Uru – Ages Beyond Myst
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Esistono eredità pesanti che non è possibile trattare con leggerezza così come si mandasse giù un bicchier d'acqua. Uru si carica sulle spalle una di queste, essendo esso l'erede ultimo di quella avventura grafica, al secolo nota come Myst, creata anni fa da Robyn e Rand Miller. Myst è stato in assoluto uno dei giochi per PC più venduti di tutti i tempi, e come consuetudine vuole venne convertito sull'onda del successo per diversi sistemi da gioco, compreso il Mac che in quel periodo non poteva certamente annoverare una nutrita schiera di prodotti ludici tra le sue fila. Il successo che Myst ebbe convinse gli sviluppatori a creare un seguito chiamato Riven, superando (forse) in bellezza il predecessore ma non riuscendo a bissarne il successo commerciale. Più avanti uscì anche il terzo episodio della saga chiamato Exile, considerato da molti come il capitolo più debole della serie. Il concetto base dei tre giochi è sempre stato quello di rendere l'esperienza di gioco coinvolgente immergendo il giocatore all'interno di un mondo irreale e adottando allo scopo un sistema basato su schermate fisse ruotabili a 360°. I suoi punti di forza erano da ricercare nell'atmosfera, nel coinvolgimento e nella brama di esplorazione che dopo pochi minuti di vagabondaggio si avventavano sul giocatore strappandolo letteralmente dal mondo reale. Uru Ages Beyond Myst si rinnova e cambia stile per adattarsi ai tempi moderni, ma tiene altresì inalterati i punti di forza che hanno da sempre contraddistinto la serie.
Cambia stile perché questa volta affronteremo l'avventura con una visuale in terza persona (anche se sarà sempre possibile entrare in una visuale in prima persona) e gli scenari saranno completamente in tre dimensioni, ma d'altro canto mantiene i punti di forza perché bastano pochi minuti di gioco per farsi riabbracciare dalle particolari atmosfere di Myst.
La necessità di creare un personaggio che potesse soddisfare in ugual misura ogni singolo fan di Myst, vista la "novità" della visuale, ha probabilmente convinto i ragazzi della Cyan di permettere al giocatore di creare il proprio alter ego digitale. Prima di cominciare l'avventura dovremo mettere mano ad un editor che permetterà di dare vita al nostro personaggio selezionandone sesso, corporatura, vestiario e tutta una serie di aspetti più specifici come caratteristiche del naso, guance, occhi e via dicendo. Una volta creato il nostro avatar la storia può cominciare. Ci troviamo ai margini di una landa desertica. La nostra ricerca della antica civiltà dei D'ni ci ha portato fin qui. Di fronte a noi si staglia un picco roccioso misteriosamente inaccessibile per via di una recinzione che ne occlude il perimetro. Dopo un breve peregrinare ci imbattiamo in una situazione alquanto singolare. Una roulotte all'ombra della quale un uomo sovrappeso è intento ad ascoltare un pezzo di Peter Gabriel e a leggere un libro non è di certo ciò che pensavamo di poter incontrare in un luogo del genere. Il nostro arrivo, probabilmente non inaspettato, lo distoglie appena dal suo beato oziare, ci saluta e comincia a raccontare strane storie fatte di altri che ci hanno preceduto, della strada che dovremo trovare, e di una donna che dovremo in qualche modo seguire.