Warhammer 40,000: Gladius - Relics of War
Ci siamo fatti vecchi ormai. Veterani di mille tank rush, colpevoli di aver strappato a decine di pianeti ogni briciolo di risorsa disponibile, artefici consapevoli della costruzione di città di ogni genere e funzione, fossero maestosi castelli medioevali, fumosi conglomerati industriali di raffinerie di tiberium o ecumenopoli planetarie. Abbiamo esplorato, conquistato, sfruttato e sterminato come mai nessun uomo aveva fatto prima, e tutto senza muoverci dalla nostra poltrona ergonomica da giocatore preferita. Eppure, oggi come in quel fatidico 1992, anno di uscita di Dune II: Battle for Arrakis, capostipite indiscusso, il genere 4X, talmente amato dal popolo degli appassionati di RTS da meritarsi una definizione a sé stante, non mostra segni di stanchezza e distributori acclamati come Slytherin non si fanno pregare nel far rimescolare ai loro sviluppatori (in questo caso Proxy Studios) i parametri classici per sfornare nuovi titoli.
Complice senz’altro il brand di Warhammer 40K, anche quello ormai storico (si chiamava ancora Rogue Trader, e correva l’anno del Signore 1987, quando i primi Space Marines comparvero sui nostri tavoli da gioco), Gladius: Relics of War sfida il caldo dell’estate, stagione solitamente ostica per un videogioco per PC, data la riluttanza perfino dei nerd più incalliti a trascorrere giornate intere alla tastiera quando fuori è tutto un sollazzo di sole, vita sociale e pupe in minigonna. Data di uscita prevista 18 luglio, quindi, accompagnata da un discreto hype che fa capire a noi addetti ai lavori di come il pubblico non ne abbia avuto abbastanza, nonostante gli anni, di fucili Requiem, Dreadnought e Kapoguerra Orki.
La formula di gameplay scelta, e da noi testata a fondo nel codice rilasciato alla stampa, presenta uno schema consolidato e a tutti gli effetti privo di novità da urlo. Ci sono quattro diverse fazioni scelte tra le più accattivanti dell’universo di 40K, Astra Militarum, Space Marines, Orki e Necron, e un’impostazione 4X classica che ci spinge a esplorare la superficie dell’inospitale pianeta Gladius Prime, già teatro in passato di un fallito tentativo di colonizzazione imperiale, bonificandola dalle minacce e impiantandovi strutture in grado di sostenere il nostro piano di espansione. Tutto il resto è… guerra! In linea con l’impostazione di fondo dell’universo di WH40K, infatti, gli sviluppatori hanno deciso di eliminare qualsiasi opzione diplomatica, tra le fazioni, lasciando che le relazioni tra di esse si limitino a un generoso scambio di munizionamento pesante da guerra ogni volta che entrano in contatto. Sterminare per non essere sterminati o, se preferite, citando una famosa coppia comica quando era ai suoi esordi, “No chiacchiere!... Botte!”. Scartata qualsiasi altra possibilità, non resta quindi che scegliere accuratamente come spendere le risorse ottenute in miglioramenti di strutture e unità che ci consentano, dapprima, di difenderci in modo efficace da eventuali incontri con il nemico e poi, il prima possibile, di passare alla fase offensiva che, qualora fosse troppo a lungo rimandata, rischierebbe di vederci soccombenti di fronte a un’IA davvero molto aggressiva e tenace.
Non bastassero i nemici di fazione, che nel multiplayer potranno essere gestiti da altrettanti avversari connessi online, il pianeta si presenta tutt’altro che ospitale. Esplorando Gladius Prime incorreremo in incontri poco graditi con l’onnipresente vegetazione corrosiva, in grado di danneggiare unità e strutture, ma anche con creature non propriamente amichevoli, come i temibili Catachan Devil, mostruosi ibridi di centopiedi e scorpione delle dimensioni di una locomotiva ferroviaria! C’è davvero poco tempo per rilassarsi e ammirare il panorama, quindi, e forse questa continua tensione rappresenta proprio uno die punti di forza del gioco, di cui tutto si può dire tranne che vi conceda il tempo anche solo di un mezzo sbadiglio.
Ogni fazione si presenta inoltre ben caratterizzata anche al di là del mero aspetto estetico. Oltre a costringere il giocatore a un approccio diverso a seconda di chi ha scelto di comandare (per esempio gli Space Marines possono costruire solo una città sul pianeta, mentre i Necron sono in grado di costruire le loro strutture soltanto sopra gli spazi (esagonali) prima occupati da antiche rovine), gli sviluppatori hanno anche avuto cura di attingere all’ampia panoplia ideata negli anni dai creatori del gioco da tavolo per dotare le quattro armate di veicoli e armamenti vari e quasi sempre migliorabili seguendo appositi (e costose)percorsi di sviluppo. La rigiocabilità è quindi pienamente garantita dalla molteplicità delle scelte possibili anche all’interno di una sola fazione, per non parlare della possibilità a cui pochi rinunceranno di rigiocare la campagna scegliendo un partito diverso.
Decisamente buono, direi, il comparto grafico, che segue una scelta rivolta più a un approccio boardgame che al cinerealismo. Trattandosi di un gioco a turni e non di un RTS, la scelta sembra corretta. Sappiatelo, però. Fanteria, veicoli ed edifici non sono in scala e l’effetto finale anche quando entrano in gioco le animazioni è più simile a quello di un titolo della serie Civilization che a uno Starcraft, appunto. In linea, e connotato della giusta epicità, il sonoro, che riproduce in maniera piacevole spari ed esplosioni e accompagna i momenti topici delle partite con una colonna musicale adeguata.
Il nostro giudizio sul titolo Proxy in uscita a luglio, in base a quanto abbiamo potuto vedere, non può quindi che essere impregnato da un sano ottimismo. I presupposti per un titolo solido in grado di meritarsi il suo giusto seguito ci sono tutti, a partire dalla possibilità di pescare utenti nel folto pubblico di appassionati dell’universo futuristico creato da Games Workshop tanti lustri or sono. Inutile e controproducente attendersi qualcosa di completamente nuovo, al di là di un comparto tecnico e di un’IA che, come era lecito aspettarsi, si evolvono alla pari con i tempi e le capacità hardware attuali. Ma i requisiti per accontentare i fan del genere e magari di arruolare qualche neofita che intenda affacciarvisi ci sono tutti. Grazie anche all’implementazione di una componente tutorial che gratifica il principiante di tutti i consigli che davvero occorrono durante le prime ore di gioco, evitando da un lato di subissarlo di suggerimenti superflui e dall’altro di abbandonarlo troppo presto al suo destino contro orde di nemici agguerriti.
“La mia corazza è il disprezzo, il mio scudo è il disgusto, la mia spada l’odio. In nome dell’Imperatore, non lasciatene in vita nessuno!” (cit. motto degli Space Marines). Dopo il 18 luglio, ci si becca in rete!