Lizard Squad porta il CEO Daybreak alle dimissioni

Lizard Squad porta il CEO Daybreak alle dimissioni

Sembra priva di lieto fine la vicenda che vede coinvolti i membri del collettivo cracker Lizard Squad e il CEO di Daybreak John Smedley.


Per chi si fosse perso le ultime puntate ecco un breve riassunto:


Lizard Squad è un gruppo di hacker con tanto (troppo?) tempo libero e la voglia di infastidire a destra e a manca. Negli ultimi mesi si sono guadagnati le luci del palco per degli attacchi a sistemi quali PlayStation Network e Xbox Live, oltre alla promessa fatta per Natale e non mantenuta di chiudere per sempre i due servizi. Oltre a questo, però, hanno passato i mesi a disturbare il lavoro del team Daybreak (ex Sony Online Entertainment) attaccando i due titoli di punta: H1Z1 e PlanetSide. Come se non bastasse, la reazione esasperata del CEO dell'azienda, il già citato John Smedley, ha avuto come risultato che i riflettori delle lucertole si spostassero su di lui con attacchi pesanti arrivati fino nella sua sfera privata.

Fra questi figurano un falso allarme bomba su un volo in cui era passeggero, alcune fotografie della tomba di suo padre imbrattata in modo incivile, degli accrediti sulla sua carta, diversi casi di Swatting* e minacce di vario genere a lui e alla sua famiglia.


All'inizio dell'anno molti membri della Lizard Squad erano stato smarcherati da altri collettivi hacker e l'FBI aveva fatto il resto, fra questi figurava tale Julius "zeekill" Kivimaki, accusato di oltre 50.000 (sì, cinquantamila!) crimini informatici fra cui le molestie a Smedley. Poche settimane fa, però, è arrivata la notizia che Mr. Kivimaki non sconterà nemmeno un giorno di galera, cosa per la quale Lizard Squad si era vantata su diversi social network definendosi intoccabile. Smedley non ci è stato, ha criticato la cosa pubblicamente e per questo gli attacchi nei suoi confronti sono ripresi di lì a poco.


Alla fine John ha deciso di rassegnare le dimissioni dal suo incarico, che verrà preso da Russell Shanks, ma non smetterà di combattere contro i suoi molestatori con la speranza di riuscire a far pagare loro il conto di quanto hanno fatto.


* con il termine Swatting s'intende letteralmente fare una chiamata anonima per un crimine che richiede l'intervento della SWAT e indirizzare le squadre a casa della vittima. Notoriamente la SWAT non bussa. Per questo crimine, recentemente, un quindicenne è stato condannato a quasi trent'anni di galera.

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