We Happy Few
di
Valerio De Vittorio
Annunciato e finanziato con una campagna fondi su Kickstarter un anno fa, l'intrigante We Happy Few é finalmente disponibile in formato giocabile, su PC ed Xbox One tramite i rispettivi programmi d'accesso anticipato. Grazie a questa versione alpha del titolo, abbiamo potuto testare le prime ore di gioco e farci un'idea di cosa ci attende in questo bizzarro ed affascinante nuovo lavoro dei creatori di Contrast, Compulsion Games.
Nonostante le prime presentazioni ci avessero dato l'idea che We Happy Few sarebbe stato un adventure in prima persona, lineare e fortemente basato sulla narrazione, il titolo si é invece rivelato essere un survival game, sulla falsariga di DayZ e altri prodotti similari. Il prologo, del tutto analogo a quanto venne mostrato durante la presentazione all'E3 di Los Angeles, ci mette nei panni di Arthur Hastings, addetto alla censura dei giornali.
Avrete subito il controllo dell'azione di questo primo frammento di gioco, e attraverso un macchinario, vi dovrete occupare di consultare gli articoli e filtrare quelli negativi e tristi, rigorosamente da cancellare, per lasciar mandare in stampa i pezzi più gioiosi. In questa società distopica non sono permesse emozioni diverse dalla felicità, tanto che i residenti sono costretti ad assumere quotidiniamente una droga, le pillole di Joy. Il nostro alter ego, però, durante il suo lavoro incontra uno stralcio che gli riporta alla mente dei brutti ricordi, il dilemma presentato al giocatore é quindi se assumere una dose di Joy o affrontare questo complicato momento. La prima scelta equivale a sottomettersi al sistema, e vi verranno presentati subito i titoli di coda! Altrimenti, comincerete a ribellarvi ed inizierà così la vostra avventura.
Sottratti dal giogo totalitario, verrete etichettati come "downer", e segregati in un ghetto. Qui dovrete guidare Arthur cercando di sopravvivere alle condizioni difficili imposte, tenendo a bada diversi fattori, evitando incontri spiacevoli con altri reietti e compiendo alcune semplici missioni secondarie. Il gameplay da lineare e "story-driven", si proietta verso ambiti da survival, come accennavamo all'inizio dell'anteprima, visto che dovrete tenere monitorati fame, sonno, sete e salute. Le risorse sparse per l'area di gioco, liberamente esplorabile, permettono a stento di andare avanti, inoltre il cibo spesso sarà andato a male, così che subentrerà un'ulteriore fattore di malattia. Altra componente fondamentale é il crafting, basato su ricette di vario tipo che possiamo apprendere esplorando e compiendo missioni, e che con i giusti ingredienti ci permette di realizzare vari oggetti. Equipaggiamento, armi (finora solo oggetti contundenti), medicine, o almeno questo é quello che abbiamo sperimentato nella versione alpha testata.
We Happy Few ci é parso decisamente ancora solo abbozzato, o quanto meno in questa versione non esprime sicuramente il suo potenziale. Il gameplay, per quanto funzionale e rodato, non esprime sufficiente personalità e carisma, e ci ha annoiati piuttosto in fretta. Le missioni rendono meno dispersivo il girovagare per l'area di gioco, ma sono semplici e a volte confuse, per via di un'interfaccia e una mappa ancora acerbi. L'interazione con altri personaggi é limitata, e gli scontri con essi, nel caso si decidesse di scendere alle mani, sono gestiti in modo molto semplice con combattimenti corpo a corpo.
Di contro l'atmosfera é pregna di personalità e la storia, messa da parte subito dopo l'incipit, ci ha sicuramente intrigati. Insomma, alcuni elementi base ci sono, ma speriamo vivamente che gli sviluppatori sappiano infarcire il loro titolo con ben altri contenuti e che diano il giusto peso a quello che é sicuramente l'aspetto che più ci ha affascinati, ovvero l'ambientazione e la trama.
Il motore grafico utilizzato é l'Unreal Engine 4, sfruttato non per mettere in scena un'estetica spacca mascella, quanto per dare vita ad un design art deco molto efficace. Inoltre le ambientazioni sono pregne di fascino grazie all'ottimo sistema di illuminazione ed effetti assortiti sicuramente già convincenti.
