Arriva Peeple, l'app per recensire le persone

Arriva Peeple lapp per recensire le persone

Il web 2.0, l'internet fatto dalle persone, ha portato alla nascita di strumenti molto potenti per la raccolta di informazioni poi consultabili dagli utenti interessati. Oltre ai social a tutto tondo sono nati siti per recensire alberghi, ristoranti, libri, film, serate e persone. L'ultimo caso non è ancora realtà ma lo diventerà presto con il nome di Peeple, un sito le cui porte si apriranno, secondo il Washington Post a Novembre.

Creato da Julia Cordray e Nicole McCollough, Peeple permetterà agli utenti di assegnare una votazione e un commento ai conoscenti. Il sistema di punteggio si basa sulle celebri cinque stelline mentre le categorie prese in considerazione sono quella lavorativa, personale e romantica. Il problema di Peeple sta sostanzialmente nel meccanismo che sembra, almeno sulla carta, non garantire un giusto equilibrio fra la libertà d'espressione e la protezione della sfera privata di una persona.

Il sistema prevede che un utente iscritto al servizio possa inviare la recensione di qualsiasi persona sulla faccia della terra, ma secondo alcune regole precise. Innanzitutto per scrivere una valutazione bisogna essere maggiorenni, avere un profilo Facebook e pubblicare ogni commento con il nome reale. Inoltre, nel caso in cui la persona che si va a giudicare non sia già presente nel sito, per aggiungerla bisogna dichiarare di conoscerla inserendo il suo numero di cellulare.

Ecco, ad esempio un primo motivo per rimanere perplessi: io utente affido al database di un sito il numero di telefono di una persona ignara di quello che sta succedendo. A questo va aggiunto il fatto che una volta 'schedati' su Peeple non è più possibile rimuovere il proprio nome, a meno che non sia apertamente contro i termini di utilizzo del sito. Unico freno a quello che potrebbe diventare un serio strumento di diffamazione sta nel fatto che, mentre le recensioni positive vengono pubblicate immediatamente, quelle negative rimangono nascoste per 48 ore. In quel lasso di tempo gli interessati, recensore e giudicato, possono mettersi in contatto per appianare eventuali divergenze. Passati i due giorni di tempo la recensione finisce comunque online pubblicamente, a meno che la persona verso cui è rivolta non sia presente nel sito. In quel caso, nei suoi confronti saranno mostrate pubblicamente solo le recensioni positive, mentre quelle negative rimarranno nascoste.


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Vien da chiedersi quale sia l'utilità finale di uno strumento del genere, se davvero la sua creazione ha un tale impatto positivo da giustificare i dubbi etici che porta con se. Secondo Julia Cordray, i feedback ricevuti possono aiutare la persona a migliorare il suo carattere, mentre la co-fondatrice Nicole McCollough, madre di due figli, pensa sia utile sapere in anticipo com'è il nuovo vicino, la baby-sitter che vogliamo contattare e via dicendo. Da avvocato del diavolo, il Washington Post solleva quesiti di un certo peso. Fra tutti il fatto che chiunque potrebbe, una volta attivo Peeple, vivere con la costante sensazione di essere giudicato in ogni momento.

'Immaginate, ogni interazione che avete viene immediatamente messa pubblicamente al vaglio del web' scrive il giornale che continua, prendendo spunto dal filosofo contemporaneo Jaron Lanier, indicando come questo servizio mostri un aspetto della tecnologia ossessionata dalla raccolta di dati e incurante del fatto che persone normali possano risultare danneggiate dal processo.

Alla fine si tratta dell'oggettificazione di un individuo che vede racchiusa la complessità di un'intera personalità nello spazio di cinque stelline.



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