Tomb Raider (2013)
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Non vi é alcun dubbio che se analizziamo i giochi usciti in quest'ultimo periodo e quelli che ci accompagneranno nei primi mesi del 2013 (Maya permettendo), balza subito all'occhio una caratteristica costante nelle produzioni di questo lasso temporale, che possiamo sintetizzare in una parola: riavvio.
Termine italiano, che contestualizzandolo al nostro settore o a quello cinematografico, ricorda molto da vicino quello inglese usato ultimamente sempre più spesso: reboot. Così dopo DMC, Mortal Kombat, Spiderman, Star Trek, Superman e tanto altro anche l'eroina videoludica più famosa del globo, ha necessitato di questo trattamento.
Un approfondito hands on nella sede milanese di Halifax, ci ha dato modo di toccare con mano questa nuova avventura, con protagonista una giovanissima ed inesperta Miss Croft alle prese con un isola dannatamene pericolosa. Scopriamone i segreti insieme!
“Ancora non sai di essere una Croft”
Le parole utilizzate qui sopra non sono casuali, ma propedeutiche a quello che bisogna aspettarsi da questo Tomb Raider. Usando quelle parole in un dialogo di gioco, il personaggio ha sottolineato alla diretta interessata quanto la nuova Lara sia giovane, inesperta ma non per questo timida ed indifesa.
La nuova isola - sperduta in un atollo del pacifico, non molto distante dalla costa asiatica - non sarà solamente un ambientazione ma, un po come accaduto per Far Cry 3, un vero e proprio banco di prova che fungerà da formazione per la Croft che tutti noi abbiamo imparato a conoscere: impavida e intraprendente.
Alla sua prima vera avventura lontana dalla comodità della vita cittadina, l'avventuriera si troverà vittima, insieme al team di cui lei stessa fa parte, di un naufragio che la porterà su un isola cupa, misteriosa e ricca di segreti spesso pericolosi. Per la prima volta Lara affronterà il concetto di sopravvivenza, morte, dolore, sacrificio e tutto quello che é servito per trasformarla in una donna forte e decisamente iconica.
Il giocatore in questo contesto non sarà un semplice spettatore esterno, ma vivrà l'avventura in prima persona accompagnando Lara per mano in questo “viaggio formativo”. Non vi é dubbio che a differenza degli altri capitoli della serie in quest'ultimo i toni sono decisamente più cupi, maturi e di conseguenza violenti. Una deriva che, se vogliamo allargare il concetto ad altri prodotti, stanno prendendo molti altri giochi in questi ultimi anni.
Partendo da semplici naufraghi, nelle due ore e mezza di gioco che abbiamo potuto effettuare, siamo riusciti ad assaggiare in piccola parte la formazione di questa eroina. Il ritrovamento di armamenti rudimentali - arco e una piccola ascia in legno -, il primo accampamento, la paura nei tremoli di Lara e la presa di coscienza per aver ucciso qualcuno, saranno elementi pienamente percettibili da chi sta giocando, tanto da riflettersi in maniera credibile all'interno del contesto narrativo.
Ad aiutare queste percezione c'é anche un'isola che, come dicevamo, regala un sacco di spunti positivi ed intriganti. Un gruppo di soldati, probabilmente mercenari del'est, anche loro alla ricerca della disperata salvezza. Rovine giapponesi della Seconda Guerra Mondiale ed altre risalenti a periodi storici ancora più antichi con tanto di misticismo annesso. Una fauna selvaggia e spietata come lupi e altre forme animali. Non solo, gli immancabili tesori, reliquie e tombe segrete che altro non sono che pane quotidiano per una novella cercatrice di tesori.
Insomma, un contesto di gioco che pur non essendo liberamente esplorabile nella sua totalità - almeno per quello che abbiamo potuto giocare noi - dona tanto a chi sta giocando, assomigliando per certi versi a quell'isola di Lost che aveva ammaliato sin dall'inizio i suoi visitatori.
Un vero Tomb Raider?
Se quindi sotto l'aspetto del coinvolgimento e del contesto narrativo le basi si rivelano estremamente solide, molti di voi si staranno sicuramente chiedendo che tipo di giocabilità aspettarsi da un titolo che mira a rinnovare profondamente la serie sin nelle radici più profonde.
Gli sviluppatori sembra siano riusciti a trovare la quadratura del cerchio proponendo una giocabilità che prende spunto da produzioni recenti che hanno avuto successo, senza disdegnare quegli elementi tipici che hanno fatto innamorare milioni di fan. Ci troveremo quindi davanti ad un perfetto bilanciamento tra sezioni puzzle/platform, azione e ovviamente esplorazione.
Per quanto riguarda le prime, la deriva “alla Uncharted” é lapalissiana. Le fasi in cui il timing del salto perfetto poteva fare la differenza, si sono trasformate in azioni più guidate, snelle e con una spinta marcata verso l'azione cinematografica. Strapiombi con massi in caduta libera, pericolanti carcasse di aerei e molto altro saranno il terreno di scalata perfetto per la nostra eroina che, volente o nolente, più di una volta dovrà tirarsi fuori da guai ricorrendo a spericolate azioni da free climbing. Il tutto supportato dagli immancabili QTE.
