Dungeons & Dragons e IA: Fan Supercarichi secondo Chris Cocks

Il CEO di Hasbro si definisce un "toro dell'IA"

di Tommaso Alisonno

Dungeons & Dragons, il gioco di ruolo più famoso e giocato del mondo, ha compiuto da poco 50 anni: in un tempo così vasto un prodotto commerciale di questo tipo subisce naturalmente parecchie trasformazioni, modifiche e riedizioni. Per approfondire l'argomento vi invitiamo a rileggere il nostro Speciale sui 50 Anni di D&D [e la sua Seconda Parte].

Questi 50 anni, seppur con alterne vicende, sono stati caratterizzati da prodotti dietro ai quali ci sono sempre stati l'inventiva, l'estro e la capacità creativa di autori, scrittori, artisti e designer, ma con l'avvento dell'era dell'Intelligenza Artificiale anche questo paradigma potrebbe ben presto scricchiolare.

In un comunicato del 2023 il team che si occupa dello sviluppo di D&D, e che ha recentemente pubblicato la Revisione 2024 della 5ª Edizione, dichiarava infatti quanto segue: "Per 50 anni D&D è stato costruito sull'innovazione, ingegno e duro lavoro di persone talentuose che hanno scolpito un bellissimo gioco creativo. Questo non cambierà. Le nostre linee guida interne rimangono le stesse a proposito dei tool di intelligenza artificiale: chiediamo agli artisti, scrittori e tutti coloro che forniscono contributi creativi al gioco di ruolo da tavolo D&D di astenersi dall'utilizzo di tool di IA generativa per creare i prodotti finali di D&D. Lavoriamo insieme ad alcuni degli artisti più talentuosi e creativi del mondo e crediamo che queste persone siano ciò che rende grande D&D."

Nonostante ciò c'è chi la pensa diversamente, e per alcuni potrebbe essere un problema se questo "chi" risulta essere niente popò di meno che il CEO di Hasbro - società proprietaria dell'etichetta Wizards of the Coast e dunque del brand D&D - Chris Cocks.

Chris Cocks: "Sono un toro dell'IA"

Cocks ha infatti raccontato ai microfoni di Semafor di come sia sua abitudine utilizzare largamente i tool di IA nell'organizzazione, nello sviluppo e nella gestione delle proprie campagne di D&D tanto da definirsi "un toro dell'IA" e nello stesso tempo invita i suoi giocatori e gli altri Master a fare altrettanto.

Per fare un esempio, Cocks ha raccontato come l'IA lo abbia aiutato a realizzare un'intera avventura a tema Scooby-Doo: "Si intitolava Scooby-Doo e l'Infestazione di Merkmiss Manor, e i giocatori dovevano scoprire chi fosse il mostro Merkmiss, smascherando un sacco di paesani locali che naturalmente non erano il vero cattivone. Si trattava del malvagio Lyle Blackwood che stava cercando di appropriarsi della fortuna dei Blackwood." Chris non specifica quanta parte di questa vicenda sia stata scritta dall'IA e quanta fosse farina del suo sacco, ma dichiara apertamente che tutti i suoi gruppi di gioco, molti dei quali composti da suoi collaboratori e dipendenti, ne siano stati entusiasti.

"Sono molto eccitato al pensiero degli elementi ludici dell'IA - aveva dichiarato in passato durante una conferenza Goldman Sachs - Gioco regolarmente con circa 30 o 40 persone: non c'è una singola persona che non utilizzi l'IA in qualche modo per lo sviluppo della campagna, o del personaggio o per le idee di storia. È un segnale chiaro che abbiamo bisogno di abbracciarla."

"Credo che l'IA stia supercaricando il fandom - continua nell'intervista a Semafor - è in futuro sarà un grande livellatore [verso l'alto, vogliamo sperare] per i contenuti." Il prossimo passo per l'azienda sarebbe dunque quello di studiare una maniera per offrire questo genere di contenuti all'utente in forma commerciabile "Per esempio fornendo ai Master dei servizi a pagamento che permettano di arricchire la loro campagna o offrendo ai genitori delle animazioni personalizzate di Peppa Pig."

Dungeons & Dragons, l'IA e le proteste dei Fan

Malgrado questa presa di posizione di Cocks sia chiara e netta sin dalla sua nomina a CEO nel 2022, apparentemente non tutti i fan la pensano come lui: se da un lato è sicuramente vero quello che dichiara - ossia che nel silenzio della propria cameretta ogni giocatore o Dungeon Master utilizza l'IA per realizzare il portrait del proprio PG o mettere insieme in quattro e quattr'otto un Dungeon da utilizzare nella prossima partita - dall'altro lato gli acquirenti dei prodotti ufficiali sembrano ancora pretendere una qualità e un'originalità che l'IA non sembra in grado di fornire.

Questo per lo meno è quanto emerso quando, nel Gennaio 2024, WotC mostrò un'immagine promozionale di una serie di carte di Magic: The Gathering proprio a tema D&D che risultò realizzata per l'appunto tramite l'IA Generativa [riporta PC Gamer]. In quel frangente il fandom reagì in maniera molto critica, ma nonostante ciò Cocks nel successivo mese di Marzo ai microfoni di VentureBeat asseriva: "D&D ha 50 anni di contenuti da cui possiamo attingere. Letteralmente migliaia di avventure che abbiamo creato, probabilmente milioni di parole che possediamo e possiamo sfruttare. Magic: The Gathering è in giro da 35 anni e ci sono più di 15000 carte che possiamo utilizzare in maniera simile."

Voi come la vedete? Comprereste moduli di avventura di D&D o sottoscrivereste servizi a pagamento basati sull'IA?