Wolfenstein II: The New Colossus

Siamo arrivati all’undicesima installazione di una serie che, senza timore di smentita, è entrata ormai di diritto nell’Olimpo dei videogiochi. Wolfenstein è l’FPS per eccellenza quando si parla di nazisti, e William “B.J.” Blazkowicz è a tutti gli effetti una vera e propria icona videoludica.

Ad alimentare ulteriormente queste certezze ci hanno pensato i ragazzi nordici di MachineGames, sviluppatori del precedente The New Order e del relativo DLC stand-alone Old Blood. Visto l’enorme successo di questi due titoli era praticamente sicura la presenza di un seguito che continuasse l’interessante filone narrativo creato dagli sviluppatori. Certezze che si sono manifestate e concretizzate proprio durante la scorsa E3, con l’annuncio di Wolfenstein II: The New Colossus.

Dopo le prime reazioni arrivate da oltre oceano, siamo finalmente volati anche noi fino a Londra per provare con mano ben due diverse sezioni del gioco, sparando a diversi quintali di “nazi”. Siamo pronti a raccontarvi le nostre sensazioni.

Vecchio e nuovo insieme!

La demo a nostra disposizione era composta da due differenti sezioni di gioco. La prima chiamata “The Reunion” era ambientata all’inizio dell’avventura, mentre la seconda, “Roswell” ci portava in una fase più avanzata del gioco.

La storia ci porta immediatamente dopo i fatti narrati nel primo gioco, tornando ad impersonare “Blazko” decisamente segnato dalla scontro con “Wilhelm "Deathshead" Strasse e su una carrozzina. Ci troviamo negli anni ’60 e gli Stati Uniti d’America sono stati invasi dai nazisti, trasformando il paese in un luogo figlio della supremazia ariana. In tutto questo il nostro protagonista dovrà lottare per liberare il suo paese dalla scure nazista, e per farlo si troverà obbligato a riformare la vecchia squadra.

Già dalle prime battute di gioco si intuisce come il titolo sia rimasto per larghi tratti invariato rispetto al passato, con pochissimi cambiamenti legati ad un gunplay già abbastanza solido. I due grossi cambiamenti riguardo il nuovo dual wielding che permette di imbracciare diverse armi contemporaneamente, e una velocità di gioco che è stata incrementata non poco. Questa sensazione l’abbiamo però percepita maggiormente nella seconda fase di hands on, quando gli spazi si sono fatti più ampi e il nostro protagonista è entrato in possesso di una particolare tuta a metà tra il ninja e il tank.

Va anche specificato che nella prima sezione di demo, il gioco ci metteva nei panni di un “B.J.” in carrozzina - ma questo non gli impediva di sparare a qualsiasi cosa che si muoveva - e quindi decisamente più impacciato. Inoltre, in “the reunion” per la maggior parte del tempo ci siamo trovati a combattere negli stretti corridoi di un u-boat, cosa che ha reso le sparatorie molto molto ravvicinate e in ambienti stretti.

Questo però non ci ha impedito di percepire una grande fluidità; un sistema di gioco in grado di esaltare la combinazione tra shooting e melee, con un’accetta decisamente efficace, e con il potere di trasmettere grandi soddisfazioni.

Molti più spunti ce li ha invece regalati la seconda parte della demo, all’’interno di un livello chiamato “Roswell”. Qui abbiamo avuto la possibilità di notare davvero parecchie cose che ci hanno rassicurato sulla bontà del progetto.

In primis un design dei personaggi e dell’America “arianizzata” in grado di incuriosire, con questi elementi tipicamente storici che si unisco ad altri presi di peso dallo steam punk. Mescolati insieme formano un connubio davvero intrigante. A questo poi va ovviamente aggiunto il carico da novanta della componente umoristica che, come già visto in passato, spinge ancora di più l’acceleratore su un black humor a tratti davvero dissacrante.

Nella sezione giocata da noi, vestiti da pompiere, dovevamo recarci da Papa’s Joe, una tavola calda gestita da un tipo piuttosto particolare (amante di alieni e teorie complottistiche) che ci ha svelato l’esistenza dell’Area 52. Un luogo segreto in cui i nazisti custodiscono un’arma molto potente. Toccherà ovviamente a noi infiltrarci e detronizzare tutto con un’esplosione semi-nucleare.

È proprio in questa missione che abbiamo trovato da una parte alcuni elementi in grado di riportarci con la memoria a The New Order, ma allo stesso tempo, grazie agli spazi più ampi e ad una particolare tuta indossata da “B.J.”, abbiamo potuto saggiare con mano un ritmo sostenuto, appagante, e che ci ha ricordato senza troppi dubbi il feeling di Doom.

Tra gli elementi che tornano di peso dalla precedente installazione troviamo le famose chiavi custodite da gerarchi nazisti (con tanto di radar che indica quanto siamo distanti dall’obiettivo) e la possibilità di potersi muovere in maniera stealth. Nessuna particolare evoluzione se confrontato al passato. Diciamo che il gioco il meglio di se lo da quando l’azione infuria pesantemente. La presenza di nuove unità (molto dinamiche!!), unite alla fluidità dell’azione e alla doppia impugnatura personalizzabile, rendono questo Wolfenstein un prodotto diretto e immersivo, che punta a coinvolgere il giocatore con un gameplay smaccatamente arcade.

Altro elemento da tenere in forte considerazione è ovviamente quello tecnico. In questo caso l’id Tech 6 ha fatto passi da gigante, offrendo una modellazione poligonale soddisfacente, un buon dettaglio all’interno dei livelli di gioco ma soprattutto una fluidità che, almeno su pc, sembrava davvero granitica. Queste almeno le prime sensazioni scaturite durante il nostro hands on. A livello audio invece abbiamo potuto giocare con sottotitoli e audio in lingua inglese (i soldati tedeschi, per lo più, pagano tedesco) con voci piuttosto convincenti.

Wolfenstein II: The New Colossus sembra davvero avere le carte in regola per migliorare quanto fatto con il primo episodio. L’appuntamento è per il prossimo 27 ottobre, data che vedrà il debutto del titolo sugli scaffali nel formato PS4, Xbox One e PC. Ovviamente non mancheremo di raccontarvi le nostre impressioni!