Tomb Raider (2013)

di Roberto Vicario

Quasi tutti i settori contemplati dall'arte o dall'intrattenimento godono di vere e proprie icone. Personaggi che risaltano dal gruppo e si fanno portavoce di veri e propri movimenti. Allargando il concetto al mondo video ludico, non possiamo non citare nomi del calibro di Sonic, Mario o Pac-man, vere e proprie leggende conosciute anche da persone non avvezze al gioco elettronico. A rimpolpare questa schiera c'é anche l'archeologa più famosa per il suo fisico che per le sue avventure: Lara Croft.

Sin dal lancio del primo capitolo avvenuto su Playstation, la cacciatrice di tesori più famosa al mondo si é guadagna una popolarità impressionante, tanto da guadagnarsi addirittura copertine di mensili tipicamente maschili come Maxim e GQ.

Dopo un periodo di relativo silenzio, Crystal Dynamics - da diversi capitoli sviluppatore della serie - é pronta a rilanciare il suo brand più importante con quello che a tutti gli effetti sembra un vero e propio reboot della serie. Invitati nella sede milanese di Halifax, abbiamo avuto modo di provare per la prima volta, in assoluta anteprima, il gameplay della serie e di intervistare la community manager del team di sviluppo. Curiosi? continuate a leggere.

Come si forgia una leggenda


Come già sottolineato più volte, questo nono capitolo della serie racconterà le gesta di una giovanissima Lara, ancora lontana dalla fama di archeologa avventuriera. La ragazza che vive all'ombra del cognome che porta - entrambi i genitori Croft sono molto famosi - decide così di imbarcarsi nella sua prima grande avventura, partendo alla ricerca della flotta di Kublai khan sull'imbarcazione del capitano Conrad Roth. Sfortunatamente un'improvvisa tempesta farà naufragare Lara e l'equipaggio su un'isola sperduta vicino alle coste del Giappone, all'interno di quello che viene chiamato il Triangolo del Drago. Da qui, per la nostra protagonista inizierà una lotta fatta non solo di sopravvivenza, ma anche di intrighi, misteri e come da tradizione, tanta avventura.



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Dopo la prima trilogia, conclusasi con Underworld, il team di sviluppo ha cercato di scegliere un percorso che mostrasse il lato più umano del personaggio, cercando di spiegare ai giocatori come l'impavida avventuriera sia diventata l'icona riconosciuta da tutto il mondo attraverso scelte difficili, situazioni estreme e a volte moralmente opinabili.

Questa scelta, ha conseguentemente modificato non solo la storia, ma anche un gameplay che se nelle fondamenta ricorda abbastanza da vicino i tratti fondamentali della saga, dall'altra porge il fianco ad una serie di novità che nel bene o nel male creano una linea di demarcazione tra il passato e il futuro della saga.

Nelle due demo che abbiamo visionato, ad esempio, ci siamo trovati sin da subito a gestire una Lara confusa, che dopo il naufragio si trova sperduta e isolata dal resto del gruppo.

I primi passi mossi sull'isola infatti si sono incentrati sul trovare un riparo di fortuna e sopratutto capire se altri sopravvissuti si trovano sull'isola. I movimenti di Lara, sono risultati sin da subito molto più vicini a quelli dei recenti action game in terza persona come Uncharted che a quelli più macchinosi dei passati episodi. Salti e sezioni di arrampicata ricordano sia per animazioni che per taglio cinematografico la trilogia di Naughty Dog, in maniera neanche troppo velata.

Tuttavia, gli sviluppatori sono riusciti nell'intento di apportare alcune sostanziali novità che servono a personalizzare il gameplay nel nuovo Tomb Raider. I campi base ad esempio, delle sorte di ripari e checkpoint che Lara potrà utilizzare per rifocillarsi e riposare, ma utili anche come menù di upgrade per migliorare non solo le abilità di sopravvivenza ma anche una serie di oggetti come l'arco o l'ascia (quelli visti nella demo) che si riveleranno fondamentali sia nelle fasi di combattimento che in quelle esplorative.





Una Lara tuttofare

Per la prima volta nella serie infatti la provetta esploratrice potrà acquisire esperienza attraverso semplici azioni e ogni volta che saliremo di livello acquisiremo dei punti che potremo spendere all'interno di un apposito menu presente nel campo base. Testando il gioco con mano siamo entrati maggiormente nel dettaglio di quelle che saranno le voci che si potranno migliorare. Per quanto riguarda l'arco ad esempio, avremo ben tre slot di miglioramento che aumenteranno la capacità della faretra e di conseguenza la quantità di frecce trasportabili, oppure la robustezza dell'arma o la sua gittata. Stesso discorso per l'ascia, che come abbiamo potuto provare nella demo, servirà oltre che come arma di difesa/offesa, anche come appiglio per muovere antichi marchingegni. Non mancheranno nemmeno le skill di sopravvivenza come ad esempio quella chiamata “arrow retrieval” che ci permetterà di riprendere le frecce scoccate sull corpo del cadavere.“Survivalist” invece ci darà la possibilità di acquisire esperienza attraverso la raccolta di alcune erbe particolari, infine, “hunter” aumenterà la nostra abilità nel cacciare la fauna locale. Tutti elementi che visti nell'insieme dimostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, che la spinta estremamente survival sembra ben marcata e visibile all'interno del gioco.

Oltre ai vari power up, a rendere meglio il concetto sopra enunciato, ci pensa anche un'isola che in quanto ad ambientazione ricorda molto da vicino quella di Lost. Fitta vegetazione che copre probabilmente segreti millenari, strutture di stampo tipicamente giapponese e cunicoli costruiti da chissà quale civilità. In tutto questo Lara si muove agilmente grazie ad un sistema abbastanza semplice che vede il tasto A adibito al salto, i grilletti a sparare e mirare ed LB che introduce il nuovo sesto senso di Lara, in grado di aiutarla quando si trova in difficoltà e non sa dove andare. Oltre al fattore sopravvivenza non mancheranno però gli altri due elementi che hanno reso famosa la serie: esplorazione e sparatorie.

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