CoD Black Ops 6 perde terreno coi cheater, ma rinnova l'impegno

Il team che si occupa della sicurezza di Call of Duty fa il punto della situazione

di Davide Tognon

Come tutti gli shooter competitivi, anche Call of Duty: Black Ops 6 ha il suo bel daffare per tenere a bada i cheater, quegli individui che chissà perché non riescono a godersi un gioco senza barare. Call of Duty è un fenomeno di dimensioni imponenti e non stupisce quindi che sia protetto da un software anti-cheat realizzato internamente, chiamato Ricochet; questo software è curato da un gruppo di sviluppatori chiamato appunto Team Ricochet.


Il punto sui cheater in Call of Duty: Black Ops 6

Con un messaggio sul blog ufficiale, Team Ricochet ci aggiorna circa gli ultimi sviluppi del cheating all'interno di Black Ops 6. Al lancio del gioco, le cose sono filate tutto sommato lisce, ma la situazione è cambiata con la prima stagione (rilasciata lo scorso mese). Il team ammette di non essere riuscito ad implementare l'anti-cheat nel modo sperato, il che si è ripercosso specialmente nella modalità Ranked Battle.

La prospettiva di salire di rank ha evidentemente fatto proliferare la triste piaga del cheating, ma Team Ricochet è passato all'offensiva: ha aumentato la velocità del sistema anti-cheat e cominciato a dispensare ban più celermente (il numero di utenti bannati si conta già nell'ordine delle decine di migliaia...). In più, ha ripulito le leaderboard dai bari. Inoltre, ha intensificato i controlli sui replay, sia quelli fatti in automatico, sia quelli svolti da esseri umani.

Team Ricochet intende quindi dare una risposta più rapida per arginare i cheater, ma è consapevole che ci sia ancora molto da fare. Per questo motivo, durante la seconda e la terza stagione di Black Ops 6, verranno introdotti ulteriori aggiornamenti nel sistema di prevenzione dei cheat, che verranno spiegati in dettaglio più avanti, a ridosso del lancio delle stagioni. Ma adesso basta parlare di cheat: passiamo al gioco in sé, con la nostra recensione.