Uru – Ages Beyond Myst
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Il nostro primo compito sarà imboccare la frattura nel terreno situata a breve distanza dalla roulotte. Talmente poche informazioni ma tanta voglia di sapere ci mettono in moto fino al raggiungimento dell'apertura nella terra. Una scala a pioli sembra essere l'unico modo per scendere. Ed è proprio qui che partirà una magnifica avventura fatta di esplorazione, di scoperte meravigliose e di tanti, tantissimi enigmi il cui stile è ben noto a chiunque abbia giocato almeno uno dei capitoli precedenti.
Il primo approccio col gioco è in un certo senso spiazzante, ma nella accezione positiva del termine. Lo scopo era, senza dubbio, quello di dare l'accento alle atmosfere che potessero coinvolgere il giocatore, e dopo aver analizzato questa versione preview di Uru, sembra che sia stato raggiunto in scioltezza. I motivi di tale riuscita sono essenzialmente riconducibili a tre aspetti fondamentali: grafica, sonoro ed interfaccia. Grafica perché è il primo aspetto che colpisce. Spingendo le impostazioni del motore grafico al massimo si resta stupidi dal gran livello di dettaglio delle ambientazioni, si resta a bocca aperta di fronte alla lunghezza di campo che ci permette di osservare ben lontano intorno a noi. Ciò che di buono il motore grafico sembra possedere dopo una valutazione di primo acchito, viene confermato costantemente mano a mano che riusciremo ad inoltrarci all'interno di Uru: ci accoglieranno paesaggi visionari dal sicuro impatto emozionale. Sonoro perché è un aspetto che ti coglie impreparato.
Si parte con il suono del vento interrotto di quando in quando dal grido degli uccelli rapaci che volano descrivendo traiettorie circolari in alto nel cielo. Dopo aver percorso i primi passi attacca una musica di atmosfera che restituisce al giocatore un primo importantissimo feedback in termini di coinvolgimento. Giunti nei pressi della roulotte la musica sfuma e lascia il posto al pezzo che il misterioso uomo ascolta mentre legge il suo libro. Proseguendo nel gioco le chicche aumentano: i silenzi miscelati sapientemente al musicato, la colonna sonora che si adatta alla situazione, il parlato dei personaggi recitato alla perfezione (anche se solo in inglese in questa versione di prova). Piccole cose, direbbe qualcuno, ma che risultano essere pesanti come macigni nell'economia di un gioco che della cura maniacale dell'aspetto sonoro fa una delle sue colonne portanti. E infine l'interfaccia. Questa risulta essere tanto semplice quanto poco invasiva. Il controllo del personaggio avviene con un classico misto tastiera e mouse e la necessità di interazione con gli elementi del gioco viene gestita completamente per mezzo del tasto sinistro del mouse. Nessun tipo di interfaccia grafica si frappone tra noi e la nostra esplorazione. Ma interfaccia semplice non significa automaticamente enigmi facili. Da questo punto di vista Uru sarà in grado di tenere a bada anche gli avventurieri più smaliziati, anche se per poter dare un giudizio definitivo sulla complessità e la longevità dell'avventura dovremo aspettare di mettere le mani sulla versione finale del gioco.
Ma non è finita qui. Uru avrà dalla sua un'ulteriore arma che risponde al nome online. Sarà possibile, infatti, esplorare le ambientazioni del gioco insieme ad altri giocatori umani affrontando l'avventura con modalità che ancora non ci è dato sapere. A questo punto non ci resta che attendere l'uscita ufficiale, attesa che, dopo aver testato questa versione ancora incompleta, sarà alquanto spasmodica. Uru ha tutte le carte in regola per riportare al top il genere delle avventure grafiche e, perché no, per concepire una nuova tipologia di gioco online.