Gli sviluppatori mobile boicottano Unity, stop alla pubblicità

Le nuove modalità di monetizzazione del motore grafico sono ancora sotto accusa

di Davide Tognon

Gli sviluppatori non ci stanno: la pretesa avanzata da Unity, quella di chiedere il pagamento di una quota per ogni installazione dei videogame che utilizzano il suo motore grafico, sta incontrando l'aspra opposizione del settore videoludico. Alcuni studi hanno addirittura paventato la rimozione delle loro opere dagli store digitali, pur di non soccombere alla discutibile politica che Unity vorrebbe mettere in atto dal prossimo anno. Ma c'è anche chi è passato al contrattacco.

Un gruppo di sviluppatori ha firmato una lettera collettiva indirizzata a Unity, con la quale si proclama il blocco della monetizzazione sulle pubblicità IronSource e Unity all'interno dei loro giochi. Si tratta principalmente di studi mobile, che producono titoli free-to-play scaricati da un grande numero di utenti sugli smartphone e che quindi sarebbero particolarmente colpiti dall'eventuale sovrapprezzo sulle installazioni. 

Questo blocco verrà revocato qualora Unity dovesse riconsiderare le sue scelte. Al boicottaggio finora ha aderito una ventina di studi, ma il numero potrebbe crescere nelle prossime ore.