Call of Duty non può finire su Game Pass?

Un accordo fra Sony e Activision lo proibirebbe

di Davide Tognon

L'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft, per la sua portata, è al vaglio di numerosi enti nazionali preposti alla vigilanza sulle regole della concorrenza nel mercato. Questo processo lungo e tortuoso ha già fornito parecchi spunti di interesse, come quelli scaturiti nella discussione di fronte all'organo antitrust brasiliano (che alla fine ha approvato l'acquisizione), ma la vicenda si arricchisce di ulteriori colpi di scena e c'è un nuovo protagonista in scena, il Competition and Markets Authority britannico.

Questo dipartimento, che è indipendente rispetto al governo inglese, ha prestato ascolto alle rimostranze di Sony e ha quindi deciso di vagliare a fondo l'impatto che l'acquisizione potrebbe avere sul mercato, con Microsoft che non ha nascosto il suo disappunto. Nella risposta di Microsoft a questa decisione, emerge un elemento molto significativo riguardante Call of Duty: pare che il franchise di punta di Activision Blizzard (nonché uno dei più importanti in assoluto nel settore) non possa finire su Game Pass per un numero imprecisato di anni.

Gli accordi commerciali stipulati da Activision e Sony imporrebbero infatti alla compagnia americana delle restrizioni riguardo la pubblicazione del franchise di Call of Duty su Game Pass. Come ricorderete Microsoft, per bocca di Phil Spencer, in seguito all'annuncio dell'acquisizione si era impegnata ad onorare tutti gli accordi presi da Activision Blizzard in precedenza, quindi anche questo divieto di Game Pass resterebbe in vigore. Non possiamo fare a meno di ravvisare una certa ironia nella vicenda: Microsoft è indagata per il rischio di ledere la concorrenza, ma salta fuori che Sony avrebbe messo in atto una pratica fortemente anticoncorrenziale.