Class Action contro Sony
Sony Computer Entertainment America é stata chiamata in causa da una Class Action mossa dagli acquirenti insoddisfatti dalla decisione della software house di rimuovere la possibilità di installare su PlayStation 3 un differente Sistema Operativo.
Fino al Firmware 3.21, infatti, era possibile installare sul disco rigido della console un "Altro OS": questa feature é stata rimossa a detta di Sony per evitare che gli Hacker utilizzassero detti sistemi operativi per trovare un metodo tramite cui permettere l'esecuzione di giochi piratati.
"In Realtà - si legge nella denuncia - SCEI e SCEA hanno rimosso la feature in quanto onerosa da mantenere (come precedentemente ammesso quando la feature é stata rimossa dal modello 'slim' - dato poi convenientemente rimosso dal sito SCEA); essi stavano perdendo soldi per ogni unità PS3 venduta (a causa delle decisioni sbagliate nella pianificazione del chip Cell e delle extra feature); SCEA aveva necessità di promuovere e vendere giochi per recuperare le perdite delle vendite (e non c'era profitto negli utenti che utilizassero le funzioni da computer di PS3); e IBM intendeva vendere i suoi costosi server utilizzanti il processore Cell (gli utenti potevano configurare le PS3 come cluster in maniera meno costosa)."
La denuncia continua affermando che sarebbe virtualmente impossibile utilizzare un altro OS per pirateria, perché per poter fare ciò sarebbe necessario "emulare perfettamente l'OS per il quale il gioco é designato, inclusa l'interfaccia API che supporta tutte le feature del gioco." Secondo la denuncia, quando si utilizza un altro OS, API e altre caratteristiche hardware, compreso il chip grafico, sarebbero bloccati, il ché rende "impossibile eseguire un gioco piratato su un altro OS."
"Dal Gennaio 2011 Sony non ha ancora identificato un singolo caso in cui qualcuno abbia usato un altro OS per piratare contenuti protetti."
"Le azioni di Sony sono al pari di un produttore di automobili che dica all'acquirente di star per rimuovere il motore perché non vuole più supportare quella parte dicendogli 'peccato, non vi risarciremo'. Questo tipo di attività é esattamente ciò contro cui la legge di protezione dei consumatori della nostra nazione é stata progettata per combattere." Ha dichiarato James Pizzirusso, capo del Hausfeld LLP’s Consumer Protection Practice Group.