Uncharted 2: Il Covo dei Ladri

di Davide Ottagono
Tutti conosciamo Uncharted. Così come sappiamo altrettanto bene che entro l'anno aggiungerà un secondo, attesissimo capitolo al curriculum. É un'avventura cinematografica, a tratti ironica, molto vicina alle pellicole di un Indiana Jones a caso. Proprio per questo motivo l'annuncio di un multiplayer in arrivo - inutile negarlo - ci ha presi in contropiede. Non é neanche troppo difficile comprendere i perché di questa scelta. Trovandoci nell'era dell'online, Naughty Dog avrà voluto cavalcare l'onda e assicurarsi una fetta di mercato maggiore. Fetta di mercato che, per forza di cose, il capostipite non é riuscito a guadagnarsi. Se il tutto fosse stato buttato lì giusto per ingolosire i sostenitori dei titoli longevi, era ancora da vedere. Fortunatamente, siamo stati graziati di una versione di prova; medesima versione di prova che chiunque abbia preordinato InFamous, al tempo, é riuscito ad accaparrarsi. É giunto quindi il momento di tuffarsi nella prima prova con mano di questo Among Thieves. Essendo only-multiplayer, abbiamo potuto assaggiare una parte delle innovative modalità contenute nel prodotto finale.



In primis, citiamo la presenza di partite cooperative, oltre che competitive. Nella demo da noi in possesso abbiamo avuto la possibilità di unirci ad altri due giocatori, amici e non, per farci strada tra i complessi dedali di una cittadella tibetana. Tutto questo, una volta ritrovatici a random in uno dei tre personaggi (Nathan, Sullivan o Chloe). Come suggerisce il nome, aiutarsi a vicenda sarà vitale per il buon fine della missione. E non parliamo solo di coprire le spalle del compagno di turno dal soverchiante numero di nemici, ma anche e soprattutto di collaborare in fase esplorativa. Spesso potrà capitare, infatti, di dover superare precisi passaggi esclusivamente con l'unione delle forze del trio. Non saranno rari, appunto, pesanti ostacoli da spostare o luoghi fuori portata da raggiungere. In caso un alleato tiri le cuoia, sarà doveroso per il partner più vicino aiutarlo a tornare in forze. Se invece caso ha voluto che l'intero gruppo venga messo K.O., non disperate: ogni partita fornisce almeno tre tentativi. Terminati questi, sarà Game Over, con tanto di biglietto di sola andata per la lobby iniziale.

Molto simpatica, soprattutto se giocata in una comitiva completa di auricolari, ma ora é il momento della vera sfida. Noi di GameSurf siamo dei duri, quindi via di volata a mietere vittime in un Deathmatch a caso. Le mappe a disposizione sono due: Piazza e Villaggio. Entrambe piuttosto piccole e votate al massacro più totale, a dirla tutta, ma molto differenti sia per quanto riguarda il design che per l'atmosfera. La prima, al buio e riconoscibile per i suoi vasti spazi aperti, é il campo più semplice da padroneggiare. Le due basi avversarie sono divise da angusti vicoletti adiacenti ad una piazza di ampio respiro. Difficile nascondersi; perfetta per chi vuole falciare facilmente qualcuno senza andarlo prima a stanare. Il Villaggio, invece, é quella più complessa. Dedali di casupole e stradine si diramano su più livelli, smorzando il campo visivo e costringendo così il giocatore a controllarsi continuamente il didietro. Le regole sono semplici: un massimo di 10 giocatori si divideranno in due squadre opposte da 5 membri ciascuna.



Vince il team che raggiunge per primo le 50 uccisioni, oppure che ha totalizzato il maggior punteggio allo scadere del tempo. La principale peculiarità dell'online é la medesima che contraddistingue il gioco. Definire Uncharted un Third Person Shooter é fin troppo restrittivo, viste e considerate le doti salterine del protagonista. Sulla falsariga dell'avventura principale, quindi, anche il multigiocatore si bea di una pesante impronta platform. Se é vero che le sparatorie si basano completamente sulla continua ricerca di una copertura e sul fuoco da sopra la spalla, é altrettanto vero che la struttura delle zone permette di arrampicarsi e arrivare in luoghi nuovi, magari per guadagnarsi una posizione di vantaggio o per raggiungere e soffocare in una morsa letale il cecchino di turno. Ciò non significa che, nonostante il passare degli anni, Uncharted sia rimasto identico a sé stesso. Anzi, fin da subito saltano all'occhio le prime differenze. Pad alla mano, i personaggi risultano molto più pesanti che in passato, ad esempio. Una scelta, probabilmente, atta a bilanciare il più possibile gli scontri con altri giocatori umani. Stessa cosa per il rinculo, incrementato al fine di rendere le sparatorie dalla lunga distanza ancor più realistiche.

Oltre al Deathmatch, abbiamo testato anche il Saccheggio. Niente di così distante dal solito Cattura la Bandiera, ma pur sempre un modo per mettere alla prova le capacità dell'intera squadra, oltre che del singolo. Un team per volta si impegnerà nel recupero di un tesoro custodito nella base avversaria. Come di consueto, lo scopo sarà quello di infiltrarsi, rubare il carico di preziosi e riportarlo a chi di dovere, magari scambiando il pesante fardello con i propri compagni nei momenti di difficoltà. A fine partita, verremo ripagati con una quantità di dollari proporzionale al nostro valore in battaglia. Ovviamente, questo accade con tutte le tipologie di gara sopra elencate, e non solo con il Saccheggio. Al raggiungimento di un certo numero di denaro (i punti esperienza, praticamente), saliremo di grado. Dalla sola beta non é ancora chiaro quali saranno i guadagni, ma viene facile pensare che riguardino gli slot abilità disponibili. Probabile infatti che, ad incrementi di mira o del caricatore, si accodino altre piastrine ben più utili.

La gestione dei menù, dal canto suo, é semplice ed azzeccata. Creare party, mandare inviti ad amici e partecipare tutti insieme alle missioni (cooperative o competitive che siano) non potrebbe essere più semplice ed intuitivo. Purtroppo, l'acerbo stadio dei lavori lo si nota su altri aspetti, server in primis. Sebbene una volta in gara di lag non se ne veda neanche l'ombra (e ci mancherebbe altro, visti i pochi fortunati a giocarci), non possiamo complimentarci allo stesso modo con il sistema di matchmaking, lento, e con i tempi d'attesa in generale. Tutte cose che potranno benissimo essere limate con il rimanente tempo a disposizione, certo, ma aspettare in lobby minuti interi per poi giocare lo stesso tempo, se non di meno, non é il massimo della vita. Anche la grafica cede il fianco a più di qualche difetto, con texture non sempre all'altezza ed effetti speciali tutt'ora primitivi. Ma, dopotutto, non stiamo qui a preoccuparci. La scritta “Beta” stampata in cubitale nel titolo basta e avanza come avvertimento: ogni aspetto é solo un minimo assaggio di quello che troveremo in futuro, e ne siamo coscienti. Stare a lamentarsi di questo o quel difetto non é saggio, dato che tra qualche mese, di queste pecche, potremo non sentirne parlare più.