Uncharted: Golden Abyss

di Giuseppe Schirru
Tra i titoli annunciati per il nuovo handheld di casa Sony, PlayStation Vita, quello che sicuramente é riuscito a rapire il cuore dei videogiocatori é stato Golden Abyss per una serie di motivi di non poco conto. Il fascino della serie, il carisma del protagonista, un gameplay capace di rapire il fruitore ma soprattutto la curiosità di vedere quel che la nuova console sia davvero in grado di fare in termini grafici.



E da quanto visto finora Uncharted: Golden Abyss é un prequel di quanto finora narrato sul protagonista che pare abbia poco da invidiare a quanto visto su PlayStation 3. Dalla nostra veloce esamina infatti, U:GA si é rivelato graficamente grandioso, sicuramente più vicino al Drake's Fortune del 2007 che non allo strepitoso seguito del 2009, ma comunque sempre di grafica PS3 si tratta e vedere il tutto in versione portatile non può che lasciare sbalordito l'osservatore.

Grafica a parte, su cui torneremo in seguito, un simile titolo non può dirsi riuscito a prescindere se non si avvale di un valido sistema di controllo, ed é qui che scattano i dubbi quando si parla di console portatile, soprattutto se tornano alla mente le prime inciampate di PSP, predecessore appunto di Vita. Quest'ultima comunque si avvale di un l'interfaccia di gioco ibrida tasti/touchscreen in grado di non far rimpiangere il caro vecchio pad, evitando di snaturare il gameplay e rendendo l'esperienza assai godibile. Gli stick analogici standard si sono dimostrati sicuramente all'altezza, rendendo la fruizione del gioco esattamente come ci si attendeva.




Ma Golden Abyss offre anche la possibilità di un controllo alternativo per alcune sequenze, come per esempio le sezioni di arrampicata, dove gli stick analogici possono essere sostituiti dalle nostre dita che sullo schermo OLED tracceranno i punti che il protagonista dovrà raggiungere. Stessa sorte capita ai combattimenti corpo a corpo, fino ad arrivare alla possibilità di muovere la console stessa (PlayStation Vita utilizza una tecnologia simile a quella del SixAxis) per penzolare da una corda. Il bello di tutto ciò é che non sarà richiesto di entrare nel menu per variare il sistema di controllo, bensì sarà a discrezione del giocatore l'avvalersi o meno, in ogni momento, delle capacità touch sensitive della console.

É chiaro come queste possibilità siano da considerare degli extra, ma é opportuno ribadire che Vita per ora riesce a non far rimpiangere il caro vecchio pad. E questo non é certo poco. La sezione della demo mostrata era ambientata nella più classica delle giungle con rovine al seguito, ed era abbastanza per dimostrare le capacità della console. Grazie a una modellazione poligonale di prim'ordine, animazioni esemplari e in generale un impatto grafico generale devastante, Golden Abyss, ai giorni nostri e considerato che gira su una console importate, pare proprio al limite dell'incredibile.

Che altro dire? Non si vive di sole fasi platforming e dobbiamo ammettere che il pargolo sviluppato da Sony Bend si comporta benone anche nelle sezioni sparatutto, dove peraltro i nemici dimostrano un'intelligenza artificiale quantomeno decente. Per ora quindi non c'é altro da dire, perché la scarsa durata della demo non permette altre analisi. É certo però che Uncharted: Golden Abyss riesca a ricreare lo stesso feeling delle versioni casalinghe, sia a livello grafico che in quanto a sistema di controllo.

Qualcuno potrebbe obiettare che il sistema di controllo tramite touch screen sia inutile. Al che risponderemmo che si può trascurare o ignorare, affidarsi al controllo classico e trovarsi di fronte a un Uncharted in versione portatile che poco ha da invidiare alla controparte casalinga, sia in termini grafici che di giocabilità. Non solo una grafica sfacciatamente sbalorditiva quindi, ma anche il gameplay a cui la saga ci ha già da tempo abituati.