Anthem non poteva che fallire, è stato sviluppato in soli 15 mesi

Come Electronic Arts ha ucciso sul nascere il titolo di Bioware

di Davide Tognon

La triste parabola di Anthem è stata ampiamente documentata da Gamesurf. A partire dalla nostra recensione, che ha espresso tutte le perplessità del caso, pur astenendosi dal dare un giudizio definitivo perché si trattava pur sempre di una versione pre-lancio. Dopo un mese, Bioware stessa ha ammesso le difficoltà riscontrate all'uscita e nel giro di due mesi il numero di utenti tendeva già pericolosamente verso il basso. Poco dopo, Electronic Arts ha segnalato le perdite causate dal progetto, il cui destino era ormai segnato.

Arriviamo così al 2021, quando Electronic Arts decide di cessare definitivamente il supporto al gioco. Qualcosa è andato terribilmente storto con Anthem, ma cosa di preciso? Ce lo chiarisce Ian Saterdalen, ex-dipendente di Bioware. Stando ad un suo Tweet, Anthem sarebbe stato sviluppato in appena 15 mesi, un tempo che definisce "inaudito" per un progetto di quella portata. Non sappiamo perché Electronic Arts avesse tanta fretta, ma considerando queste premesse è inevitabile che Anthem fosse afflitto da bug e difetti vari.

Alcune voci sostengono che Bioware sia riuscita a realizzare il gioco in appena 15 mesi sottoponendo i suoi dipendenti ad un crunch estenuante, con 90 ore di lavoro a settimana. Come se non bastasse, i problemi hanno generato altri problemi: dopo l'uscita di Anthem, è stato necessario dare la priorità al bug solving, il che ha messo in secondo piano lo sviluppo di nuovi contenuti.