Wolfenstein: The New Order
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Siamo abituati a considerare DOOM come il capostipite del genere degli sparatutto in prima persona. Se il titolo id Software é sicuramente quello che per primo portò il genere alla ribalta, in realtà tutto iniziò da Wolfenstein 3D, sviluppato sempre da Romero, Carmack e soci. Nei panni di William B.J. Blazkowicz il giocatore doveva ammazzare degli schifosi nazisti un labirintico livello dopo l'altro fino ad arrivare allo scontro finale con Adolf Hitler in persona, equipaggiato di un esoscheletro robotico. Insomma, un prodotto per palati fini. Nonostante un successo inferiore rispetto al fratellino coi demoni, il titolo id Software si é nel tempo costruito un proprio stuolo di appassionati i quali hanno visto la saga sopravvivere ai ricambi generazionali, con rinnovamenti vari più o meno riusciti. Dopo un ultimo capitolo tutt'atro che convincente, é il turno di MachineGames che preso in mano il testimone, sta lavorando alacremente a Wolfenstein: The New Order. Invitati da Laboratorio Comunicazione, distributore italiano dei titoli Zenimax, abbiamo avuto l'opportunità di provare il titolo in anteprima per un bel paio d'ore abbondanti.
Il Wolfenstein che non ti aspetti
Preso in mano il pad Playstation 4, questa infatti la versione che abbiamo testato, ma vicino a noi c'era anche una postazione PC di cui vi parliamo più avanti, avviamo una nuova partita. Subito si fa notare il menu con la scelta del livello di difficoltà, dotato di ben 5 opzioni. Il titolo prende il via con una sequenza discretamente spettacolare, a bordo di un aereo in pieno combattimento. Mentre un nostro compagno d'armi si preoccupa di tentare una fuga spericolata pilotando il velivolo, ci vengono assegnati diversi compiti, una scusa ideale per insegnarci il sistema di controllo e farci sedere ad una postazione per manovrare una mitragliatrice al fine di abbattere qualche aereo nazista. L'anno é il 1946, la guerra contro Hitler é ancora nel vivo e gli alleati purtroppo non stanno vincendo. Il giocatore vestirà nuovamente i panni di William B.J. Blazkowicz, militare dagli occhi di ghiaccio e dai valori saldi come i suoi muscoli.
Un uomo tutto d'un pezzo, stagionato da innumerevoli conflitti. Per questo non teme la prossima missione che lo vede al comando di un piccolo gruppo di soldati, composto dal classico agglomerato di personaggi come il cadetto alle prime armi terrorizzato, il generale duro e puro, passando per un soggetto con qualche rotella fuori posto. Insomma, la sensazione é che il titolo MachineGames voglia raccontarci una storia di militari piuttosto classica, sebbene una regia azzeccata ed una scrittura che ci é parsa piacevole, ci hanno lasciato digerire con relativa tranquillità i vari cliché proposti. E invece Wolfenstein si gioca la carta del colpo di scena non proprio imprevedibile ma comunque sempre benvenuto e con un'ellissi che non vi spieghiamo per non rovinare la sorpresa, ci fa saltare al 1960. Blazkowicz si risveglia in un ospedale in Polonia totalmente ignaro di quanto stia accadendo. Qui Anya insieme al dottore primario del reparto si é presa cura di lui come degli altri pazienti, e un dialogo dopo l'altro comprendiamo come i nazisti non hanno perso la guerra, tutto l'opposto. Hanno messo a punto la bomba nucleare e l'hanno sganciata sugli Stati Uniti. Ormai dominano il mondo e non c'é resistenza a combatterli. Ovviamente il nostro protagonista questo non lo può accettare ed é da qui che inizia la nostra storia vera e propria, partendo con una bella motosega in mano ed un nazista legato ad una sedia dal quale estorcere importanti informazioni.
La rivoluzione me la faccio da solo
Quanto descritto avviene nella prima ora piena di gioco, con un prologo decisamente lungo ma divertente. Inoltre in questo capitolo iniziale ci siamo già potuti fare una prima impressione sul gameplay di Wolfenstein: The New Order, che ci ha sorpreso con proposte variegate, di quelle che in uno sparatutto per definizione diretto e spensierato, squisitamente vecchio stile, non ti aspetteresti. E invece la scelta, se vogliamo anche coraggiosa, del team di sviluppo é stata quella di aprire il titolo a diversi approcci, creando livelli più ampi e meno lineari del solito, mettendo nelle mani del giocatore diversi strumenti con i quali poter affrontare le diverse situazioni. Lo scontro a viso aperto é ovviamente permesso e la possibilità di impugnare due armi contemporaneamente o di staccare una torretta mitragliatrice in pieno stile Halo sono lì a testimoniarlo. Ma se vogliamo, Blazkowicz é in grado di muoversi silenzioso e di eliminare le guardie con attacchi alle spalle. Attenzione ai generali, però, che dotati di una radio, possono chiamare rinforzi se allarmati. Aprendo il menu dei perk (sì avete letto bene), ci si accorge di come questa suddivisione del gameplay sia stata studiata in modo organico.