Termine italiano, che contestualizzandolo al nostro settore o a quello cinematografico, ricorda molto da vicino quello inglese usato ultimamente sempre più spesso: reboot. Così dopo DMC, Mortal Kombat, Spiderman, Star Trek, Superman e tanto altro anche l'eroina videoludica più famosa del globo, ha necessitato di questo trattamento.
Un approfondito hands on nella sede milanese di Halifax, ci ha dato modo di toccare con mano questa nuova avventura, con protagonista una giovanissima ed inesperta Miss Croft alle prese con un isola dannatamene pericolosa. Scopriamone i segreti insieme!
“Ancora non sai di essere una Croft”
Le parole utilizzate qui sopra non sono casuali, ma propedeutiche a quello che bisogna aspettarsi da questo Tomb Raider. Usando quelle parole in un dialogo di gioco, il personaggio ha sottolineato alla diretta interessata quanto la nuova Lara sia giovane, inesperta ma non per questo timida ed indifesa.
La nuova isola - sperduta in un atollo del pacifico, non molto distante dalla costa asiatica - non sarà solamente un ambientazione ma, un po come accaduto per Far Cry 3, un vero e proprio banco di prova che fungerà da formazione per la Croft che tutti noi abbiamo imparato a conoscere: impavida e intraprendente.
Alla sua prima vera avventura lontana dalla comodità della vita cittadina, l'avventuriera si troverà vittima, insieme al team di cui lei stessa fa parte, di un naufragio che la porterà su un isola cupa, misteriosa e ricca di segreti spesso pericolosi. Per la prima volta Lara affronterà il concetto di sopravvivenza, morte, dolore, sacrificio e tutto quello che é servito per trasformarla in una donna forte e decisamente iconica.
Il giocatore in questo contesto non sarà un semplice spettatore esterno, ma vivrà l'avventura in prima persona accompagnando Lara per mano in questo “viaggio formativo”. Non vi é dubbio che a differenza degli altri capitoli della serie in quest'ultimo i toni sono decisamente più cupi, maturi e di conseguenza violenti. Una deriva che, se vogliamo allargare il concetto ad altri prodotti, stanno prendendo molti altri giochi in questi ultimi anni.
Partendo da semplici naufraghi, nelle due ore e mezza di gioco che abbiamo potuto effettuare, siamo riusciti ad assaggiare in piccola parte la formazione di questa eroina. Il ritrovamento di armamenti rudimentali - arco e una piccola ascia in legno -, il primo accampamento, la paura nei tremoli di Lara e la presa di coscienza per aver ucciso qualcuno, saranno elementi pienamente percettibili da chi sta giocando, tanto da riflettersi in maniera credibile all'interno del contesto narrativo.
Ad aiutare queste percezione c'é anche un'isola che, come dicevamo, regala un sacco di spunti positivi ed intriganti. Un gruppo di soldati, probabilmente mercenari del'est, anche loro alla ricerca della disperata salvezza. Rovine giapponesi della Seconda Guerra Mondiale ed altre risalenti a periodi storici ancora più antichi con tanto di misticismo annesso. Una fauna selvaggia e spietata come lupi e altre forme animali. Non solo, gli immancabili tesori, reliquie e tombe segrete che altro non sono che pane quotidiano per una novella cercatrice di tesori.
Insomma, un contesto di gioco che pur non essendo liberamente esplorabile nella sua totalità - almeno per quello che abbiamo potuto giocare noi - dona tanto a chi sta giocando, assomigliando per certi versi a quell'isola di Lost che aveva ammaliato sin dall'inizio i suoi visitatori.
Un vero Tomb Raider?
Se quindi sotto l'aspetto del coinvolgimento e del contesto narrativo le basi si rivelano estremamente solide, molti di voi si staranno sicuramente chiedendo che tipo di giocabilità aspettarsi da un titolo che mira a rinnovare profondamente la serie sin nelle radici più profonde.
Gli sviluppatori sembra siano riusciti a trovare la quadratura del cerchio proponendo una giocabilità che prende spunto da produzioni recenti che hanno avuto successo, senza disdegnare quegli elementi tipici che hanno fatto innamorare milioni di fan. Ci troveremo quindi davanti ad un perfetto bilanciamento tra sezioni puzzle/platform, azione e ovviamente esplorazione.
Per quanto riguarda le prime, la deriva “alla Uncharted” é lapalissiana. Le fasi in cui il timing del salto perfetto poteva fare la differenza, si sono trasformate in azioni più guidate, snelle e con una spinta marcata verso l'azione cinematografica. Strapiombi con massi in caduta libera, pericolanti carcasse di aerei e molto altro saranno il terreno di scalata perfetto per la nostra eroina che, volente o nolente, più di una volta dovrà tirarsi fuori da guai ricorrendo a spericolate azioni da free climbing. Il tutto supportato dagli immancabili QTE.