E3 - Il ritorno a casa!

di
Vero e proprio capostipite del genere degli sparatutto in tempo reale, Wolfenstein 3D colpì per la realizzazione tecnica e per il coinvolgimento che sapeva offrire. Wolfenstein 3D offrì ai cosidetti "benpensanti" anche un facile (ma errato) bersaglio per la già presente crociata contro il "videogioco assassino", visto che tutte le vicende si svolgevano in un castello nazista. Poco contava che il nostro eroe digitale i nazisti li stesse combattendo...
Oggi allo stand Activision sono riuscito finalmente a trovare lo spazio per intrufolarmi e piazzarmi davanti a un monitor. E quello che ho visto mi ha estasiato.
Return to Castle Wolfenstein, infatti, è uno dei primi giochi che utilizza il motore di Quake 3 Arena e i risultati, come al solito, non si sono fatti attendere. Gli interni del castello sono semplicemente incredibili, sembra davvero di esserci grazie a un dettaglio elevatissimo e a un sapiente uso delle luci.
Il giocatore veste i panni di William J. "B.J." Blazkowicz, un agente americano che sta indagando sugli esperimenti di Himmler. Il tedescaccio, infatti, sta sperimentando una manipolazione sui cadaveri che dovrebbe renderli degli zombi affamati da utilizzare sul campo di battaglia. Le armi, ovviamente, saranno in tema Seconda Guerra Mondiale e i nemici, realizzati in maniera eccellente, comprenderanno vari soldati e gli zombi di cui sopra (si, Himmler c'era riuscito!).