono essere diversi, anche se The Division offre una sua precisa e personale visione dell'MMO. Quello che abbiamo cercato di fare é stato inserire un fortissimo elemento tattico all'interno della nostra offerta, spingendo un gruppo di giocatori ad adattare le loro scelte strategiche in base alla zona. La presenza di armi ed equipaggiamenti di differenti livelli e rarità, piuttosto che la necessità di far progredire le abilità dei personaggi attraverso dei livelli di esperienza, sono tutti elementi che avvicinano il nostro gioco a certe tipologie di giocatori.



Vista l'enorme disponibilità dello sviluppatore di Reflections, abbiamo deciso anche di addentrarci un po di più nei discorsi riguardanti la mappa di gioco e la libertà di movimento che questa potrà dare, scoprendo cose molto interessanti.

Le zone di Manhattan inserite nella mappa potranno essere esplorate in qualsiasi momento, senza alcun tipo di limite. Anche entrare ed uscire dalla dark zone non richiederà nessun tipo di caricamento. Questo permetterà al giocatore di addentrarsi sin da subito in quei quartieri più impegnativi in termini di nemici e livello di difficoltà. Il nostro scopo però era proprio questo: offrire un mondo aperto lasciando al giocatore le scelte. E crediamo di esserci riusciti.

A fronte di queste dichiarazioni, James ci ha inoltre confortato sulla possibilità di avere un'esperienza comunque appagante anche si vorrà giocare The Division in solitaria.

Il gioco é stato pensato anche per essere giocato come esperienza singola. Sia la zona PvE che quella PvP si potranno esplorare in solitaria. L'unica difficoltà potrebbe essere data da alcuni passaggi che affrontati da solo potrebbero risultare un po più complessi.

In chiusura, abbiamo deciso di dedicare le ultime domande allo sviluppatore, su due argomenti molto importanti per i giocatori. La prima riguardava il comparto tecnico, chiedendo qualche lume in più su quello che é in grado di fare lo Snowdrop Engine. Questa é stata la sua risposta.

Grazie allo snowdrop engine abbiamo potuto lavorare con un motore grafico estremamente potente che ci desse la possibilità di fare quello che avevamo in mente, senza dover sacrificare dettagli e particolari. Sotto questo aspetto siamo davvero contenti del lavoro svolto.

Infine, fregiandosi del nome di Tom Clancy sulla copertina del gioco, abbiamo chiesto ad Arthur se coloro che apprezzano le storie di fantapolitica troveranno elementi validi in questo senso all'interno di The Division.

Assolutamente si. Il titolo avendo il nome di Tom Clancy é assolutamente indicato verso coloro che apprezzano questo genere di storie. A fronte di un'epidemia scoppiata durante il Black Friday, la popolazione é allo stremo delle forze, il Presidente degli Stati Uniti decide di attivare questa unità speciale chiamata appunto The Division. Questo ovviamente sarà solo l'inizio della storia, starà poi al giocare capire chi o cosa ha scatenato questo virus, e soprattutto riportare la città all'ordine.

Come avrete intuito da questa chiacchierata sembra quindi che il team sia estremamente deciso nell'offrire al giocatore un'esperienza di gioco estremamente tattica. Per quanto ci riguarda, possiamo tranquillamente affermare che queste dichiarazioni non hanno fatto altro che aumentare la curiosità nei confronti di questo prodotto. Rimaniamo in attesa di testare la beta!