Yooka-Laylee
C’era un periodo, tanto tempo fa, in cui i titoli denominati “collectathon” andavano fortissimo. Di cosa si tratta? sostanzialmente di platform game molto particolari, in cui il cuore del gioco è recuperare quantità enormi di set di oggetti, che vanno a sbloccare nuovi livelli all’interno del mondo di gioco.
Su Nintendo 64 hanno fatto capolino alcuni tra i migliori titoli di questo genere, e una delle case di sviluppo regine di questo genere è stata sicuramente Rare. In barba a quello che è diventata oggi la gloriosa casa di sviluppo, un manipolo di ex dipendenti ha deciso di fondare Playtonic Games e continuare quella filosofia di sviluppo che aveva fatto brillare il team. Il resto è storia recente, con il loro primo progetto kickstarter chiamato Yooka-Laylee finanziato con successo sulla piattaforma di crowfounding. Un gioco che punta a diventare il seguito spirituale di Banjo & Kazooie, riportando in auge un genere che sembra ormai completamente seppellito da platform game decisamente più moderni.
Si respira sana aria vintage
Carichi di aspettative (chi vi scrive ha anche deciso di finanziare il progetto su kickstarter) ci siamo diretti verso la sede milanese di koch media, all'interno della quale abbiamo avuto la possibilità di mettere le mani sul gioco. Un test discretamente corposo, effettuato su una versione quasi definitiva del gioco tanto da essere già localizzata in lingua italiana.
Sono bastati pochi minuti per capire che quello che stavano giocando era un titolo dal fortissimo retrogusto vintage. Un gioco che sembra “sbattersene” della modernità, riportando il giocatore all’interno di un mondo e di un gameplay quasi dimenticato (o mai conosciuto dalle nuove generazioni) ma che strizza ovviamente l’occhio ad una componente tecnica 3D moderna.
La storia, da quello che abbiamo potuto apprendere, non ci sembra particolarmente intricata. Il cattivo di turno - di nome Capital B - vuole rubare tutti i libri attraverso un marchingegno che li risucchia al suo interno. Tra questi c’è anche un tomo magico in possesso della coppia protagonista del gioco, e che il dinamico duo vuole tentare a tutti i costi di recuperare dopo che gli è stato sottratto dal macchinario.
Una volta intrufolati all’interno dello stabilimenti di Capital B, i due capiranno che le pagine strappate dal tomo, danno accesso ad una serie di mondi magici da esplorare. Da qui partirà l’avventura, con il compito, da parte del giocatore, di recuperare tutte le pagine del tomo magico.
Il vero fiore all’occhiello però sembrano essere i mondi di gioco che racchiudono l’essenza classica dei primi platform 3D: nemici facili da sconfiggere, tantissimi set di cose da collezionare e diversi segreti da scoprire; il tutto con una serie di passaggi su piattaforme instabili, in movimento e composte da una serie di salti e doppi salti.
Non è davvero difficile respirare l’aria da “Nintendo 64” anche in virtù di grafiche che riportano alla memoria quelle di titoli passati, tantissime citazioni e un umorismo di sfondo che ricorda realmente quello della vecchia Rare.
Sotto l’aspetto del gameplay il gioco ci ha soddisfatto, il primo mondo di gioco chiamato “Baia del Naufragio” è - come detto poche righe sopra - già bello carico di cose da fare e scoprire. Tante piattaforme, mini giochi alcuni dal gusto retro e giocabili da più giocatori e persino comparsate simpatiche e apprezzate come quella di Shovel Knight.
Il cuore della ricerca sarà votato ovviamente alle pagine del nostro tomo magico. Una volta che ne avremo raccolte a sufficienza, avremo la possibilità di sbloccare nuovi mondi, oppure potenziare quelli già esistenti con nuove aree e segreti da scoprire. Una scelta interessate, e che non vediamo davvero l’ora di approfondire con la versione finale del titolo.
Altro elemento piuttosto importante in termini di collezionabili sono le piume. Queste serviranno per sbloccare nuove mosse da poter far compiere al posto animalesco duo. Ovviamente, le nuove tecniche, combinate con l’ambiente, e con quelle che già conosciamo, ci daranno la possibilità di arrivare a luoghi e piattaforme precedente inaccessibili.
Sotto l’aspetto tecnico il titolo ci ha convinto. Molto fluido sotto l’aspetto del frame rate, modelli poligonali piuttosto definiti e puliti e un ambiente piuttosto ricco. Ovviamente la grossa differenza la farà il level design. Se tutti i livelli si attesteranno sulla qualità di quello che abbiamo potuto giocare, potremmo davvero trovarci davanti ad un prodotto in grado di riscaldare nuovamente i cuori di coloro che aspettavano da tempo un seguito (ci accontentiamo spirituale) di Banjo.