Infatti adoperandoci seguendo un certo stile, potremo sbloccare alcune abilità peculiari, suddivise in base all'approccio che prediligiamo. Ad esempio se decidiamo di imbracciare un mitragliatore per mano, fatta qualche strage, il gioco ci premierà con un perk relativo. Compiuto qualche assassino di nascosto, ecco che si attiva invece una skill passiva per assisterci nell'approccio stealth. Le categorie presenti sono quattro, ovvero stealth, tactical, assault, demolition, che da quanto visto offrono diversi perk per assisterci nello stile di gameplay che più ci piace. La differenziazione non é nettissima, ma i diversi livelli si aprono discretamente alla nostra volontà, permettendoci così di affrontare le situazioni imbracciando due mitragliatrici piuttosto che sfruttando al massimo l'ambiente e celandoci nell'ombra, uccidendo alle spalle solo le guardie che non possiamo evitare. Buona l'intelligenza artificiale, capace di sfidarci a dovere sul campo di battaglia già a livello normale compiendo aggiramenti, nascondendosi dietro a ripari e sfruttando la superiorità numerica. Uno scontro con due grossi robot ci ha messo a dura prova, costringendoci a mettere in campo tutte la nostra rapidità d'azione ed inventiva nel cercare punti strategici validi per sopraffare il nemico. Riuscire finalmente ad abbatterli ci ha dato molta soddisfazione.
C'é ancora un po' di id Software
La nostra prova di un paio d'ore, ci ha sorpreso per l'ottima varietà proposta. Wolfenstein é uno sparatutto puro su questo c'é poco da avere dubbi, però riesce comunque ad offrire livelli molto differenziati, scontri con boss, sparatorie di ampio respiro contro orde di nazisti, giganteschi robot da abbattere, momenti più distesi incentrati sulla narrazione. Non sono mancate citazioni ai classici originali della serie, grazie ad un livello ambientato in un castello, con segreti da scovare e quadri appesi alle pareti che celavano stanze nascoste. Speriamo di trovare altri di questi più avanti nell'avventura. In generale, comunque, la stessa mappa può essere esplorata passando da percorsi differenti. Insomma, nelle due ore di test in anteprima non c'é stato tempo per annoiarsi, per questo le nostre aspettative si sono decisamente alzate rispetto alle previsioni iniziali. Purtroppo lo stesso non si può dire per quanto riguarda il comparto tecnico. Il motore utilizzato é l'id Tech 5, ultimo nato dalle manine magiche di John Carmack e che muoveva RAGE. La versione Playstation 4 ha messo in mostra un aspetto estetico valido, ma non sorprendente, e purtroppo inferiore a quanto visto nel vicino PC sul quale girava una build simile del gioco. Modelli ed ambientazioni comunque sono decisamente validi, inoltre la vastità di alcuni livelli ci ha impressionato positivamente. Parliamo inoltre di una versione ancora lontana dalla fine dei lavori, speriamo vivamente che su console ormai current-gen si riesca a spremere qualche cosa in più in termini di definizione.
Il Wolfenstein che non ti aspetti
Preso in mano il pad Playstation 4, questa infatti la versione che abbiamo testato, ma vicino a noi c'era anche una postazione PC di cui vi parliamo più avanti, avviamo una nuova partita. Subito si fa notare il menu con la scelta del livello di difficoltà, dotato di ben 5 opzioni. Il titolo prende il via con una sequenza discretamente spettacolare, a bordo di un aereo in pieno combattimento. Mentre un nostro compagno d'armi si preoccupa di tentare una fuga spericolata pilotando il velivolo, ci vengono assegnati diversi compiti, una scusa ideale per insegnarci il sistema di controllo e farci sedere ad una postazione per manovrare una mitragliatrice al fine di abbattere qualche aereo nazista. L'anno é il 1946, la guerra contro Hitler é ancora nel vivo e gli alleati purtroppo non stanno vincendo. Il giocatore vestirà nuovamente i panni di William B.J. Blazkowicz, militare dagli occhi di ghiaccio e dai valori saldi come i suoi muscoli.
Un uomo tutto d'un pezzo, stagionato da innumerevoli conflitti. Per questo non teme la prossima missione che lo vede al comando di un piccolo gruppo di soldati, composto dal classico agglomerato di personaggi come il cadetto alle prime armi terrorizzato, il generale duro e puro, passando per un soggetto con qualche rotella fuori posto. Insomma, la sensazione é che il titolo MachineGames voglia raccontarci una storia di militari piuttosto classica, sebbene una regia azzeccata ed una scrittura che ci é parsa piacevole, ci hanno lasciato digerire con relativa tranquillità i vari cliché proposti. E invece Wolfenstein si gioca la carta del colpo di scena non proprio imprevedibile ma comunque sempre benvenuto e con un'ellissi che non vi spieghiamo per non rovinare la sorpresa, ci fa saltare al 1960. Blazkowicz si risveglia in un ospedale in Polonia totalmente ignaro di quanto stia accadendo. Qui Anya insieme al dottore primario del reparto si é presa cura di lui come degli altri pazienti, e un dialogo dopo l'altro comprendiamo come i nazisti non hanno perso la guerra, tutto l'opposto. Hanno messo a punto la bomba nucleare e l'hanno sganciata sugli Stati Uniti. Ormai dominano il mondo e non c'é resistenza a combatterli. Ovviamente il nostro protagonista questo non lo può accettare ed é da qui che inizia la nostra storia vera e propria, partendo con una bella motosega in mano ed un nazista legato ad una sedia dal quale estorcere importanti informazioni.
