Valkyria Chronicles 4

Altra ammiraglia dell’autunno Koch Media è Valkyria Chronicles 4, ultima uscita principale della famosa serie SEGA. Dopo la leggera debacle di Valkyria Revolution (porting da PS Vita decisamente al di sotto delle aspettative), SEGA ci riporta sui campi di battaglia di un’Europa immaginaria del medio ‘900, alle prese con superpotenze espansioniste e intrepidi soldati, fra fischi di proiettili e sacchi di sabbia.

Ma abbiamo per ordine: i fan di questa serie cult saranno già al corrente del fatto che una demo di questo capitolo, il primo della serie principale a giungere sulle maggiori console dal lontano 2008, è disponibile da qualche settimana sugli store delle diverse console. La demo permette di giocare attraverso prologo e primi due capitoli, per circa 2 ore di gioco, e di trasferirei risultati e il progresso al gioco finale -mantenendo qualsiasi customizzazione e conseguenza (come le morti di eventuali compagni).

Per quello che abbiamo potuto provare, Valkyria Chronicles 4 si inserisce perfettamente nella tradizione della serie, mantenendo intatte le tonalità pastello e l’estetica simil-acquerello nel suo contrasto con i temi trattati. Il gameplay, nel bene e nel male, rimane fedele alla formula ibrida: gestione strategica delle battaglie, controllo in 3° persona delle singole unità, e modalità di attacco attraverso una mira in 1° persona. Dei capitoli provati, seppure iniziali e orientati all’impratichire il giocatore, colpisce in particolare la sinergia fra le diverse classi e gli obiettivi delle diverse missioni.

Se Valkyria Chonicles 4 mantiene infatti uno dei principali punti debole della serie (ovvero la valutazione finale delle missioni, stabilita prediligendo la metrica dei turni utilizzati piuttosto che altri valori come le perdite di uomini o i colpi a vuoto), in questo episodio mappe e classi sembrano essere costruiti a tavolino per una maggiore armonia -disincentivando il “rush” verso l’obiettivo, sia in termini di difficoltà che per quanto riguarda il puro godimento del gioco.

Nelle prime due battaglie, infatti, il giocatore viene subito calato in missioni abbastanza atipiche: l’assalto ad una base fortificata, e l’infiltrazione in un villaggio durante una giornata di nebbia. Nel primo caso lo scopo della battaglia è guadagnare l’accesso al cortile centrale della base, dove sabotare un cannone capace di terrorizzare le campagne circostanti. Nel secondo caso, la missione acquisisce una impronta decisamente più cupa e incentrata sulla furtività -dato lo scopo di investigare il numero di carri armati nemici.

In entrambi i casi il campo di battaglia, per quanto in campo aperto, si presenta come un labirinto di ruderi, edifici e macerie in cui il posizionamento delle diverse classi di soldati si rivela fondamentale per una buona riuscita -anche grazie ad alcuni accorgimenti, come la presenza di piccole postazioni nemiche da conquistare, utilizzabili in seguito come punti di respawn per eventuali rinforzi. La missione di assalto alla base, in particolare, funge anche da tutorial a una delle nuove classi del gioco, ovvero il granatiere -dotato di un mortaio portatile in grado di colpire con tipica traiettoria a parabola, capace di oltrepassare ostacoli ed edifici.