Uncharted: L'Eredità Perduta

Fa un certo effetto presentarsi ad un evento stampa dedicato ad Uncharted, sapendo che Nathan Drake (o, potenzialmente, i fratelli Drake) non è il protagonista della storia. Evitando spoiler, sono stati gli stessi sviluppatori di Naughty Dog, Arne Meyer (responsabile della comunicazione) e Shaun Escayg (creative director), a raccontarci che non è stato facile “lasciar andare” Nathan, e pensare ad una nuova storia .

Tante belle parole che però non hanno impedito al team californiano di mettersi al lavoro su quello che è un vero e proprio titolo stand alone dedicato alla serie Uncharted. Un evento in quel di Milano - all’interno di una location decisamente esotica - ci ha permesso di toccare con mano Uncharted 4 - L’eredità Perduta, e scambiare quattro chiacchiere con Arne Meyer.

Il mistero dell’India

I protagonisti, o meglio, le protagoniste di questo nuovo episodio sono due donne; due figure che i fan della saga hanno avuto già il piacere di conoscere, e di cui scopriremo un sacco di segreti sui relativi passati.

Stiamo parlando di Chloe Frazer (vista in Uncharted 2) e di Nadine (apparsa recentemente in Uncharted 4). La prima è una caparbia e testarda esploratrice, figlia di un padre archeologo e, almeno superficialmente, votata unicamente al guadagno derivato dal contrabbando di reperti archeologici. La sua spalla è invece la leader della Shoreline, un’agenzia di mercenari caduta in disgrazia per colpa dei fratelli Drake.

Il “dinamico duo” al femminile si imbarca in una affascinante avventura nel cuore dell’India, alla ricerca della Zanna di Ganesh, strumento molto importante (e molto pregiato!) forgiato dall’Impero Hoysala vissuto tra li 10° e il 14° secolo. A mettergli i bastoni tra le ruote ci penserà un contrabbandiere di nome Asav,

Un capitolo che non sa minimamente di rottura, ma piuttosto di miglioramento e integrazione, come ci ha detto Meyer “Avevamo paura e allo stesso tempo eccitazione nel lavorare ad un capitolo senza Nathan; allo stesso tempo volevamo essere fedeli a quello che è l’universo di Uncharted.”

Ecco quindi che tutti gli elementi saranno al loro posto: un gameplay character e story-driven, contaminato da fasi di combattimento ed esplorazione. Sarà un modo - citando sempre lo sviluppatore - per conoscere meglio nuovi personaggi. Un esperimento per il futuro della serie? Abbiamo provato a chiederglielo, ma giustamente non ci è stato detto nulla a riguardo.

A spasso per la foresta

Dopo la presentazione e una breve chiacchierata con gli sviluppatori, abbiamo avuto la possibilità di toccare con mano il gioco per quasi quaranta minuti. Un semplice assaggio quindi, ma molto utile per captare alcune delle caratteristiche di questo nuovo capitolo/spin-off.

Il capitolo era il quarto, chiamato “The Western Ghats” e ci ha permesso sin da subito di scorrazzare con la nostra 4x4 per una landa piuttosto grande, probabilmente la più vasta vista all’interno della saga, e liberamente esplorabile. Scorrazzano tra rami e pozzanghere le nostre eroine, un po come succedeva in Uncharted 4, si scambiavano battute e pensieri su eventi che, ad oggi ancora non conosciamo, legati probabilmente a doppia mandata al cattivo del gioco Asav.

Raggiunta e scalata una torre, lo scopo della missione è stato presto svelato trovare tre sigilli - posti in relativi templi - a forma di ascia, arco e scudo appartenenti all’antico Impero degli Hoysala. Una volta segnati sulla mappa, il gioco si apre e lascia a noi la libertà di scegliere cosa fare e nell’ordine che preferiamo.

Il tempio da noi affrontato offriva, qua e là, alcuni combattimenti, utili per notare che, seppur non cambiato nelle fondamenta, il cometa system è ora più votato alle mosse di arti marziali di Chloe, rispetto al brawler Nathan; inoltre la presenza di Nadine non è assolutamente accessoria, ma permette di creare delle combo di corpo a corpo molto interessanti, che non mancheremo di approfondire quando avremo tra le mani la versione finale del codice.

Altro elemento che abbiamo ritrovato con molto piacere è quello degli enigmi e puzzle ambientali. Nel caso specifico dovevamo trovare la giusta combinazione di salti per passare da una piattaforma ad un’altra, evitando allo stesso tempo delle statue che agitano pericolosissime asce.

La libertà di approccio la si respira anche da una serie di elementi secondari che spezzano il ritmo e offrono ulteriori sbocchi ai giocatori. Oltre ai famosi tesori, sarà possibile trovare gli Hoysala Token, particolari placche che ci serviranno per conoscere più in profondità la storia di questa dinastia. Infine, ma non per questo meno importante, la presenza di una serie di accampamenti nemici che potrebbero metterci i bastoni tra le ruote in maniera del tutto inaspettata.

Sotto l’aspetto tecnico abbiamo notato dei validi miglioramenti grazie alla sempre più consolidata conoscenza di PS4 Pro. Come ci ha confermato anche Meyer durante l’intervista, il team non sentiva la necessità di andare oltre i 30fps (fissi!), e questo gli ha permesso di convogliare la potenza su altri aspetti come: campo visivo, dettagli della vegetazione e routine di intelligenza artificiale.

Abbiamo anche avuto modo di orecchiare per diverso tempo il doppiaggio in lingua italiana, e possiamo confermare che ci troviamo anche questa volta davanti ad un lavoro validissimo, e che non farà sicuramente rimpiangere Claudia Black e Laura Bailey, le due doppiatrici originali di Nadine e Chloe.