La rivoluzione me la faccio da solo
Quanto descritto avviene nella prima ora piena di gioco, con un prologo decisamente lungo ma divertente. Inoltre in questo capitolo iniziale ci siamo già potuti fare una prima impressione sul gameplay di Wolfenstein: The New Order, che ci ha sorpreso con proposte variegate, di quelle che in uno sparatutto per definizione diretto e spensierato, squisitamente vecchio stile, non ti aspetteresti. E invece la scelta, se vogliamo anche coraggiosa, del team di sviluppo é stata quella di aprire il titolo a diversi approcci, creando livelli più ampi e meno lineari del solito, mettendo nelle mani del giocatore diversi strumenti con i quali poter affrontare le diverse situazioni. Lo scontro a viso aperto é ovviamente permesso e la possibilità di impugnare due armi contemporaneamente o di staccare una torretta mitragliatrice in pieno stile Halo sono lì a testimoniarlo. Ma se vogliamo, Blazkowicz é in grado di muoversi silenzioso e di eliminare le guardie con attacchi alle spalle. Attenzione ai generali, però, che dotati di una radio, possono chiamare rinforzi se allarmati. Aprendo il menu dei perk (sì avete letto bene), ci si accorge di come questa suddivisione del gameplay sia stata studiata in modo organico.
Infatti adoperandoci seguendo un certo stile, potremo sbloccare alcune abilità peculiari, suddivise in base all'approccio che prediligiamo. Ad esempio se decidiamo di imbracciare un mitragliatore per mano, fatta qualche strage, il gioco ci premierà con un perk relativo. Compiuto qualche assassino di nascosto, ecco che si attiva invece una skill passiva per assisterci nell'approccio stealth. Le categorie presenti sono quattro, ovvero stealth, tactical, assault, demolition, che da quanto visto offrono diversi perk per assisterci nello stile di gameplay che più ci piace. La differenziazione non é nettissima, ma i diversi livelli si aprono discretamente alla nostra volontà, permettendoci così di affrontare le situazioni imbracciando due mitragliatrici piuttosto che sfruttando al massimo l'ambiente e celandoci nell'ombra, uccidendo alle spalle solo le guardie che non possiamo evitare. Buona l'intelligenza artificiale, capace di sfidarci a dovere sul campo di battaglia già a livello normale compiendo aggiramenti, nascondendosi dietro a ripari e sfruttando la superiorità numerica. Uno scontro con due grossi robot ci ha messo a dura prova, costringendoci a mettere in campo tutte la nostra rapidità d'azione ed inventiva nel cercare punti strategici validi per sopraffare il nemico. Riuscire finalmente ad abbatterli ci ha dato molta soddisfazione.
C'é ancora un po' di id Software
La nostra prova di un paio d'ore, ci ha sorpreso per l'ottima varietà proposta. Wolfenstein é uno sparatutto puro su questo c'é poco da avere dubbi, però riesce comunque ad offrire livelli molto differenziati, scontri con boss, sparatorie di ampio respiro contro orde di nazisti, giganteschi robot da abbattere, momenti più distesi incentrati sulla narrazione. Non sono mancate citazioni ai classici originali della serie, grazie ad un livello ambientato in un castello, con segreti da scovare e quadri appesi alle pareti che celavano stanze nascoste. Speriamo di trovare altri di questi più avanti nell'avventura. In generale, comunque, la stessa mappa può essere esplorata passando da percorsi differenti. Insomma, nelle due ore di test in anteprima non c'é stato tempo per annoiarsi, per questo le nostre aspettative si sono decisamente alzate rispetto alle previsioni iniziali. Purtroppo lo stesso non si può dire per quanto riguarda il comparto tecnico. Il motore utilizzato é l'id Tech 5, ultimo nato dalle manine magiche di John Carmack e che muoveva RAGE. La versione Playstation 4 ha messo in mostra un aspetto estetico valido, ma non sorprendente, e purtroppo inferiore a quanto visto nel vicino PC sul quale girava una build simile del gioco. Modelli ed ambientazioni comunque sono decisamente validi, inoltre la vastità di alcuni livelli ci ha impressionato positivamente. Parliamo inoltre di una versione ancora lontana dalla fine dei lavori, speriamo vivamente che su console ormai current-gen si riesca a spremere qualche cosa in più in termini di definizione.