Non chiamatelo Bioshock
Nonostante le prime presentazioni ci avessero dato l'idea che We Happy Few sarebbe stato un adventure in prima persona, lineare e fortemente basato sulla narrazione, il titolo si é invece rivelato essere un survival game, sulla falsariga di DayZ e altri prodotti similari. Il prologo, del tutto analogo a quanto venne mostrato durante la presentazione all'E3 di Los Angeles, ci mette nei panni di Arthur Hastings, addetto alla censura dei giornali.
Avrete subito il controllo dell'azione di questo primo frammento di gioco, e attraverso un macchinario, vi dovrete occupare di consultare gli articoli e filtrare quelli negativi e tristi, rigorosamente da cancellare, per lasciar mandare in stampa i pezzi più gioiosi. In questa società distopica non sono permesse emozioni diverse dalla felicità, tanto che i residenti sono costretti ad assumere quotidiniamente una droga, le pillole di Joy. Il nostro alter ego, però, durante il suo lavoro incontra uno stralcio che gli riporta alla mente dei brutti ricordi, il dilemma presentato al giocatore é quindi se assumere una dose di Joy o affrontare questo complicato momento. La prima scelta equivale a sottomettersi al sistema, e vi verranno presentati subito i titoli di coda! Altrimenti, comincerete a ribellarvi ed inizierà così la vostra avventura.
Sottratti dal giogo totalitario, verrete etichettati come "downer", e segregati in un ghetto. Qui dovrete guidare Arthur cercando di sopravvivere alle condizioni difficili imposte, tenendo a bada diversi fattori, evitando incontri spiacevoli con altri reietti e compiendo alcune semplici missioni secondarie. Il gameplay da lineare e "story-driven", si proietta verso ambiti da survival, come accennavamo all'inizio dell'anteprima, visto che dovrete tenere monitorati fame, sonno, sete e salute. Le risorse sparse per l'area di gioco, liberamente esplorabile, permettono a stento di andare avanti, inoltre il cibo spesso sarà andato a male, così che subentrerà un'ulteriore fattore di malattia. Altra componente fondamentale é il crafting, basato su ricette di vario tipo che possiamo apprendere esplorando e compiendo missioni, e che con i giusti ingredienti ci permette di realizzare vari oggetti. Equipaggiamento, armi (finora solo oggetti contundenti), medicine, o almeno questo é quello che abbiamo sperimentato nella versione alpha testata.
Prima bozza
We Happy Few ci é parso decisamente ancora solo abbozzato, o quanto meno in questa versione non esprime sicuramente il suo potenziale. Il gameplay, per quanto funzionale e rodato, non esprime sufficiente personalità e carisma, e ci ha annoiati piuttosto in fretta. Le missioni rendono meno dispersivo il girovagare per l'area di gioco, ma sono semplici e a volte confuse, per via di un'interfaccia e una mappa ancora acerbi. L'interazione con altri personaggi é limitata, e gli scontri con essi, nel caso si decidesse di scendere alle mani, sono gestiti in modo molto semplice con combattimenti corpo a corpo.
Di contro l'atmosfera é pregna di personalità e la storia, messa da parte subito dopo l'incipit, ci ha sicuramente intrigati. Insomma, alcuni elementi base ci sono, ma speriamo vivamente che gli sviluppatori sappiano infarcire il loro titolo con ben altri contenuti e che diano il giusto peso a quello che é sicuramente l'aspetto che più ci ha affascinati, ovvero l'ambientazione e la trama.
Il motore grafico utilizzato é l'Unreal Engine 4, sfruttato non per mettere in scena un'estetica spacca mascella, quanto per dare vita ad un design art deco molto efficace. Inoltre le ambientazioni sono pregne di fascino grazie all'ottimo sistema di illuminazione ed effetti assortiti sicuramente già convincenti.
We Happy Few
We Happy Few
Dopo le prime presentazioni pensavamo ci saremmo trovati davanti ad un erede della serie Bioshock, ma ci sbagliavamo di grosso. We Happy Few lo richiama per le sue ispirazioni estetiche similari e per il ruolo della droga Joy, ma racconta una storia tutta diversa e soprattutto si basa su un gameplay survival. Provato con mano, il titolo mostra di essere ancora decisamente acerbo e se sul fronte dell'atmosfera e del design ci ha sicuramente intriganti, su quello del giocato vero e proprio stenta a lasciare il segno. Gli elementi funzionano abbastanza bene, ma peccano di mordente, al momento, e sicuramente i contenuti sono ancora lontani dall'essere completi come affermato dagli sviluppatori stessi. Rimaniamo curiosi, sebbene un pelo meno entusiasti.